Fuori dal 26 maggio “Un po’ di te”, il nuovo album di Daniele D’Elia. Un disco di tredici canzoni anticipate dal singolo “Quando sarò grande”. Un dialogo tra ragione e sentimento, sogni e realtà.
“Un po’ di te” di Daniele D’Elia è un disco che mostra all’ascoltatore diversi volti. Ci sono brani più frizzanti, come “Scaglie di diamanti” e “Stagioni dell’amore”, e altri più malinconici, come “Col naso all’insù”. Particolari sono anche i brani “Onde” e “Quando sarò grande” che sanno mescolare al pop cantautorale un pizzico di elettronica.
Daniele D’Elia con il suo nuovo album mette in risalto il suo talento di compositore e scrittore. Melodie perfettamente armonizzate e mai scontate accompagno una lirica profonda e capace di far sognare l’ascoltatore.
Racconta Daniele D’Elia:
«Il leitmotiv è la dicotomia tra ragione e sentimento. Rischiare, facendo scelte anche scomode seguendo il proprio intuito. Spogliarsi del superfluo per tornare ad una nudità esistenziale. Accettare di soffrire per amore del vero. Ricordarsi di essere piccoli al cospetto dell’Universo. La musica, una fedele compagna in questo ignoto trip».
“Un po’ di te” è il tuo nuovo album. Puoi spiegarci il significato del titolo e come si collega al contenuto del disco?
«“Un po’ di te” è il titolo di uno dei tredici brani contenuti nell’album, scritto per il contest “DonArti Livorno” promosso dall’Avis locale per sensibilizzare sul tema della donazione del sangue. Si collega al mio modo di far musica con l’intento di condividere una parte di me, più che di esibirla».
L’album presenta una varietà di stili musicali, con brani più frizzanti e altri più malinconici. Qual è stata la tua ispirazione per la scelta di questa diversità musicale?
«L’ispirazione è la vita, fatta di momenti così diversi che finiscono per riflettersi in maniera molto naturale nelle mie canzoni. Mi sento davvero libero nello scrivere, non penso mai ad uno stile o ad un genere “predefinito”».
“Onde” e “Quando sarò grande” sono brani che mescolano il pop cantautorale con un tocco di elettronica. Cosa ti ha spinto a sperimentare questa fusione di generi?
«Qui tiro in ballo il mio produttore, Massimo Satta, che mi dice sempre che bisogna cercare di disvelare l’essenza di una canzone. Lui e Fabrizio Foggia cercano di cucire addosso alle mie canzoni gli abiti migliori (gli arrangiamenti) per valorizzarle. Nel caso di questi due brani questo mix and match c’è sembrata la soluzione ottimale. Il sax soprano di Emanuele Contis in “Onde” a mio avviso conferisce al pezzo una certa eleganza. In “Quando sarò grande” credo sia interessante il contrasto tra la leggerezza della musica e la profondità del testo»
Come hai sviluppato il tuo talento di compositore e scrittore per questo album? Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue melodie e testi?
«Ho iniziato a scrivere presto, in maniera molto spontanea, naïf. Ho avvertito poi l’esigenza di approfondire ed ho studiato al Conservatorio. Sono tuttora animato dal desiderio di migliorare la mia scrittura sia a livello compositivo che testuale. In quest’ultimo lavoro ho cercato di aver maggiore cura delle liriche. Cerco di comunicare i miei pensieri, le mie emozioni attraverso i mezzi espressivi che sento più affini e che credo possano aiutarmi a veicolarli in maniera più piena».
“Il leitmotiv è la dicotomia tra ragione e sentimento” hai detto. Quali sfide hai affrontato nel tradurre questa dicotomia nel tuo lavoro musicale?
«Nella mia esperienza questo oscillare tra ragione e sentimento è una costante. Non si tratta in realtà di scegliere tra una e l’altra ma di farle dialogare per trovare un punto di equilibrio. Anche nello scrivere c’è una parte più emozionale, istintiva, il germe di una composizione, e una più ragionata, tecnica, il suo sviluppo. Penso di essere un impulsivo razionale e secondo me nella mia musica questo tratto si rivela, “Un’altra via” lo rappresenta bene».
Puoi parlarci dell’artwork dell’album realizzato da Emanuela De Murtas e della grafica di Stefania Altiero? Qual è stata la loro visione e come si collega all’atmosfera dell’album?
«Emanuela aveva già realizzato l’artwork del mio primo album, Da sogno a realtà, immergendosi completamente nel mio mondo musicale e traducendolo perfettamente in immagini. Visto che tenevo moltissimo al tema della donazione le ho chiesto nuovamente di collaborare e lei ha accettato volentieri. Stefania ha curato meticolosamente la parte grafica del CD che verrà stampato a breve. Ad entrambe va la mia più profonda gratitudine».
Cosa speri che gli ascoltatori traggano dall’ascolto di “Un po’ di te”? Quali emozioni o riflessioni vorresti suscitare nei tuoi fan?
«Io spero che chi ascolta possa trovare nei miei versi e nelle mie musiche spunti di riflessione, parole di conforto e di incoraggiamento, ma anche un pizzico di spensieratezza (che non guasta mai), empatia, vicinanza e risonanza».
Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile musicale da lavori precedenti a questo nuovo album? Cosa ti ha spinto a sperimentare nuove direzioni sonore?
«La parola più adatta per descrivere questo processo credo sia maturazione. Sì dice, e trovo sia vero, che l’esperienza insegni, e questo è valido anche a livello compositivo e discografico. Penso di aver sviluppato una maggiore consapevolezza. Non mi piace ripetermi, da musicista indipendente non sono soggetto a nessun vincolo e ho la possibilità di esplorare e praticare strade sempre diverse».
Qual è stata la parte più gratificante nel creare questo album? E qual è stata la sfida più grande che hai affrontato durante il processo di produzione?
«La parte più gratificante è stata la possibilità di seguire l’intera gestazione di questo lavoro, dal concepimento (la fase di stesura dei brani) sino alla sua venuta al mondo (pubblicazione). È stato gratificante lavorare con una super squadra fatta da musicisti, ma prima ancora da persone, eccezionali, imprescindibili, che non smetterò mai di ringraziare.. La sfida più grande è stata soprattutto con me stesso, in studio, nel cercare di tirar fuori il massimo. Ora sono impegnato nella promozione e per svolgere al meglio questo compito mi avvalgo della professionalità del mio ufficio stampa, Brainstorming Music, e del mio editore Massimo Galantucci (Magilla Spettacoli)».
Biografia
Daniele D’Elia nasce a Cagliari nel 1974 ed eredita la passione per la musica dal bisnonno, primo maestro del celebre tenore Tito Schipa.
Fin dall’infanzia si nutre di cantautorato italiano, innamorandosi successivamente del rock progressive, della black music e della musica classica. Lo studio del pianoforte arriva presto nella sua vita e fonda la sua prima band Ignoto Trip.
Frequenta in seguito il Conservatorio di Cagliari, dove si diploma in Musica Corale e Direzione di Coro e Didattica della Music. Si diploma successivamente in Strumentazione per Banda presso il Conservatorio di Musica di Trento.
Partecipa come compositore al Festival Internazionale di Cortometraggi “Cagliari in corto” (Cagliari – Maggio 2002) e alla Rassegna “La Bottega del Compositore” (Carbonia – Giugno 2002).
Compone ed elabora brani per vari organici, in particolare per coro e banda, attingendo anche ai repertori di musica leggera ed etnica. Vanta esecuzioni dei propri brani sia in Italia che all’estero. Determinanti nel suo percorso artistico sono gli incontri con il pianista Peter Waters e con Massimo Satta.
Dal 2021 ha iniziato a pubblicare la sua musica come solista: “Da sogno a realtà” (Febbraio 2021), “Hello World” (Febbraio 2022) e “Un po’ di te” (Maggio 2023).
Con il brano “Un po’ di te” è stato finalista del Festival Donarti 2022 di Livorno, mentre con il brano “Bambino” è stato finalista al Festival di Arte letteraria e Musica “Musica & Poesia” di Olbia.