Recensioni e Interviste

Intervista esclusiva a Fabrizio Mozzillo

Intervista a Fabrizio Mozzillo

Attraverso la sua interpretazione unica e toccante, Fabrizio offre al pubblico un’esperienza musicale coinvolgente e suggestiva.

“L’Ultimo Don Chisciotte” è una canzone che mescola realtà e immaginazione, portando l’ascoltatore in un viaggio senza tempo. Cosa ti ha ispirato a creare questa straordinaria composizione e quale significato ha per te?

«Don Chisciotte è un personaggio che mi ha sempre affascinato. Non avendo mai letto il romanzo di Cervantes, ho pensato di raccontarlo a modo mio. In tal modo, nella canzone è confluita anche qualche mia ossessione, come la paura di invecchiare ed il potere della fantasia.»

Hai una carriera professionale come avvocato che hai abbandonato per dedicarti alla musica. Come hai preso questa decisione e come ti ha influenzato nella tua carriera musicale?

«Scrivere canzoni è stata, da sempre, la mia grande passione. Arrivato alla soglia dei 50 anni, ho capito che restava poco tempo per dedicarmi professionalmente alla musica. Cosa che ho fatto con convinzione. È un po’ come se avessi vissuto due vite, tra loro opposte: quella attuale (di musicista) è di gran lunga più esaltante.»

Il tuo primo album, intitolato “Nomi, Cose, Città”, uscirà nel settembre 2023. Cosa possiamo aspettarci da questo progetto e quali temi affronterai attraverso le tue canzoni?

«“Nomi, cose, città” si compone di sette pezzi, musicalmente molto diversi tra loro: si passa dal country e blues al pop, fino ad atmosfere vagamente cabarettistiche. I temi affrontati sono i più vari: il mistero inconoscibile che è l’amore (“Insegnami l’amore” e “Tempo perso”), la storia di Antonio de Curtis, in arte Toto’ (“Ciao Toto’”), la tragica odissea dei migranti (“Casa dolce casa”), il mito americano (“America”), l’amore-odio per Roma, la mia città (“Magna Roma”).»

Come descriveresti la tua collaborazione con il producer Guido Guglielminetti? Come avete lavorato insieme per creare il tuo primo album?

«Da adolescente, leggevo il nome di Guido Guglielminetti, in veste di bassista e arrangiatore, in molti degli album realizzati dagli artisti che più amavo (ed amo): Ivano Fossati, Francesco de Gregori, Mia Martini, Loredana Bertè ed altri. Guido possiede una sensibilità musicale eccezionale. Quando ho deciso di realizzare il mio primo album, ho pensato subito a lui; e lui ha accettato! Insomma, il classico sogno che si realizza. Nella realizzazione di tutti i pezzi gli ho lasciato “carta bianca”; ed il risultato finale mi soddisfa appieno.»

Come descriveresti il processo di scrittura delle tue canzoni? Cosa ti spinge a creare musica e quali sono le tue fonti di ispirazione?

«Alla base di tutto c’è l’urgenza di raccontare. Eppure, per scrivere una canzone, devo corrergli dietro con gli occhi bendati, cercarla a tentoni. Lascio all’ascoltatore, se vorrà, il compito di individuare le mie fonti di ispirazione. Non posso mica dire tutto io.»

— Onda Musicale

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