Pensare ad un inizio migliore di quello proposto dai Red Hot Chili Peppers durante il concerto degli I-Days di Milano di domenica 2 luglio è quasi impossibile.
A fare gli onori di casa attraverso un ingresso trionfante è stato Flea, sulla quale traccia di basso si è unito il tanto atteso e osannato Frusciante, accompagnato dall’inconfondibile ritmo scandito della batteria di Chad Smith. A chiusura della jam ricca di energia e tecnicismi, sulle prime note di Around the world si è unito alla festa anche Anthony Kiedis che, nonostante i due tutori, uno al ginocchio e l’altro alla caviglia, ha fatto saltare e cantare l’intero Ippodromo Snai La Maura, come da tradizione.
Around the world è una canzone che si presta agli inizi di concerto spettacolari e che in molti attendevano, data la scelta di prescindere da essa durante l’appuntamento dell’anno scorso al Firenze Rock, festival la cui scaletta prevedeva come canzone di apertura Can’t stop, altra pietra miliare della discografia redhotchilipeppersiana.
A farne le spese in quell’occasione fu anche Scar Tissue, che questa volta è apparsa come seconda in scaletta, facendo trasalire tutti i presenti
Una canzone iconica, in ricordo dei tempi difficili della riabilitazione per la dipendenza da droga che ha causato una cicatrice invisibile e l’allontanamento dalle scene di Frusciante, reincorporato nella band proprio per lavorare alla pubblicazione di Californication, famoso album del 1999, in cui è contenuta la canzone. Scar Tissue, dunque, è un vero e proprio simbolo del rientro di Frusciante nella band e definisce uno dei motivi per cui, la maggior parte dei fan dei Red Hot Chili Peppers vi è affezionata.
La scaletta proposta agli I-Days ha visto anche la presenza di altre canzoni tratte dallo stesso album: I like dirt, Otherside e la stessa Californication, brani cardine di un’intera generazione e suonati dinnanzi a 70mila spettatori ormai in estasi.
Tra il tripudio di colori dei maxi schermi e la semplicità dei quattro musicisti con un passato burrascoso, si è venuta a creare un’atmosfera segnata dall’esplosione di energia e adrenalina allo stato puro
Oltre a Snow ((Hey Oh)), presente anche l’anno scorso nella scaletta del concerto di Firenze, in rappresentanza dell’album Stadium Arcadium, vi è anche Wet Sand, traccia dal testo molto introspettivo sull’instabilità della vita e continui mutamenti, paragonando l’impossibilità di costruire qualcosa sulla sabbia bagnata e in continuo movimento “You don’t form in the wet sand”.
Tra le canzoni più recenti, invece, si fanno spazio Eddie (dedicata ad Eddie Van Halen), Carry me home, Whatchu Thinkin’ e Black Summer, tratte dagli ultimi due album Return of the Dream Canteen e Unlimited Love. Black Summer, oltre ad essere un brano che si presta particolarmente ai live, è una canzone il cui significato non è del tutto certo. Potrebbe far riferimento agli incendi in Australia, terra natale di Flea, al secondo rientro di Frusciante nella band, o all’epidemia di Covid.19. Ad ogni modo, ciò che è certo è che si tratta di un gran bel pezzo che, ormai, in scaletta non può mancare.
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Prima di procedere con le due tracce encore (I Could Have Lied e Give it Away) tratte dall’album Blood Sugar Sex Magic scelte per il finale, i Red Hot Chili Peppers hanno riproposto l’immancabile ed iconica By the Way, brano che ha fatto la storia della musica e che continua ad essere un pilastro inamovibile nel panorama musicale internazionale.
Nonostante la mancanza, ancora una volta di Under the Bridge, i Red Hot sono riusciti a sorprendere il pubblico con I Could Have Lied, vittoriosa su Sir Psyco Sexy, anch’essa in scaletta come valida alternativa per la chiusura.
C’è da sottolineare che, anche quest’anno, Frusciante non ha eseguito nessuna cover da solista ma, a suon di assoli, è riuscito comunque a rubare la scena ai suoi colleghi in più di un’occasione, facendosi ammirare in splendida forma, dimostrando che quelle cicatrici ben visibili sulle braccia, segno di tossicodipendenza, sono ormai, un ricordo lontano.
Sicuramente i Red Hot Chili Peppers non deludono e premiano la caparbietà e la pazienza di tutti coloro che hanno atteso sotto il sole ore ed ore prima di vedere i loro begnamini fare il grande ingresso sul palco, lasciando tutti, come sempre, a bocca aperta e con la speranza di rivederli presto in Italia, sempre più uniti, sempre più Red Hot.
Le prossime tappe che vedono protagonisti i Red Hot Chili Peppers
Il tour europeo proseguirà verso Lisbona dove si esibiranno il 6 luglio e al Mad Cool di Madrid l’8. In seguito, i Red Hot calcheranno i palchi di Lione e Vienna, accompagnati da Iggy Pop, rispettivamente l’11 e il 14 luglio, per poi continuare in Francia a Carhaix Plouger il 17 luglio e concludere con l’Inghilterra (Londra 21 luglio, Glasgow 23 luglio).
A seguire, i Red Hot Chili Peppers saranno impegnati in tre date statunitensi (6 agosto Chicago, 27 settembre Hershey, 30 settembre Bridgeport), concludendo il loro tour in Sud America nei mesi di Ottobre e Novembre, date quasi tutte sold out.
Scaletta degli I-Days di Milano (Ippodromo Snai La Maura)
- Intro jam
- Around the world
- Scar Tissue
- Snow ((Hey Oh))
- Eddie
- I Like Dirt
- Otherside
- Me & my Friends
- Wet Sand
- Whatchu Thinkin’
- Carry me Home
- Californication
- Black Summer
- By the Way
Encore
- I Could Have Lied
- Give it Away
(articolo scritto da Denise Carulli)