Il 20 luglio 1964 esce negli Stati Uniti il singolo ‘And I love Her‘. Breve viaggio all’interno di una ballad che ha fatto la storia del quartetto di Liverpool.
Due singoli dei Beatles furono pubblicati negli Stati Uniti il 20 luglio 1964 dalla Capitol: una mossa insolita, ma calcolata per incassare l’insaziabile appetito del pubblico per i prodotti dei Beatles. And I Love Her, con If i Fell al lato B, esce lo stesso giorno di un altro singolo, I’ll Cry instead (con I’m Happy Just To Dance With You al lato B)
Entrambi i brani fanno parte della colonna sonora di A Hard Day’s Night, pubblicato poche settimane prima. Registrata tra il 25 e il 27 febbraio 1964, And I Love Her è stato uno tra i maggiori contributi di Paul McCartney all’album, insieme a Things We Said Today e Can’t Buy Me Love. Una ballad dolcissima e semplice, il cui intro di chitarra è difficile da dimenticare. Un brano frutto della grande collaborazione tra i quattro musicisti.
È stata la prima ballata che mi ha entusiasmato. Ci sono dei begli accordi, ‘Brillanti sono le stelle che brillano, scuro è il cielo…’ Mi piacciono le immagini delle stelle e del cielo. Era davvero una canzone d’amore.
Paul McCartney
È la prima ballata scritta da Paul McCartney, scritta quando il musicista abitava a Wimpole Street presso la famiglia di Jane Asher, la fidanzata dell’epoca. And I Love Her è stata scritta nel seminterrato della casa. È proprio in questo luogo che Lennon e McCartney hanno scritto insieme molte delle loro canzoni.
Lennon ha partecipato alla scrittura del brano anche se la paternità è stata attribuita quasi esclusivamente a Paul. Lennon ha apprezzato molto il lavoro di Paul, in questo brano, al punto da definirla come “la sua prima Yesterday”.
La storia del brano
Bright are the stars that shine
Dark is the sky
I know this love of mine
Will never die
And I love herBright are the stars that shine
Dark is the sky
I know this love of mine
Will never die
And I love her
I Beatles iniziano a registrare il brano il 25 febbraio del 1964. In quel giorno realizzano due take, con la formazione del tutto elettrica, che non accontentano nessuno. La registrazione si può tuttora ascoltare sull’Anthology I. Il giorno successivo tornano in studio e mettono mano all’arrangiamento, modificandolo. Anche stavolta però i musicisti non ottengono l’effetto sperato. La sessione del 27 febbraio sarà quella buona. Stavolta Ringo viene dirottato ai bongo e con entrambe le chitarre acustiche si ottiene il sound desiderato.
L’ho portata alla sessione di registrazione dove il produttore dei Beatles George Martin l’ha ascoltata. Stavamo per registrare, e lui ha detto: “Penso che sarebbe bello con un intro”. E poi George Harrison ha detto: “Be’, che ne dici di questo?” e ha suonato il riff di apertura; la canzone non sarebbe la stessa senza. All’epoca lavoravamo molto velocemente e avevamo spontaneamente molte idee.
Paul McCartney
Senza il riff d’apertura, nato dall’estro di George Harrison, forse la canzone non avrebbe avuto lo stesso successo di oggi. Il brano dei Beatles., simbolo della British Invasion, ha ispirato moltissimi artisti. Nel 1965 gli italiani Meteors incisero la loro versione dal titolo La tua voce con il testo di Don Backy e Mogol. Altra cover di pregevole fattura è quella francese, cantata da Olivier Despax, che prende il titolo di Et je l’aime, Tra le versioni in lingua originale c’è anche quella di Kurt Cobain, frontman dei Nirvana, che fa parte della colonna sonora del film Montage of Heck: The Home Recordings.
E non mancano anche le versioni strumentali. vanno citate quelle di Carl Doy, José Feliciano, Pat Metheny, Brad Mehldau. Da ultimo va ricordata la versione intima e commovente di Mina, uscita nell’ottobre del 2022.