Il box set degli Who conterrà 89 brani inediti, inclusi brani del progetto incompiuto Life House.
The Who hanno annunciato l’uscita del multiformato Who’s Next/Life House il 15 settembre: l’enorme set conterrà 155 tracce, di cui 89 inedite e 57 includeranno nuovi remix. Un comunicato stampa pubblicizza il progetto come un “quadro completo” del songwriting di Pete Townshend, promettendo di affascinare un nuovo pubblico con la sua “descrizione visionaria di un futuro che, per molti versi, si è avverato“.
Il cofanetto conterrà canzoni dal progetto incompiuto Life House (iniziato nel 1969 come seguito di The Who’s Tommy) al classico rock del 1971 in cui si è evoluto, Who’s Next, il quinto album in studio della band. Edizione Super Deluxe il 15 settembre, ora disponibile per il preordine.
Con 155 brani, di cui 89 inediti e 57 con nuovi remix
Presenta tutte le sue canzoni, nelle loro numerose fasi di sviluppo, dall’audace e abbandonato progetto Life House, iniziato nel 1969 come seguito dell’epico Tommy degli Who, e dall’indiscusso classico rock del 1971 in cui si è evoluto, Chi è il prossimo.
L’edizione Super Deluxe di Who’s Next | Life House conterrà 10 CD, tutti rimasterizzati dai nastri originali dall’ingegnere di lunga data degli Who Jon Astley, più un disco Blu-ray Audio con Atmos appena creato e mix surround 5.1 di Who’s Next e 14 tracce bonus di artisti e produttori molto richiesti. Stefano Wilson.
I punti salienti del formato di 155 tracce includono i demo di Townshend per Life House
Le registrazioni della sessione del 1971 degli Who al Record Plant di New York; sessioni agli Olympic Studios nel sud-ovest di Londra dal 1970 al 1972; e, per la prima volta, due concerti del 1971 appena mixati e completi dallo Young Vic Theatre di Londra e dal Civic Auditorium di San Francisco. I momenti salienti senza tempo di quelle sessioni e performance includono “Baba O’Riley“, “Behind Blue Eyes” e “Won’t Get Fooled Again“, in cui Daltrey ha creato l’urlo più impressionante mai sentito.
Quei classici continuano a illuminare i concerti degli Who fino ad oggi
Dopo la pubblicazione di Tommy nel 1969, Pete Townshend concepisce un’altra opera rock intitolata Lifehouse, che avrebbe dovuto mischiare rock e teatro. Ma il progetto si rivela un fallimento. Tuttavia il chitarrista decide di salvarne le tracce per pubblicare successivamente un album, Who’s Next. Il gruppo è in uno stato di grazia e lo si capisce da episodi come l’iniziale Baba O’Riley (dedicata al compositore Terry Riley), lanciata da un’introduzione di sintetizzatore, e Bargain.
L’Album ha parecchi spunti epocali ed esplosivi
Come Baba O’Riley, Won’t get fooled again, My Wife, la ballata Behind Blue Eyes, caratterizzata dal connubio tra l’iniziale parte acustica e l’esplosione finale espressa dall’incessante rullare di Keith Moon, e il lungo manifesto di rivolta Won’t Get Fooled Again. Love Ain’t For Keeping e My Wife, sono state scritte dal bassista John Entwistle e quest’ultima è l’unico brano dell’album che non porti la firma di Pete Townshend.
Going Mobile (mai suonata dal vivo) è un’escursione nel territorio acustico, con l’ironica voce nasale di Pete che racconta una storia d’amore con allegria e spensieratezza. Nel disco compare il pianista Nicky Hopkins, che anima le malinconiche The Song Is Over e Getting In Tune, in un clima tipicamente anni settanta. Sicuramente uno dei dischi più belli della storia del rock che ancora suscita emozioni forti specialmente quando la band lo suona dal vivo, ancora oggi.