Musica

Il giorno in cui i DEVO suonarono a Roma: aria di Devo-luzione a piazza San Pietro

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I DEVO

Il 22 giugno 1980 i Devo tennero un concerto nei Giardini del Fossato di Castel Sant’Angelo. A pochi passi dalla Città del Vaticano, tra piazza San Pietro e il Lungotevere, l’iconica band del punk americano trascorse l’intero pomeriggio, passeggiando per le strade del Centro di Roma come una scolaresca in libera uscita.

Roma, giugno 1980. Sebbene in quegli anni Roma fosse l’unica capitale europea a non aver ancora eretto uno spazio destinato esclusivamente ai concerti di musica rock, era pur sempre Roma Caput Mundi.

Gli eventi si susseguivano uno appresso all’altro. Giorno dopo giorno, esattamente come accade oggi, Roma era in ostaggio di appuntamenti, manifestazioni, cortei di scioperanti, di studenti, di dimostranti di ogni genere. Non sarà stato semplice il compito per la Questura. Quel giorno, domenica 22 giugno, si sarebbero svolti tre eventi ben distinti l’uno dall’altro.

Il primo è previsto in mattinata. È programmato da tempo e costituisce un appuntamento a lungo termine. A mezzogiorno Giovanni Paolo II si affaccerà dalla finestra degli appartamenti che danno su Piazza San Pietro. In due anni di Pontificato, Papa Wojtyła è divenuto una sorta di Popstar. I romani sono gente abituata al disincanto, tuttavia non sono avvezzi alla presenza di un Papa straniero. Non uno straniero qualsiasi, un polacco. La Polonia appartiene ad un mondo sconosciuto e inafferrabile, avvolto dal mistero della cortina sovietica.

In città, dalle parti di via della Conciliazione, si osserva da mesi il formarsi di lunghe code di vecchi pullman di color rosso scuro. Sono vecchi pullman degli anni Settanta. Privi dell’aria condizionata e scassatissimi, i loro autisti intraprendono ardimentose traversate verso l’Europa del Sud, partendo da Varsavia e da Cracovia per giungere a Roma dopo un viaggio di oltre venti ore.

La mattina del 22 giugno, a ricevere la benedizione papale, non ci sono soltanto cittadini romani e polacchi. Sono presenti circa 70.000 persone. Molte di loro provengono dalla Germania e dal Belgio, sono tifosi che hanno colto un’occasione più unica che rara, poter partecipare a due dei tre eventi che si terranno a Roma in giornata. Alle otto di sera, a circa tre chilometri di distanza, si disputerà allo Stadio Olimpico la Finale dei Campionati Europei di Calcio.

Doveva stacce l’Italia” – mugugnava il tassista romano al turista, mentre gli dava il resto delle 20.000 lire, la tariffa tutt’altro che economica della tratta Stazione Terminialbergo. Ma era stata una Nazionale assai deludente, diretta espressione dello stato di salute socioeconomica del paese, e per di più privata – a causa del famigerato Calcio Scommesse – dei suoi elementi migliori.

Contemporaneamente alla Finale di calcio, a sera ci sarà un altro evento, molto atteso dagli appassionati del Rock.

Reduci dai successi ricevuti per i loro dischi incendiari, i DEVO suoneranno per la prima volta a Roma, nell’unica area disponibile in quel momento in città: il fossato dei giardini di Castel Sant’Angelo. Si tratta di un’area verde non molto grande, scomoda, insicura per un concerto dove tutti saranno costretti a restare in piedi.

Si tratta soprattutto del giardino di uno dei monumenti più importanti della città, un patrimonio artistico e culturale che bisognerebbe preservare. Un luogo quasi sacro, non certo le bucoliche praterie che fecero la storia del Concertone di Woodstock. Ma tant’è, siamo pur sempre all’inizio degli anni Ottanta, con tutte le incongruenze di una Capitale che non riesce a smettere di pensare sempre in piccolo.

Il loro nuovo lavoro è uscito a fine maggio: si chiama Freedom of Choice.

Contiene autentiche perle del Punk come Girl U want. Nei concerti italiani i DEVO daranno maggiore spazio a brani che sentono già come loro classici e che provengono per lo più da Question: Are We Not Men? Answer: We Are Devo! e Duty Now for the Future, i loro primi due Long Playing.

La locandina del tour italiano dei DEVO

Alloggeranno in un albergo semicentrale, facilmente raggiungibile dall’autostrada e comodo per le sortite in centro città. Sarà una toccata e fuga. Il giorno prima hanno suonato a Perugia, il mattino dopo dovranno partire per Udine. Visto che è il primo giorno d’estate, faranno un giro per le vie del centro di Roma. Esattamente come avrebbe fatto un qualsiasi gruppo di ragazzi di Akron, l’anonima cittadina dell’Ohio il cui unico merito sembrerebbe quello di aver tratto il nome da una parola del greco antico, ἄκρον: ákron, vetta, o punto più alto.

Ma ad Akron, oltre una massiva produzione di gomma industriale, sembrerebbe esserci assai poco per giovani musicisti come loro. I DEVO sono formati dai fratelli Casale, Bob (chitarra ritmica, tastiere, cori) e Gerald (basso, tastiere, voce), i fratelli Mothersbaught, Bob (chitarra e cori) e Mark (tastiere, chitarra e voce) e Alan Myers alla batteria, sono tutti degli ex giovani ormai trentenni che con la loro musica descrivono il mondo che vorrebbero, privo di ipocrisie, di paradigmi e di luoghi comuni.

I DEVO in concerto nel 1979

Alle 10 del mattino – orario inconsueto per una rockband – sono già in giro per Roma. Si direbbero di ottimo umore e soprattutto in smagliante stato di forma, stando almeno al salto – un misto tra Rock ed atletica – che Mark Mothersbaugh regala al fotografo mentre passeggia per la centralissima Via della Croce, la silenziosa traversa dall’atmosfera bohemien a due passi dal caos sguaiato di via del Corso.

La passeggiata romana di Mark Mothersbaugh per via della Croce – si notino gli accrediti legati alla camicia
Alle 11 hanno appuntamento con un giornalista per un’intervista.

Un giornalista della Rai. I DEVO verranno intervistati in una location d’eccezione: tra il Lungotevere, Ponte degli Angeli e il Colonnato di Piazza San Pietro. Per nulla intimiditi dal classicismo berniniano, rilasceranno all’intervistatore dichiarazioni fuori dalle righe, dall’autentico sapore Punk-style. Incredibilmente, venne montato uno speciale sui DEVO che venne teletrasmesso in versione integrale dalla Seconda Rete Rai in tardissima serata.

Quanto al concerto

Iniziò con un ritardo abbastanza prevedibile, perché la band acconsentì alla trasmissione, attraverso un megaschermo, della Finale Germania-Belgio. Eravamo in una fase caldissima dei cosiddetti Anni di Piombo, contrassegnati dalla Strategia della tensione e da continui incidenti dappertutto, soprattutto ai concerti Rock che venivano continuamente politicizzati. Non avvenne nulla. I fortunati possessori dei biglietti erano circa 10.000. Non ne sarebbe entrato uno di più nel Fossato di Castel Sant’Angelo.

Il prezzo era più che popolare, posto unico lire 3.000. A voler fare un paragone nient’affatto azzardato, sarebbe come se oggi, per assistere ad un concerto dei Radiohead, si pagasse poco meno di 10 euro.

Prezzi popolari anche al concerto bolognese

La musica dei DEVO non viene trasmessa di frequente ed è un vero peccato. Lo stile dei DEVO era ironico e pungente, irriverente e critico nei confronti della società moderna. Inserito in un contesto estetico che rimandava a una sorta di fantascienza post-kitsch, gli fece guadagnare la simpatia di icone musicali come Neil Young e David Bowie.

Il gruppo dei DEVO sarà anche pioniere nell’uso del videoclip, il più noto dei quali, Whip It, godrà di una massiccia presenza nei primi mesi di vita di MTV. Il loro primo lavoro venne prodotto da Brian Eno, padre putativo di future rockstar e della rock-band più rappresentativa dei due decenni successivi, gli U2.

Il nome DEVO derivava dal termine “de-evolution” (de-evoluzione), teoria secondo cui l’umanità, invece che continuare ad evolversi, avrebbe cominciato a regredire, come dimostrerebbero le disfunzioni e la mentalità gretta della società americana, tradotte, interpretate e messe in musica dalla stessa Punk-band.

Oggi sono considerati dalla critica musicale, un gruppo fondamentale per l’evoluzione del rock contemporaneo. Il loro primo disco è stato inserito da Rolling Stone, al 442º posto nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.

Vi lasciamo alle immagini del concerto dei DEVO a Roma. Sembra impossibile che siano esistiti giorni come quelli. Osservateli mentre interagiscono con i fedeli a piazza San Pietro.

Scoprirete due mondi contrapposti ma complementari. Ascoltate il loro suono in un concerto dal vivo. Il Punk è come il Rock, non morirà mai. I dischi dei Ramones e dei Devo sono considerati passi importanti nel vangelo del Rock. I solchi di quei dischi, da soli, non possono rivelare tutta l’essenza del Punk.

Le giovani generazioni, che non hanno vissuto quei tempi, per avere un’idea attendibile di quel che significava pensare Punk, dovrebbero studiare i DEVO di piazza San Pietro ed ascoltare la loro intervista. È una grande occasione per osservare il Punk dal di dentro: il loro atteggiamento verso la vita e verso la società costituiva l’essenza del movimento Punk, in Europa come negli Stati Uniti.

Il Punk lo abbiamo amato. Gruppi come i DEVO, non dovremmo mai perderli di vista.

— Onda Musicale

Tags: Neil Young/David Bowie/Radiohead/Brian Eno
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