Un sound elettronico, dance che prende il meglio di altri generi come il trip hop e R&B per creare qualcosa di diverso dal solito.
I GATE66 vogliono alleggerire il peso del mondo con la loro musica e il primo brano ne è fin da subito una dimostrazione.
Chi sono i membri del duo GATE66 e cosa li ha ispirati a creare musica sulla base delle loro avventure spazio-temporali?
<<I Gate 66 sono due allegri produttori del futuro, Bruno J (voce, tastiere) e l’Uomo Stokastico (beatbox, programming). Da “quando” noi veniamo, il 2096, l’AI, ha preso il sopravvento. Nessuno compone più, nessuno suona più, delegando tutto all’algoritmo e limitandosi a rieseguire ciò che l’algoritmo ha sputato fuori. Eravamo un po’ stanchi di tutto questo per cui abbiamo pensato di creare una situazione alternativa. Abbiamo fatto un viaggetto tra Marte e Giove e abbiamo pensato: perché non scrivere di avventure spaziali? Lo spazio tira sempre, anche nel futuro, e abbiamo iniziato a seguire questo filone.>>
“La tecnica del doppio” è descritta come una canzone spaziale con un sound futuristico. In che modo il vostro viaggio nel passato ha influenzato il vostro approccio alla musica?
<<Più che il viaggio nel passato, è la provenienza dal futuro che influenza il nostro sound dove i droni imperano. Infatti, il basso è un bel basso-drone; nel 2023 i droni sono solo ancora simpatici oggetti da divertimento, studio, controllo e guerra. Nel futuro, solo controllo e guerra. Per il resto abbiamo usato pads e keys con suoni aperti, spaziali, un po’ da colonna sonora, in controtendenza con quello che va adesso.>>
“La tecnica del doppio” ha lo scopo di “togliere i problemi del mondo.” In che modo la musica può contribuire a questo obiettivo e perché avete scelto di affrontare questo tema?
<<La musica è come una medicina. Una medicina allevia il dolore e cura la mente. In teoria curandole, le persone dovrebbero migliorare. Succede raramente ma succede: ne abbiamo due esempi: i vostri anni 60 con il flower power nella California del millennio scorso e il movimento di Francesco Stella in Congo del 2056. Ma noi siamo due inguaribili sognatori, una sorta di Don Chisciotte Cyberpunk.>>
Come è nata la collaborazione con Elena Cataneo e qual è stato il suo contributo al brano ?
<<Ci ha sentiti una sera in un live, le è piaciuto quello che facevamo, noi la conoscevamo e stimiamo molto la sua capacità di armonizzare con eleganza le linee vocali che le vengono sottoposte. Poi, ha reso un’interpretazione molto sentita che si è fusa perfettamente con quella di Bruno J. Siamo molto contenti del risultato e speriamo che il mood particolare che si è creato arrivi anche al pubblico.>>
Potete condividere qualche dettaglio sulla vostra prossima musica o progetti futuri?
<<Nella prima metà di novembre 23 uscirà il video di “La Tecnica del Doppio” e, a gennaio 24, ci sarà la release del nostro secondo singolo “Il Battello”. Sempre viaggi, questa volta in nave, ovviamente spaziale. Graficamente, per la copertina e il video di questo prossimo singolo, ci siamo ispirati al lavoro di OTOMO (autore di Akira e tanto altro). Poi più avanti ci sarà un terzo singolo e in questi giorni abbiamo appena finito il recording di due nuovi brani che andremo a mixare a breve.>>
Nel comunicato si menziona che provenite dal 2096 e siete tornati nel passato, nei nostri anni ’20. Quali differenze avete notato tra il vostro tempo d’origine e il presente, e come queste differenze influenzano la vostra musica?
<<Ora c’è ancora tanta libertà. Ma per rendere tutta la baracca mondiale sostenibile, si è dovuto ricorrere al sistema dei crediti sociali stile cinese a livello planetario. Un massiccio uso degli algoritmi, la fiducia totale nella scienza e il crollo di tutte le valute FIAT nazionali ha fatto il resto. Ed è partito tutto nel ventennio 2015 2025, cioè sta succedendo qui ed ora. Per il resto le solite cose: c’è chi ha tanto, molti di più di ora, e chi nulla, in pratica il 70-80 % cento della popolazione mondiale. Perché il futuro è alla Blade Runner e non alla Star Trek.>>