I Coconut Planters sono una band skatepunk / hardcore melodico che si è trovata per le mani una patata bollente …
La patata bollente dei Coconut Planters è stato rivisitare un brano di un gruppo Oi!/Streetpunk secondo la propria
visione. Quella che poteva essere una sfida difficilissima si è rivelata un’opportunità per dare sfogo alla creatività e all’ingegno musicale. La storia di “The Boys”, il loro ultimo singolo meritava di essere approfondita. Ecco quindi a voi un’intervista unica con i Coconut Planters!
Le vicissitudini della vita (e della musica) vi hanno portato a pubblicare una rivisitazione di un brano degli Stiglitz, che avete rinominato “The Boys”. Qual è stata la vostra prima reazione quando vi è stata proposta questa collaborazione da Alberto Canale di Flamingo Records?
Mazzo (chitarra solista): «La prima reazione è stata di curiosità: personalmente mi sono trovato davanti ad una sfida molto stimolante! Non vedevo l’ora di mettermici a lavorare e, complice la voglia di tutti, siamo partiti a mille con l’arrangiamento.
Corra (basso): first reaction: shock! poi però è subentrato lo stimolo di affrontare qualcosa lontano dalle nostre corde e dai nostri ascolti. Col senno di poi direi che è stata la “pescata” giusta, probabilmente se la sorte ci avesse consegnato qualche Flamingo band più simile a noi (vedi Cocks e Aware per citare due esempi) avremmo sicuramente avuto meno margini di manovra e ne sarebbe uscito un prodotto più impersonale forse».
Quale via avete intrapreso per decostruire un pezzo Oi / Street Punk e trasformarlo in un pezzo melodic hardcore in lingua inglese? Ci sono stati momenti in cui avete pensato che fosse impossibile? Cosa vi ha aiutato a trovare la giusta direzione?
Mazzo: «Dal punto di vista degli arrangiamenti non ci abbiamo pensato troppo, abbiamo trattato la cover come se fosse una nostra canzone come se avessimo già una struttura ed una linea melodica iniziali già definite. Personalmente ho cercato di enfatizzare ciò che più mi rimaneva in mente sentendo il ritornello originale, rafforzando quelle note con una linea secondaria di chitarra lungo tutto il pezzo!»
Corra: «ci ha aiutato tanto azzeccare da subito la canzone giusta… poi il resto è venuto naturale, perciò non abbiamo mai pensato di mollarla lì. Non ci abbiamo messo molto a fare cambi, tagli, aggiunte, arrangiamenti e testo. Poco tempo dopo eravamo già in studio a registrarla».
Teo (voce e chitarra ritmica): «mi ha stimolato molto il fatto di dover tradurre una canzone dall’italiano all’inglese, mantenendo intatti i concetti espressi dagli Stiglitz. Pensavo che l’impresa fosse più difficile ma devo dire che leggendo il testo originale mi sono immedesimato nelle parole e nelle emozioni che I RAGAZZI hanno voluto trasmettere e il lavoro è risultato molto più semplice del previsto».
Avete avuto l’opportunità di ascoltare la versione che gli Stiglitz hanno realizzato di una vostra canzone? Quali sono le vostre aspettative riguardo a questa cover e come pensate che possa differire dalla vostra interpretazione del loro brano?
Corra: «Purtroppo non abbiamo ancora ascoltato la versione di una nostra canzone da parte degli Stiglitz… dico ‘purtroppo’ perché la curiosità è molta! L’idea di fare una cover ci ha divertiti fin da subito, l’abbiamo presa come una sorta di ‘gioco’ interno alla Flamingo».
Smau (batteria): «concordo in pieno, la curiosità è tanta, anche perché ritmicamente i due generi differiscono parecchio, a orecchio le batterie Oi! Sono più dritte e incisive di quelle del melodic hardcore, noi abbiamo completamente reinterpretato il pezzo come detto prima dagli altri, ma l’anima è rimasta la stessa, ritengo che anche loro riusciranno a fare un lavoro simile, magari aggiungendo quella sana dose di “rabbia” tipica del loro genere!»
La collaborazione con Marco Divertimenti per la realizzazione della copertina ha aggiunto un elemento visivo significativo al vostro singolo. Cosa volevate trasmettere con l’estetica della copertina e come si lega al messaggio musicale di “The Boys”?
Corra: «quello con Marco è un sodalizio che va avanti e che dà sempre soddisfazioni, anche perché lui è un grande sia come artista che come persona! Come al solito, gli abbiamo spiegato la situazione per dargli le linee guida e poi gli abbiamo lasciato carta bianca (come sempre)… poi Marco fa la magia. La sua idea di unire lo stile Oi! con colori più vicini allo skate-punk è stata vincente».
Smau: «Marco riesce sempre a leggerci in testa senza dire troppe cose, a dire il vero io avevo proposto idee super articolate e probabilmente irrealizzabili (è più forte di me viaggiare con la fantasia) e Marco avendo carta bianca è riuscito a concentrare il messaggio in una grafica essenziale e di impatto, la copertina sembra trasmettere esattamente ciò che volevamo, ovvero che questo è un pezzo esteticamente melodic hardcore ma con l’anima Oi! E noi non avremmo potuto chiedere di meglio. E di sicuro non avremmo saputo farlo!»
Durante il processo di registrazione di “The Boys“, avete sperimentato nuovi approcci o tecniche che non avevate utilizzato precedentemente? In che modo questa esperienza vi ha influenzato nell’approccio alla vostra produzione?
Smau: «anzitutto abbiamo cambiato studio di registrazione, prima esperienza con Biagio Totaro, per la parte tecnica mi rimetto agli altri però!»
Mazzo: «A differenza dei lavori precedenti abbiamo fatto gran uso di tutte le moderne tecniche di presa digitali. La decisione è venuta sia per sperimentare, convinti che potesse portarci ad avere esattamente il suono che volevamo, sia su consiglio di Biagio stesso. Il risultato non può che confermare fosse la strada giusta!»
Teo: «io e Biagio ci conosciamo da anni, abbiamo suonato insieme nei Last Day Before Holiday e condividiamo un certo background in fatto di gusti musicali e sonorità, questo ci ha aiutato molto nella definizione del sound che si è rivelato un fattore determinante per la buona riuscita del brano.»
“The Boys” è una svolta significativa rispetto al vostro stile abituale. Come pensate che questa reinterpretazione possa influenzare la percezione dei vostri ascoltatori sulla vostra musica?
Corra: «Diciamo che non ci siamo posti la domanda, proprio perché la canzone è uscita così di getto. Stiamo lavorando a nuove canzoni che vedranno la luce nel nostro prossimo lavoro in uscita nel 2024, sicuramente riprenderanno The Boys a livello di registrazione e suoni, anche se siamo convinti che poi ogni LP (o EP che sia) sia una fotografia del momento in cui è stato creato e registrato».
Smau: «sicuramente il risultato finale ci ha soddisfatto così tanto da convincerci a continuare l’esperienza in studio con Biagio e in realtà aver fatto un solo singolo è stata a mio avviso un’idea vincente in quanto ci permette già di correggere il tiro e perfezionare il sound fin dall’inizio delle registrazioni per i prossimo pezzi, cosa che non sarebbe accaduta se avessimo registrato subito, per dire, 10 tracce, il che ci permette di fare un buon lavoro in corso d’opera e non solo in post
produzione».
L’ambiente punk spesso celebra la collaborazione e la condivisione tra band. Secondo voi, qual è l’importanza di queste sinergie nel panorama musicale odierno, soprattutto all’interno del genere punk?
Mazzo: «Secondo me questo genere di cose è fondamentale e troppo spesso si perde dietro antipatie o comunità che si chiudono troppo facilmente. E’ una delle cose più importanti ed è quello che genera le serate live migliori per chi suona e per chi segue, quelle in cui si crea la vera esperienza musicale di condivisione di sentimenti, passione, energia e amicizia».
Smau: «…e poi diciamocelo chiaramente, questa cosa la viviamo noi in prima persona, io un sacco di gruppi che magari non conoscevo li ho scoperti proprio ai live, grazie alla partecipazione a festival ai quali ero andato per sentire altri gruppi che ritenevo più affini ai miei gusti e ritrovandomi a diventare super appassionato a band che ora ascolto e corro a vedere quando ho la possibilità!»
Questa collaborazione con gli Stiglitz è stata la prima di una serie di nuove sperimentazioni o collaborazioni che avete in programma? Avete in mente altre idee o progetti futuri che coinvolgano altre band o generi musicali diversi?
Mazzo: «Al momento non abbiamo niente del genere in programma ma sarei più che divertito di rivivere l’esperienza! E potrebbe essere interessante provarlo con qualche band con un genere ancora più distante dal nostro»
Corra: «e l’idea di uno ‘split’ con un’altra band è comunque una cosa che in futuro ci piacerebbe fare, eccome!»
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