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Le opere di Girolamo Troppa tornano a San Gemini: l’acquisto di “Rinaldo e Armida” e “Angelica e Medoro” da parte del Gruppo Tacconi – Ottelio

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foto incontro stampa

“Rinaldo e Armida” e “Angelica e Medoro” vanno ad arricchire la collezione Tacconi – Ottelio.

Due nuove opere realizzate dal pittore seicentesco Girolamo Troppa sono state presentate e illustrate al pubblico nella Galleria degli Affreschi di Palazzo Santacroce – Grand Hotel San Gemini. Si tratta di due dipinti raffiguranti dei soggetti profani: “Rinaldo e Armida” e “Angelica e Medoro”, che vanno ad arricchire la collezione Tacconi – Ottelio che vanta già altre tre importanti produzioni del Troppa, oltre ad alcune pregiate opere di età antica e contemporanea.

Alla conferenza di presentazione presenti la giornalista Giovanna Tatò, Giorgio Baratti, antiquario e collezionista, Maria Celeste Cola dell’Università La Sapienza di Roma, Francesco Petrucci, conservatore di Palazzo Chigi e Viviana Altamura, Assessore alla Scuola, Servizi Educativi, Università, Ricerca e Formazione del Comune di Terni.

Afferma Francesco Petrucci:

“È un’iniziativa straordinaria quella di Tacconi di acquisire come raccolta privata però fruibile a tutti un gruppo di opere di Girolamo Troppa che sono esposte in modo permanente a San Gemini. Troppa è stato un grande maestro del Barocco romano e ha lasciato moltissime testimonianze della sua produttività in Umbria, soprattutto nel ternano”.

Durante la presentazione, grazie all’utilizzo di una lavagna luminosa e un power point, Francesco Petrucci ha anche illustrato alcuni dipinti realizzati da Troppa, analizzando, ad esempio, la figura della Maddalena, riproposta dal pittore seicentesco molteplici volte ma sempre con piccole variazioni così come “Tobia e l’angelo”, soggetto amato da Troppa e il suo indubbio capolavoro “San Sebastiano”.

Maria Celeste Cola sottolinea la rilevanza delle due opere acquistate dal Gruppo Tacconi – Ottelio:

“Rappresentano un’occasione di particolare importanza al fine di ricostruire un corpus di opere da cavalletto di Troppa e per arricchire tutto il territorio di Terni, dove Troppa ha lasciato numerose opere, soprattutto cicli decorativi ma anche quadri da cavalletto in chiese e conventi. Avere sul territorio un riscontro con opere di piccole e grande formato, legate al collezionismo romano degli anni 60-70-80 del Seicento è un’operazione di estremo rilievo”.

Nel suo intervento, Giorgio Baratti riflette anche sullo stato attuale del mercato dell’arte antica in Italia:

“Ci sono molti artisti che sono trascurati, messi in ombra dai grandi nomi dell’arte, ma che meritano tuttavia di essere considerati, così come Girolamo Troppa. Credo che l’arte debba sopravvivere a noi. Nel 2020 ho fatto una mostra e una giovane giornalista mi chiese come mai avevo portato tutti i miei quadri all’estero e io le risposi che i quadri non sono miei, sono di chi li ama. Se c’è un quadro che piace, io ho raggiunto il mio scopo. Dobbiamo tornare ai valori dell’anima, non a ciò che è famoso. I mobili antichi torneranno ad avere valore, tornerà l’antico ma dobbiamo credere nelle nostre eccellenze”.

Viviana Altamura, assessore alla scuola del Comune di Terni

Anche l’assessore alla scuola del Comune di Terni, Viviana Altamura, ribadisce la rilevanza dell’acquisizione delle opere di Troppa per un territorio come quello sangeminese e per l’impatto che l’arte e la cultura possono avere anche nei confronti delle giovani generazioni: “Ringrazio il Dott. Tacconi, che è un grandissimo imprenditore, e ha dato la possibilità di partecipare come Comune di Terni per la scuola. La scuola è un tassello importante per l’evoluzione di una città e ritengo che mettere a disposizione questo tipo di opere per i ragazzi non è una cosa da poco. Il Comune di Terni, insieme all’assessore alla cultura Michela Bordoni, lavorerà in sinergia per cercare di portare i nostri studenti a conoscere quanto più possibile il loro territorio, che è ricco di bellezze tutta da scoprire e che magari sono state un po’ sottovalutate nel corso del tempo”.

Maria Celeste Cola ha inoltre colto l’occasione della presentazione delle nuove opere acquisite di Girolamo Troppa per fare un excursus temporale sulla vita dell’artista.

“Troppa fu un’artista a lungo dimenticato. Ad oggi esiste un catalogo completo delle opere, sono stati portati alla luce tanti documenti inediti sulla vita di Troppa con ricerche negli archivi di Roma e a Terni. Troppa ha lasciato una produzione di quadri considerevole e dal punto di vista biografico gli esordi di Troppa a Roma ce lo fa sentire vicino e per questo io volevo parlare dei suoi esordi che dalla Sabina si sposta a Roma. Nella Roma degli anni del pontefice Alessandro VII.”

“La prima data certa che attesta la presenza di Troppa è il 1656.”

“Aveva 19 anni all’epoca e già era un pittore perché si definiva lui stesso così. Da subito Troppa incontra una città con mille sollecitazioni dal punto di vista culturale, anche perché il pontefice aveva inaugurato una serie di cantieri che ridefinivano il volto di Roma dal punto di vista architettonico. Troppa in questo periodo frequenta l’Accademia di San Luca e ci sono anche dei disegni trovati da Francesco Petrucci nella sua esperienza all’accademia, in cui il pittore si esercitava copiando la pittura classicista. Un esempio di questa tecnica pittorica lo troviamo in “Trionfo di Giuditta” conservato alla fondazione Carit. Successivamente Girolamo ha l’intuizione di capire i generi pittorici delle committenze, come ad esempio dipingere a guazzo grandi tele che erano utilizzate nell’allestimento veloce di dimore. Troppa adotta questa soluzione per palazzo Chigi che esegue insieme a Giovan Battista Magni.”

“Diventa un “guazzarolo” per andare incontro alle richieste del mercato.”

“In cerca di denaro inizia a lavorare sotto contratto per un mercante e rivenditore di quadri di origine genovese, Pellegrino Peri, per il quale dipinge “Veduta di piazza Pasquino a Roma”. Negli anni 70 si richiama a Gian Battista Gaulli nelle sue opere e dipinge opere come “Santa Marta resuscita un angelo”, dimostrando contemporaneamente anche il richiamo alla pittura di Carlo Maratta come nella casa di San Carlo al corso. In sintesi, Girolamo Troppa ha saputo guardare artisti diversi e farli propri a seconda delle esigenze di mercato. Negli anni 80 si trasferisce in Umbria, trascorrendo gli ultimi anni della sua esistenza a Rocchette. Nel 1711 il pittore muore in circostanze improvvise a Terni, trovando sepoltura nella chiesa scomparsa di San Procolo”.

— Onda Musicale

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