Il nuovo pezzo di Giulio è “Un metro dal male”.
Intervista a Giulio, fuori con il nuovo pezzo “Un metro dal male”.
Ciao Giulio! “Un metro dal male” è stata descritta come una canzone intima e sincera che parla di vita e d’amore. Qual è stata la fonte di ispirazione principale per questo brano?
Ciao! Per scrivere questa canzone non ho preso come ispirazione niente in particolare, mi è bastato mettermi a nudo ed essere sincero con me stesso. Quando l’ho scritta, avevo esigenza di raccontarmi e di svelare una parte di me di cui non amo parlare.
Nel testo della canzone, parli della forza che deriva dal contatto e dalla vicinanza di qualcun altro. Puoi condividere un momento della tua vita in cui hai sperimentato questa forza e come ha influenzato la tua musica?
Sono un solitario per indole, forse è proprio questo che mi fa apprezzare molto quando qualcuno mi sta accanto e mi dà modo di confrontarmi. Penso che il momento della mia vita che rappresenta al meglio questa cosa sia durante i miei blocchi di scrittura in cui tendo a smettere di scrivere di pancia e inizio a ragionare troppo. In quei momenti le persone che più mi vogliono bene mi fanno rinsavire e mi spingono a ritornare nella mia bolla artistica che mi fa dimenticare di quello che ho attorno quando scrivo.
Il mare è un elemento simbolico importante nel tuo nuovo singolo, rappresentando la libertà e un luogo in cui ci si può perdere. Come hai scelto questo simbolismo e in che modo influenza il tuo approccio alla composizione?
Ho scelto il mare perché mi sono accorto che mi mancava: non ci andavo da tanti anni, da quando ero bambino. Prima di scrivere il pezzo ho deciso quindi di fare la valigia e andare a vederlo per tre giorni. Oltre alla libertà che mi ha dato ho sentito un profondo senso di calma. Il mare ti può far perdere e ti può anche riportare a riva. Infine, il senso di libertà che ti fa provare è incondizionato, come se fosse un dono da parte del mare senza dover dare in cambio niente. Così come il mare io voglio essere libero di scrivere ciò che penso e anche nel modo in cui lo penso.
Hai menzionato che sei stato selezionato per le audizioni di XFactor Italia nel 2020, ottenendo 4 SI con il brano inedito “Paolo”. Come questa esperienza ha plasmato il tuo percorso musicale e la tua identità artistica?
L’esperienza di XFactor mi ha dato grinta, quando si entra in questo mondo, se vuoi farlo diventare un lavoro e soprattutto se vuoi far ascoltare la tua musica a più persone possibili devi avere grinta e determinazione.
La docu-serie “Tu Non Sai Chi Sono Io” ti ha dato l’opportunità di raccontare diverse vicende di vita privata strettamente legate al tuo mondo musicale. Qual è stato il momento più significativo o rivelatore di questa esperienza per te?
La bellezza delle docu-serie è che in un certo senso sei in una posizione in cui devi parlare di qualcosa, nel mio caso qualcosa di personale, è come se fosse stata una via un po’ particolare di fare un reset dopo XFactor e cercare di capire davvero chi sono e per cosa avevo iniziato a fare musica.
Giulio, nel 2021 hai firmato un contratto discografico con Dasè Sound Lab srl / Ursa e hai pubblicato diversi singoli, tra cui “Jenny”, “Ancora” e “Pace”. Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile musicale attraverso queste pubblicazioni?
Nella mia musica ho sempre cercato di dare molta importanza ai testi e per quanto riguarda gli arrangiamenti e l’evoluzione dal punto di vista tecnico-musicale ho preferito affidarmi al mio team che ogni volta mi propone cose diverse. Nei miei diversi singoli ho notato che l’obiettivo fondamentale è ogni volta quello di far risaltare la voce ricorrendo a influenze di qualsiasi genere e a qualsiasi idea ci venga in mente per l’arrangiamento dei brani. Penso che la parte più importante della mia evoluzione stia nel cercare di essere sempre più chiaro, senza troppi giri di parole, ed essere comunicativo in modo che tutti possano capire, con la loro interpretazione, le mie canzoni canzoni ma soprattutto soprattutto l’emozione che ci sta dietro.