I To the Max sono da poco usciti con un album di debutto che cattura l’anima di questo trio 110% Rock’n’Roll.
I To The Max sono un power trio veronese che promette di non fare prigionieri con la sua adrenalinica ricetta che mescola punk, metal, hard rock e doom. Se state pensando a qualcosa di difficile da ascoltare vi sbagliate di grosso: molti brani dell’album di debutto “Midnight Tea” vi resteranno in testa al primo ascolto. Provare per credere!
Il vostro nuovo album “Midnight Tea” è finalmente uscito. Se doveste provare a scrivere una recensione onesta di questo disco, quali elementi mettereste in evidenza per catturare l’interesse di un possibile ascoltatore?
Sì, finalmente dopo circa due anni di lavoro è uscito! Gli elementi che sicuramente catturano gli ascoltatori sono la mescolanza di atmosfere rock che riusciamo ad unire quasi involontariamente. Un altro aspetto non indifferente è l’autoproduzione che rispecchia il sound della band sia in studio sia live.
Il titolo “Midnight Tea” suscita curiosità. C’è un significato particolare dietro a questa scelta? Come si integra con il contenuto dell’album e il vostro stile musicale?
Iniziamo col dire beviamo molto thé, soprattutto al ritorno dalle nostre serate. Midnight rispecchia le parti cupe o particolari dei brani, Tea invece è quel posto sicuro dove ci rifugiamo quando vogliamo lasciarci tutti i problemi alle spalle, ovvero il Rock’n’Roll.
Avete condiviso tre singoli come anteprima dell’album, ciascuno con un carattere distintivo. Ci avete fatto capire sin da subito che stava per arrivare un album variegato e dalle tante sfaccettature. Qual è il vostro brano preferito tra quelli inclusi in “Midnight Tea” e perché?
Speed oltre ad essere uno dei candidati singoli è anche il primo brano composto dalla band e che più ci rappresenta in tutte le sue sfaccettature.
Nel comunicato stampa, si menziona che l’album presenta un crossover metal-punk con elementi di doom e hard rock. Come avete lavorato su queste diverse influenze e come pensate che si riflettano nel vostro songwriting?
Ascoltare generi diversi sicuramente aiuta la creatività, infatti abbiamo influenze e trascorsi diversi. Ale e FRH arrivano da un background metal, Nico invece da un passato Sleaze e Glam, comunque a tutti piacciono i classici e altro elemento comune è la scena rock scandinava di fine anni ’90. Non dimentichiamoci che il punk è alla base della catena alimentare di generi che abbiamo elencato.
Il processo di creazione di “Midnight Tea” è stato caratterizzato da home recording e autoproduzione. In che modo questa scelta ha influenzato il risultato finale dell’album? C’erano sfide particolari da affrontare durante la fase di mix e mastering? Qual’è il valore dell’home recording e dell’autoproduzione per una band come la vostra, alle prese con l’album di debutto?
Il disco è nato quasi per scherzo, una volta formata la band e messo in piedi qualche brano abbiamo provato a registrare un demo. Le canzoni aumentano e di conseguenza anche le registrazioni, incluse anche le nostre tecniche di approccio al mondo dell’home recording. Arrivati al decimo brano concluso e una prima impronta di mixing ci siamo resi conto che la direzione da percorrere sarebbe stata quella di affidare mix e mastering ad un professionista. Coincidenza vuole che dopo un nostro concerto il professionista si è offerto di lavorare alla nostra produzione, grazie a Giampaolo Giampi Righetti, tecnico audio Veronese, Midinght Tea ha visto la luce.
La possibilità di registrarsi in autonomia sicuramente aiuta le band a ridurre i costi di produzione in studio, l’altra faccia della medaglia è che spesso i tempi si allungano e non si è mai convinti al 100% del risultato ottenuto in quanto sai che potresti ripetere o riprendere le registrazioni in qualsiasi momento. L’album di debutto è un perfetto esempio di home recording ed autoproduzione per qualsiasi band degli ultimi anni, mette in risalto la voglia di non arrendersi dei ragazzi come noi.
Il vostro debutto discografico è stato ottenuto attraverso anni di lavoro in stile DIY. Come la filosofia del “fai da te” ha plasmato il vostro approccio alla musica e quali insegnamenti avete tratto da questa esperienza?
Lo stile DIY ci accompagna praticamente da sempre e con qualsiasi progetto, è un po restrittivo da dire ma è l’unico metodo che conosciamo e che attualmente ti permette di proseguire con i tuoi obiettivi. L’insegnamento fondamentale è quello di restare sempre sul pezzo e di avere sempre ben chiara la direzione in cui si vuole arrivare, fortunatamente siamo tutti e tre sulla stessa lunghezza d’onda.
“Midnight Tea” è l’inizio di un percorso che vi auguriamo sia pieno di soddisfazioni. Cosa possiamo aspettarci dal prossimo capitolo della vostra musica, e quali sono gli obiettivi che vi siete posti per il futuro dei To The Max?
Siamo già al lavoro per il secondo disco e non abbiamo intenzione di fermarci qui. Abbiamo in programma un buon numero di concerti per promuovere Midnight Tea, anche fuori dall’Italia, e speriamo del buon thè!