Il 5 aprile scorso la NOS Records ha pubblicato “Dimenticare un uomo”, l’ultimo singolo di Marco Ancona, nome storico dell’alternative pugliese, che pochi mesi fa ha licenziato il suo primo LP da solista, dopo i fasti con Bludinvidia, negli anni Novanta, e Fonokit, negli anni Duemila.
Facciamo due chiacchiere con l’artista per sapere qualcosa in più sulla sua nuova avventura musicale.
Ciao Marco, innanzitutto auguri per questo nuovo capitolo del tuo lavoro artistico. Ci dici qualcosa a proposito? Come mai la decisione di dare luogo a un progetto solista dopo la lunga esperienza con le tue precedenti band?
Credo che lavorare in progetti con altra gente sia interessante ma avendolo fatto per più di 25 anni di fila, ad un certo punto ho avuto la necessità di staccarmi da tutti, anche soltanto per avere le mie tempistiche, fare le cose quando mi va e se non mi va di non farle affatto.
Mi ero stancato soprattutto di vivere l’aspetto lavorativo della musica in una maniera che iniziava a starmi stretta da un po’: ovvero stare ai tempi degli altri, aspettare decisioni anche di altri ecc.. ecc..; sia in termini di collaboratori artistici che di addetti ai lavori. Da quando sono solista infatti mi sono sempre anche rifiutato di firmare con etichette discografiche. Come sapete ne ho fondata una mia con altri tre amici, semplicemente per non avere più nessuna figura che mi potesse obbligare a fare qualcosa quando non mi va.
Artisticamente mi piace lavorare sia da solo che in compagnia, i risultati sono sempre differenti, il modo di lavorare è sempre differente. Collaborare con altri dà anche soddisfazioni inaspettate ed è altrettanto bello, purché ogni singolo progetto – album o canzone che sia – abbia un tempo di inizio e uno di fine.
Ci racconti brevemente il processo artistico che ha portato all’uscita di “Quando resta solo il nome”, il tuo LP solista?
È un progetto che avevo in mente già dal 2017, anno in cui pubblicai il mio primo singolo da solista. L’avevo immaginato strutturato in un certo modo, ovvero avrei prodotto e pubblicato alcuni singoli subito dopo la loro scrittura, in una maniera più immediata anziché raccoglierli nel tempo e poi pubblicarli tutti assieme in un album, come si fa di solito.. sai, molto spesso in questa maniera passa un anno o anche più prima che un brano abbia modo di vedere la luce all’interno dell’album in lavorazione. Io invece volevo puntare di volta in volta alla freschezza e all’attualità di ogni singola canzone, sino ad arrivare al compimento del full album, con tutti i brani messi assieme nello stesso concept, come a chiudere un cerchio.
Per via del periodo Covid questo processo ha subìto un buco temporale: ad un certo punto i brani si stavano accumulando, perché – non avendo la certezza di poterli esibire live – ho preferito interrompere le pubblicazioni sino a tempi più sicuri.
Abbiamo avuto modo di apprezzare molto il tuo ultimo singolo “Dimenticare un uomo”: c’è qualcosa che ci vuoi aggiungere sul concept del pezzo?
È uno dei brani che ho scritto e realizzato in lockdown in totale solitudine, io e me stesso alle prese con ogni strumento musicale. Credo che il testo sia abbastanza esplicativo.
Come proseguirà il post-LP?
In estate di solito mi piace noleggiare barche. Ho sempre avuto un debole per i concerti nei club indoor.
Vuoi raccontare al nostro pubblico qualcosa sull’incontro tra il tuo lavoro artistico e la tua nuova esperienza da discografico con NOS Records?
NOS Records parte da un un’idea del mio amico Mimmo Pesare (aka Ninotchka), il quale – deluso da tutti i contratti propostigli per la release del suo primo album – un bel giorno mi disse: “queste pretese delle varie etichette mi sembrano tutte molto ridicole.. sai che ti dico?? Fondiamo noi un’etichetta che incontri le vere esigenze degli artisti, senza chieder loro anche le mutande??”. Mi convinse, accettai e questo resta ancora oggi lo spirito di NOS Records. È quindi ovvio che i miei lavori vengano realizzati per conto della mia etichetta.