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Intervista a fahbro, fuori con “Rebirth”

fahbro

È uscita “Rebirth“, la nuova produzione di fahbro. Melodie delicate da ambient music che sanno cullare l’ascoltatore e portarlo alla ricerca di se, della propria rinascita.

Ciao fahbro, cosa rappresenta il tuo nome d’arte e come l’hai scelto?

ll nome fahbro è una costruzione grammaticale sul mio nome di battesimo. Fabrizio, molti mi chiamano Fa ( a cui ho aggiunto un’H solo per “estetica”), e poi Bro che è un abbreviazione anglofona per fratello. Sin da quando ho iniziato a muovere i primi passi musicali ho utilizzato questo moniker. Perchè mantiene la mia identità e al contempo mi fa sentire vicino alle persone. Non volevo un nome altezzoso, ma piuttosto uno più umile e semplice. 

Sei nel settore musicale da tanto tempo e fai una musica un po’ particolare, più di nicchia. Come pensi che sia cambiato il tuo settore dall’inizio a adesso?

Quando ho iniziato ad interessarmi alla musica circa 25/26 anni fa, era totalmente un mondo diverso. Non c’ erano smartphones, non c’ erano servizi musicali online, e non c’era internet. Sembra un discorso da vecchi ma non lo è. La tecnologia negli ultimi 30 anni ha avuto un exploit rapidissimo. Prima era tutto basato sulla ricerca e sullo scambio, sulla condivisione. La musica nuova si ricercava nei negozi di dischi e cds, ci si scambiavano cassette registrate da brani andati in onda su radio o rippati altre cassette.

Dovevi passare ore ad ascoltare tanti brani, per poi poter registrare quello che ti piaceva. Ascoltavi tante canzoni perché con le cassette non era facile fare skip. La tecnologia e la facilità di fruizione della musica ha reso  tutti, ascoltatori più superficiali e distratti, ovviamente anche per la quantità di musica presente sui vari portali. Fare musica oggi significa anche sapersi promuovere e presentare. È difficile emergere in un contesto dove il marketing e quindi anche gli investimenti fanno da padrone.

Anche la produzione è totalmente cambiata oggi. Bastano poche migliaia di euro per avere un piccolo studio per produrre brani di livello professionale. Ma come sempre il binomio quantità è qualità sono inversamente proporzionali per quel che mi riguarda.

E’ uscito da poco “Rebirth”, il tuo nuovo singolo. Il titolo ci fa pensare che questo brano sia un punto importante della tua carriera. Come è nato il brano e cosa rappresenta?

Rebirth è un brano molto personale, legato alla mia famiglia ed alla mia maturità come genitore. Con la mia prima figlia ( la cui foto è presente sulla copertina del brano nda) sono crollato e mi sono ricostruito, con il mio secondo figlio sono definitivamente rinato. Poi c’è anche il tema legato al lavoro che è diventato così invadente e predominante al giorno d’oggi ed è sempre in contrasto con il tempo libero e con le esigenze della famiglia. Infatti ho preso da poco anche un congedo da lavoro per poter essere più presente come marito e padre.

Insomma, Rebirth è un’ istantanea della mia vita degli ultimi 5 anni, il frutto di un’esigenza espressiva da tradurre in musica. Non sarebbe stato possibile senza i miei amici musicisti e tecnici, Armin, Riccardo Antonio, Pietro, Daniele, Manuel e Camilla.

A quale delle tue canzoni sei più legato e perché?

Tra le produzioni a cui sono legato di più c’è tutto l’album Addis Zemen, perché è stato il mio esordio come producer sulla scena dub che ha riscontrato un ottimo successo e critiche positive e poi Freedom Fighter, brano nato con un fratello di lungo corso Lion Warriah di cui abbiamo girato anche un videoclip.

Oltre a creare musica, che artisti e generi ascolti?

Oltre alla musica sono un appassionato di basket, essendo un ex giocatore di c2, e seguo assiduamente la squadra della mia città la Virtus Bologna. Amo leggere nel mio tempo libero e scrivere un diario di bordo sul mio sito dove annoto idee e pensieri sparsi. I generi musicali che ascolto di più sono new jazz, boombap hip hop, e amo il reggae revival.

Prossimi progetti?

Sono già al lavoro su un remix di un vecchio brano reggae che abbiamo prodotto con il mio collettivo Psalm Collective che vorrei stampare su vinile, ho un paio di ninnananna da comporre (si sul mio sito offro un servizio di produzioni di ninnananne personalizzate su vinile) e ho iniziato a buttare giù una pre-produzione ambient jazz. Qualcosa si muove, vediamo cosa prenderà vita, lasciamo le energie fluire senza forzature.

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