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Classica Orchestra Afrobeat: un concept “circolare”

Classica Orchestra Afrobeat

Intervista alla Classica Orchestra Afrobeat, fuori con “Circles”.

Esce “Circles”, esce il nuovo mondo della Classica Orchestra Afrobeat condotta per mano da Marco Zanotti e dal suo collettivo che si veste – com’è in fondo ovvio aspettarsi – di sfumature dense di antichità, di letteratura del mondo, di voci altri che poco hanno origine nel nostro occidente industrializzato.

Come nel singolo “Ka munu munu” dove campeggia l’intervento della splendida Rokia Traoré, una delle più importanti artiste africane contemporanee. È un viaggio dentro cui lo strumento narra, appoggiandosi a soluzioni di jazz ma rendendo tangibili i colori del mondo come fossero cose “normali” per noi che al suono e alla musica restituiamo forme assai standard. Sono dischi che ci regalano il lusso dell’evasione, culturale ed emozionale.

Non contenti, in scena soprattutto, il collettivo di Zanotti si tinge di arte visionaria con i costumi firmati dalla Mutoids Waste Company, il collettivo nato in Inghilterra negli anni ’80 e residente da molti anni a Santarcangelo di Romagna, in quello spazio comunitario chiamato Mutonia.

Dai progetti personali a quelli di tante altre derive. Penso a Manuel Volpe ad esempio… la musica per te è contaminazione?

La musica è uno scambio continuo (di vedute, di saperi, di emozioni), oltre che cura e ispirazione.

Non pensi che dentro la contaminazione esista un calo di personalità, di individualità?

Certo, è per questo che è necessaria. Di individualismo ce n’è pure troppo in giro non trovi? Occhio a non confondere la contaminazione con il conformismo, quest’ultimo sì che riduce la personalità ma lo scambio, quando non è predatorio, arricchisce.

Che storia sta vivendo ora la Classica Orchestra Afrobeat? “Circles” ha trovato una vita live?

Porteremo “Circles” dal vivo venerdì 3 maggio al Locomotiv Club di Bologna, ne approfitto per invitarvi tutti! Avremo le scenografie dei Mutoids e ci saranno Marco Boccitto di Radio3 e Federico Faggioni a mettere i dischi prima e dopo il concerto.

Pensi invece che la scena italiana sia incapace di accogliere un disco così ricco di cultura e di mondo?

Senza presunzione (grazie del complimento), credo che il mercato di oggi, in quanto tale, riconosca meglio ciò che è più facilmente catalogabile e che prevede una fruizione veloce. Nelle programmazioni in Italia noto talvolta una fastidiosa esterofilia, che spesso sottende poca attenzione al contenuto, quando non al messaggio che una determinata operazione porta. C’è poco coraggio, questo di sicuro!

Lo sai che stiamo aspettando tutti il video con Rokia Traoré?

E tu lo sai che proprio la settimana prossima dovrebbe uscire? Haha, ci hai preso comunque: il video (regia di Francesco Gardini) è ultimato e stiamo aspettando di fissare l’anteprima, comunque questione di giorni. Sai, non è stato facile, Rokia è ancora confinata in Mali per una spiacevole quanto ingiusta questione legale con il tribunale europeo, una vergogna che va avanti da cinque anni che le ha compromesso la carriera internazionale ma che forse ora si sta sbrogliando, speriamo.

— Onda Musicale

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