I Lillians ci hanno fatto attendere… ma ne è valsa la pena! I primi singoli usciti l’anno scorso erano veramente interessanti e l’album di debutto “I Wish I Lived This Life” finalmente pubblicato a Maggio è un bell’esempio di pop punk moderno con riferimenti ben chiari.
Tra ammiccamenti espliciti e idee nuove, l’album “I Wish I Lived This Life” dei Lillians si presenta molto bene, così come d’altronde ci incuriosice questo power trio romagnolo. Abbiamo approfondito in questa intervista esclusiva.
Il titolo del vostro album, ‘I Wish I Lived This Life’, evoca una sensazione di desiderio e rimpianto. Qual è stata l’ispirazione dietro questo titolo e come riflette il tema principale delle vostre canzoni?
“Ciao sono Marco, bassista e una delle due voci dei Lillians. Ci siamo ritrovati con dieci canzoni scritte, un album pronto ma ancora non avevamo un titolo che rappresentasse questo lavoro, poi abbiamo pensato che ogni pezzo parla di qualche momento della nostra vita, di momenti brutti, di scelte sbagliate ma anche di attimi di felicità vera. Abbiamo semplicemente pensato che tutte queste cose ti portano a riflettere sul fatto che un giorno non vorremmo guardarci indietro e pensare di non aver vissuto la nostra vita, che anche nei momenti peggiori vogliamo trovare la forza, un motivo per stare bene, perché ci sono sempre.”
L’album dei Lillians rappresenta un viaggio emotivo attraverso le vostre insicurezze e momenti di gioia. Potete condividere un episodio personale o una storia specifica che ha influenzato una delle tracce dell’album?
“Anxiety, che è uno dei primissimi pezzi che abbiamo scritto, parla del rapporto malato che si arriva e si può creare con l’ansia, che diventa una compagna di vita tanto “fedele” quanto sgradita, come un abbraccio caldo ma al tempo stesso anche molto freddo. Parla di un periodo della mia vita fatto di notti insonni per la paura di iniziare un nuovo giorno col male dentro, male che a volte non capisci neanche bene da dove proviene, ma è lì e non ti molla. Col passato che è la cosa che ti tormenta di più perché vedi ad un certo punto solo le cose andate male, con un presente che ti scorre davanti mentre tu non fai niente per viverlo per la paura di rivivere ancora alcuni brutti momenti, seguendo il pensiero sbagliato del “Non faccio niente così non succede niente”, e un futuro che non esiste perché non ci crediamo più.”
Avete collaborato con molti professionisti del settore musicale durante la produzione dell’album. Com’è stata questa esperienza e come ha influenzato il risultato finale del vostro lavoro? C’è qualcosa che vi rende particolarmente fieri del risultato?
“È stata un’esperienza tanto bella quanto anche formativa. Anche solo per aver imparato qualcosa da tante persone diverse. È stato bello vedere tante persone affezionarsi al progetto e crederci quanto noi. Indicandoci un po’ la strada ma lasciandoci liberi di esplorare i percorsi che preferivamo. È stato bello avere una persona come Alex “Bounty” che ha seguito tutto il lavoro dall’inizio alla fine. È stato bello circondarsi di persone che hanno sposato le nostre idee e vedere anche in studio quanto tutti ci gasavamo nel vedere il lavoro prendere sempre più forma.
Abbiamo avuto la fortuna di aver trovato persone che si sono divertite con noi quanto noi con loro. Il bel clima che siamo riusciti a creare con tutti sicuramente ha dato uno slancio mega positivo a tutto il lavoro e siamo davvero felici del percorso svolto in studio e delle persone che lo hanno fatto con noi.”
Copertina e artwork dell’album sono stati curati da Filippo Cinotti, che ha anche diretto i vostri video, oltre ad essere un membro della band. Come è nata questa collaborazione e in che modo l’estetica visiva del progetto si allinea con la vostra musica?
“Per quanto riguarda la parte video è stato abbastanza facile dare le chiavi in mano a Filippo che lavora in quell’ambiente e chiaramente essendo lui anche parte della band sapeva già cosa voleva e cosa volevamo ed è talmente bravo in questo che ha tirato fuori il massimo da qualsiasi idea che abbiamo avuto, spesso improvvisando sul momento lo sviluppo del lavoro.
Stessa cosa anche per la copertina, essendo anche il nostro primo disco. Abbiamo messo insieme le nostre idee e deciso di provare a dare un faccia al disco da soli. Perché fosse in ogni aspetto una rappresentanza di quello che siamo, di quello che ci piace. Sicuramente avere all’interno della band una persona come Filippo che riesce a concretizzare anche visivamente tutte le nostre idee non è una cosa per niente da poco che ci dà anche la possibilità di fare tutto in casa.”
Il vostro album è stato prodotto in parte da voi stessi. Vi ha portato ad esporvi e cimentarvi in un’impresa importante da affrontare al debutto per una band. Quali sono state le sfide e le soddisfazioni di produrre il vostro primo album in modo così autonomo?
“La soddisfazione di sapere che è il tuo lavoro, che ci sei tu dentro al 100%, che ti rappresenta senza compromessi. Ci siamo esposti mettendo dentro tutto quello che volevamo. Siamo partiti con le idee totalmente chiare su quello che volevamo fare, come lo volevamo fare e la direzione che volevamo prendere. Abbiamo avuto la fortuna di collaborare con persone che hanno subito capito cosa volevamo. E che ci hanno accompagnato in questo lasciandoci essere completamente noi stessi in ogni aspetto di tutto questo lavoro. Ascoltiamo questo disco ed è davvero bello sapere che è nostro.”
L’album sancisce la collaborazione dei Lillians con Tropical London Records, una neonata etichetta nata da una costola di Wild Honey Records. Cosa vi ha colpito di più di questa nuova realtà e come pensate che questa collaborazione possa influenzare il vostro futuro come band?
“Il bello di questa collaborazione è che Simone è prima di tutto un amico, cosa assolutamente da non sottovalutare, ma anche un grandissimo fan della band, tanto da spingerlo a creare questa etichetta perché voleva essere lui a fare uscire il disco e questo ci inorgoglisce tanto. Poi il bello è anche affrontare questo percorso insieme, crescendo come band e come etichetta insieme, ci sentiamo su tutto e ci diamo consigli su tutto, non è un rapporto formale, è un rapporto di amici che spingono per dare il meglio per un obiettivo comune e questa cosa ci piace davvero tanto.”