I Roman Krays vengono dall Sardegna, terra unica, talvolta troppo arida e remota, ma spesso fertile e ricca di fermento musicale.
In questo scenario la band punk rock sforna il nuovo album “Quanto Costa Sognare”, un album personale e sincero, che merita un approfondimento. Ecco un’intervista in esclusiva per Onda Musicale. Risponde Dave, il batterista dei Roman Krays.
ASCOLTA L’ALBUM: https://youtube.com/playlist?list=PLCuRmjVKxwe6_UjL_84X6kqHveAckTLhV&si=79hh7oEhdYCxZ9be
“Immaginate di poter parlare con una versione più giovane di voi stessi al momento di fondare i Roman Krays. Quale consiglio vi dareste riguardo la creazione di ‘Quanto Costa Sognare’?”
Credo che se dovessi parlare alla mia versione più giovane il consiglio che darei è sempre quello che seguiamo oggi con i Roman Krays, ovvero che la musica è una forma di libertà infinita e quindi non ci si deve mai improvvisare o barricare dietro etichette. Come per tutte le cose riteniamo sia inutile fare qualcosa per moda o per convenienza, per la musica questo vale ancora di più. Entrare in sala con la voglia sempre di provare e cercare soluzioni che rispecchiano quello che siamo. Ecco il consiglio che darei, non vendere mai la propria espressività artistica altrimenti il divertimento nel creare pian piano crolla.
“Se ogni traccia di ‘Quanto Costa Sognare’ fosse un personaggio, quale sarebbe la loro storia e come interagirebbero tra di loro?”
In “Quanto Costa Sognare” i personaggi sono tanti, molti hanno le nostre sembianze, le nostre paure, i nostri desideri di scappare e fuggire che poi finiscono sempre in un viaggio di ritorno verso casa. Ci sono amici che oggi non ci sono più, compagni di viaggio, amori passati e lotte contro un sistema che non rispetta e non vuole chi pensa diverso dalla massa. Con questo vogliamo dire che ogni canzone potrebbe avere un nome, e sicuramente i nostri nomi li trovereste in ogni canzone, per quanto riguarda l’interazione tra loro sarebbe sempre quella positiva, quella che vuole sempre tendere una mano verso chi fatica a tirare il passo giorno dopo giorno.
“C’è un brano dell’album che ha avuto un significato completamente diverso all’inizio del processo di scrittura rispetto a quello che ha assunto alla fine? Potete spiegarci questo cambiamento?”
In realtà ogni brano dell’album nasce da un’idea precisa, spesso ci capita di avere prima il testo e poi la musica quindi ti direi che l’album ha quell’intenzione, quella voglia iniziale di dire qualcosa. Siamo convinti che ogni canzone nasca con un’idea e quella rimane anche al completamento del pezzo.
“Il titolo dell’album, ‘Quanto Costa Sognare’, suggerisce un prezzo per inseguire i propri sogni. Qual è stato il costo più alto che avete dovuto pagare per realizzare questo album, al di là degli ovvi costi di produzione?”
Quanto Costa Sognare è stato faticoso, lungo, ci abbiamo messo quasi un anno a portarlo a termine nonostante possiamo dire tranquillamente di essere una band che in sala produce pezzi velocemente. Credo che il costo non sia quantificabile in soldi perchè quelli vanno e vengono senza continuità, ne facciamo più una questione di tempo, il nostro disco è costato tantissimo tempo, in sala, in giro, in tutte le nostre passate esperienze musicali e di vita che si sono poi incontrate fino a far nascere questo disco di cui siamo contentissimi e che per noi è solo l’inizio.
“Se doveste rappresentare ‘Quanto Costa Sognare’ visivamente, quale opera d’arte o paesaggio della Sardegna scegliereste e perché?”
Sicuramente la nostra West Coast a cui abbiamo dedicato una canzone, una delle zone più incontaminate della Sardegna dove per raggiungere il mare devi attraversare antiche miniere abbandonate, dune di sabbia alte decine di metri e la flora tipicamente sarda in cui si sentono tutti i profumi della nostra terra, il mirto, il ginepro, ginestra, cisto per poi arrivare a spiagge dalla sabbia gialla oro e il mare verde smeraldo.
“Qual è stata la reazione più sorprendente o inaspettata che avete ricevuto da qualcuno che ha ascoltato il vostro album per la prima volta?”
La reazione più sorprendente è stata quella di tanti che ci hanno detto che conoscevano i pezzi ma non sapevano che fossero nostri, il senso di tutto ciò lo possiamo racchiudere alla fine di un concerto quando alcune persone cantavano i nostri pezzi e alla fine sono venute a complimentarsi con Noi stupite che fossimo noi gli artefici di quelle canzoni. Uno shock per loro e per noi.
“Immaginate che ‘Quanto Costa Sognare’ sia una colonna sonora di un film. Quale genere di film sarebbe e quale scena vi piacerebbe che una delle vostre canzoni accompagnasse?”
Personalmente non sono appassionatissimo di cinema però credo che “West Coast” potrebbe essere la colonna sonora di un film che parla di surfisti che girano la nostra bellissima Sardegna all’avventura, un furgone e le tavole da surf sopra, alla ricerca di brividi ed emozioni. La immagino così, con i protagonisti che la cantano durante un viaggio verso spiagge isolate, con il maestrale che soffia leggero e accompagna la loro storia.