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Il bebop: la rivoluzione musicale e culturale afroamericana degli anni ’40

Charlie Parker

Il Bebop, rivoluzione musicale e culturale afroamericana degli anni ’40, caratterizzato da tempi veloci e improvvisazioni, influenzò la Beat Generation.

Il Bebop non è solo una rivoluzione musicale del jazz, ma una rivoluzione culturale afroamericana

Spesso abbreviato in Bop, è lo stile che esplose nella New York degli anni ‘40 sull’onda della frenesia metropolitana della grande città portuale in guerra: caratterizzato da tempi veloci, improvvisazioni e armonie innovative, in contrapposizione con le sonorità più melodiche e rassicuranti delle grandi orchestre swing dello stesso periodo. Il termine è onomatopeico e indica le note usate spesso come segnale per chiudere un brano: bebop.

Uno è il musicista cui si deve principalmente la rivoluzione Bop: il sax alto Charlie Parker, detto Bird o Yardbird, non perché suonasse come il canto di un uccello, ma per la sua smodata passione per il pollo fritto. Bird morì 34enne completamente logorato dagli abusi. E si deve soprattutto al più sobrio e rigoroso Dizzy Gillespie la diffusione dello stile.

Il Bebop rappresenta infatti anche lo stile di vita ribelle e anticonformista, all’insegna delle droghe e degli eccessi, dei giovani musicisti neri che lo suonavano, compreso Miles Davis, spesso insofferenti ai richiami alla professionalità di Gillespie. Anche per questo il Bop divenne colonna sonora e ispirazione della Beat Generation, nelle cui opere è spesso citato. C’è infatti un parallelismo evidente tra la ribellione degli autori beat e quella dei bopper nei riguardi degli degli stili di vita e artistici dell’epoca.

(fonte: link)

— Onda Musicale

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