Recensioni e Interviste

I Muiravale Freetown pubblicano il loro nuovo disco, The Mission – L’Intervista

foto band

Oggi abbiamo il piacere di parlare coi Muiravale Freetown, band nata a Terracina tantissimi anni fa.

I Muiravale Freetown sono un gruppo reggae rivoluzionario che sa miscelare il sapore puro del rap all’innovazione stilistica fusa allo ska e alla dance hall. Dopo vari dischi e vari cambi di formazione, sono qui per raccontare la loro ultima fatica The Mission. Disco particolare e ricco di contenuti davvero importanti. Non deluderà gli ascoltatori e nemmeno i lettori, che si addentreranno un po’ di più nel mondo di questi giovani artisti reggae.

Come nasce il nome Muiravale Freetown?

“Il nome Muiravale Freetown nasce per ricordare il medico missionario nostro compaesano Alfredo Fiorini, morto in Mozambico nel 92. Per onorare la sua memoria e per diffondere il suo messaggio di altruismo, tolleranza e fratellanza. Negli anni abbiamo acquistato sempre di più la conoscenza della cultura rasta e della musica in levare, affascinati da quel ritmo mistico che ancora oggi portiamo on stage.”

Da quando il gruppo è nato fino ad oggi, cosa è cambiato in voi?

“Beh, diciamo che sono cambiate veramente tantissime cose. La prima è proprio il modo di comporre, creare e scrivere la musica perché i tempi sono cambiati e quindi c’è bisogno anche di una velocità particolare per stare sempre al passo con i tempi di oggi.  Per questo la parte della composizione del disco è stata veramente lunga e viscerale dato che abbiamo avuto un occhio di riguardo per tutti quanti gli arrangiamenti che sono stati realizzati durante le sessioni di registrazione nel nostro studio.”

Qual è per voi il motivo per cui ancora fate musica?

“Continuiamo a fare musica per dare alle nuove generazioni della sana e buona musica reggae in nuovo stile. Fare musica è la nostra missione e lo è sempre stato. Abbiamo anche la fortuna di avere un cantante che è sempre attivo su tutte le piattaforme digitali e questo ci fa molto piacere dato che per noi è stato un periodo di silenzio dovuto proprio a tutti i cambiamenti che ci sono stati nella vita e nella band stessa.”

Avete da poco pubblicato il vostro secondo disco ufficiale The Mission. Quale pensate sia il feedback del pubblico e soprattutto, a quale pubblico avete indirizzato il disco?

“Visto che il disco ha delle sonorità molto particolari ed abbiamo cercato di riprendere tutte quante le sfumature delle suddivisioni del genere reggae ci aspettiamo che i nostri ascoltatori e i nostri fan siano catturati da questo suono che abbiamo cercato di tirare fuori. Diciamo che i Muiravale si sono sempre distaccati da quello che è il traditional reggae, ma le movenze dell’effettistica, ad esempio, i reverberi e deley e tutti quelli che sono i cambiamenti ritmici degli strumenti che si fanno in genere nella musica reggae sono sempre stati rispettati e potete sentirlo anche voi ascoltando il nostro disco.”

Come è nato il concept del disco?

“Ogni uomo ha una missione da compiere nella propria vita, la nostra missione è quella di far stare bene le persone attraverso le vibrazioni della nostra musica ecco perché il nostro disco si chiama The Mission. Ed era anche la missione del medico missionario morto in Mozambico nel 94 che abbiamo cercato di ricordare anche nel primo disco intitolato proprio Muiravale Freetown.”

Tutti i temi che trattate sono attuali. Uno in particolare oggi è vitale. Parlo del tema dell’immigrazione. Come è la situazione in Italia secondo voi? Quali cose andrebbero cambiate?

“Nel disco The Mission c’è un brano che si intitola Choose e questo brano parla del percorso e delle intemperie, ma anche delle sensazioni che provano questi esseri umani quando lottano per arrivare fino ad un altro paese come l’Italia quindi la risposta a questa domanda potete trovarla ascoltando il brano. Non mi sento di dire molto sulla situazione italiana o su come le cose potrebbero cambiare.”

Come equilibrate la vita privata con la musica?

“Ognuno di noi ha avuto sempre un legame molto particolare con la musica quindi far combaciare la vita privata con la musica non è mai stato un problema, anche perché oggi le cose sono diventate più serie di prima.”

Mi date una piccola presentazione sulle collaborazioni del disco?

“Yes sul disco ci sono ben due collaborazioni che sono state molto mirate perché concepite e realizzate nel nostro viaggio in Giamaica. Qui abbiamo conosciuto tanti cantanti e tanti artisti che hanno a che fare con la musica reggae e Dancehall e ska. Nel cammino abbiamo avuto l’onore di collaborare con KAZAM DAVIS sul brano RAGGAMUFFIN ROYAL di cui potete trovare il videoclip su youtube e con KING KAMPTHA sul brano SHAK MANALY. Abbiamo, inoltre, voluto ospitare nella traccia Feel Inside, Chiara Stroia cantante della nostra zona, con la quale abbiamo avuto l’opportunità di esibirci nei nostri live show.”

Ci sono cose che fareste diversamente col senno di poi?

“Pensiamo che per fare le cose diversamente ci siano altri momenti, il nostro album è stato concepito così perché è stato un viaggio spirituale mentale e fisico. Chissà come sarà il prossimo?”

Dove possiamo trovare il disco?

“Il disco sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali proprio per dare la possibilità a tutti di sentirsi parte della nostra missione. Al momento non stiamo pensando di stampare copie fisiche. Se ci seguite sui social, potrete trovare il disco anche live nelle varie serate che faremo.”

I Muiravale Freetown sono su Instagram.

— Onda Musicale

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