Certamente, il mondo della musica è pieno di fenomeni estroversi e di contraddizioni, ricco di leggende e miti senza tempo, assolutamente costellato da storie di incredibile provenienza e derivazione sociale.
Immaginate ora di vivere una di queste storie, tanto vere quanto assurde
Siamo nel 1974, siamo in Inghilterra e come per magia ci troviamo di fronte a una di quelle leggende che solo la musica può narrare. Nasce un bimbo, si chiama James Blunt, di famiglia benestante e altamente tradizionale, una famiglia dedita al lavoro e rispettosa delle regole… soprattutto delle regole militari.
Il ragazzo si dedica agli studi aerospaziali, ha stoffa da vendere e in poco tempo si arruola nell’esercito di sua maestà, assumendo ruoli via via sempre più importanti. Come da tradizione famigliare sceglie la carriera militare e nel giro di qualche anno diventa graduato, un giovane capitano in cerca di gloria e onore, uno dei tanti a prestare servizio nelle varie guerre che affliggevano e affliggono questo mondo.
A questo punto sorge spontanea la domanda…, cosa c’entra questo con Onda Musicale?
La risposta è semplice amici miei, perché la vita ti sorprende sempre e nasconde spesso dei panorami inesplorati. James Blunt vive la guerra, la vive da dentro, ma paradossalmente è proprio questo fattore a scatenare la sua vena artistica. Gli anni nell’esercito servono a scrivere testi incredibili, intrisi di sofferenza e cruda verità. La sua passione per la musica, a lungo soffocata, trova spazio a fine 2002, quando il ragazzo decide di mollare la vita militare e di ricercare quella serenità che gli anni di guerra in Kosovo gli avevano portato via.
Il suo talento è cristallino, puro e genuino, il ragazzo comincia a esibirsi in locali e festival paesani, quando ad un tratto viene notato da una certa Linda Perry. Linda, leader del gruppo rock statunitense 4 Non Blondes, intravede subito la luce, intravede subito il grande percorso destinato a James.

Blunt suona la chitarra, il pianoforte, l’organetto e il mellotron e sfodera un pop-rock molto elegante e orecchiabile, intriso di sfumature folk per niente scontate e banali
Grazie al sostegno e all’insistenza di Linda, Blunt firma il suo primo contratto con la Custard Records e di lì a poco, decide di dar vita al suo primo album, un disco destinato a restare nel cuore e nelle classifiche pop di tutto il mondo: Back To Bedlam.
Back to Bedlam è una perla di rara bellezza, splende di poesia e testi eccezionali. Da un punto di vista strettamente musicale, spicca la splendida armonia tra chitarre elettriche ed acustiche e l’arrangiamento classico soft-rock. Un album romantico in High e You’re Beautiful, più diretto e sincero in Goodbye My Lover, più ispirato in So Long, Jimmy, pezzo dedicato al mito assoluto di Jimi Hendrix e più crudo in No Bravery, pezzo straziante scritto nel periodo passato in Kosovo.
Back To Bedlam racconta la vita di James Blunt tra amori e guerre, il suo presente e il suo passato
Dal mio punto di vista, la voce graffiante, particolare e a volte stridula del nostro cantautore risulta come elemento determinante del suo successo. Un successo planetario, in grado di raggiungere milioni di copie vendute, vette chart e premi a iosa, un successo quanto mai meritato e inaspettato.
Sicuramente, da un punto di vista pop e soft-rock, si tratta di uno degli artisti più acclamati e riconosciuti a livello mondiale. Sperando di aver acceso l’interesse nei confronti di questo meraviglioso artista, vi lascio con delle parole pronunciate proprio da James Blunt, al rientro dalla guerra e ancora spaesato dai propri demoni:
“Forse dovrei provare a cantare come un uomo”
Con questo è tutto cari lettori e care lettrici, vi do appuntamento al nostro prossimo viaggio, sempre qui tra le righe di Onda Musicale!
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