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The Who: storia dell’ennesimo albergo distrutto

Quella della fine del 1973 in Nord America fu certamente una tournèe piena di sorprese per la rock band britannica degli Who, che era oltre oceano per promuovere il nuovo disco “Quadrophenia“.

Probabilmente il tour verrà ricordato per il malore che colpì il batterista Keith Moon durante il concerto a Daly City, in California, e che costrinse la band prima a smettere di suonare e poi a chiedere al pubblico se vi fosse un batterista in grado di prendere il posto di Moon per poter continuare il concerto.

Nella circostanza Moon aveva assunto una dose eccessiva di tranquillanti e aveva bevuto parecchio brandy. Durante l’esecuzione di “Won’t Get Fooled Again” il batterista collassò sulla batteria e fu soccorso da alcuni roadie. Tuttavia non fu sufficiente una doccia fredda e nemmeno l’intervento dei medici e Keith Moon, dopo avere tentato di riprendere a suonare, fu costretto ad abbandonare. Fu a quel punto che Pete Townshend chiese se vi fosse qualcuno fra il pubblico in grado di sostituirlo e si fece avanti un batterista del posto, tale Scott Halpin, che suonò fino alla fine del concerto.

In seguito, era il 2 dicembre del 1973 e la band aveva appena finito di suonare a Montreal e dopo il concerto si riunì nella suite da loro riservata all’albergo Bonaventure per festeggiare tutti insieme, ma il solito Moon, abituato ad essere sopra le righe, lanciò una bottiglia di ketchup contro un muro. Pete Townshend disse che gli piaceva moltissimo l’opera creatasi sulla parete e suggerì di incorniciarla e farne un quadro.

Nella circostanza, probabilmente durante la concitazione che c’era dopo ogni azione di Moon, Pete si tagliò ad una mano e pensò di aggiungere il suo sangue all’opera muraria appena creata da Keith.

Il risultato fu una televisione ed un divano gettati dalla finestra e un tavolo di marmo utilizzato per demolire una parete della suite per allargarla. Il tutto venne segnalato alla Polizia dal portiere di notte che, immaginiamo, doveva essere piuttosto spaventato dall’impeto dei suoi ospiti inglesi.

Quando arrivò la Polizia vennero tratti in arresto Moon, Townshend e Entwistle, oltre a 14 persone del loro entourage. Le cronache dell’epoca narrano che mentre la Polizia lo stava portando alla centrale Moon abbia gridato “Credo di avere prenotato una suite!

Il giorno successivo (il 3 dicembre) la band doveva suonare a Boston e quindi il manager degli Who andò alla centrale di Polizia e pagò i circa 6000 dollari per i danni procurati all’hotel Bonaventure, permettendo quindi che venissero rilasciati. Il bassista della band, John Entwistle si ispirò a quell’episodio per scrivere una canzone che pubblicò in un suo disco solista.

Come è noto quello non fu l’unico episodio di danneggiamento di un albergo in Nord America compiuto dagli Who, anzi ce ne furono molti altri e ricordiamo che in quegli anni la band era solita distruggere le chitarre e gli amplificatori (e a volte anche la batteria) sul palco al termine dei loro concerti.

Il risultato fu che moltissime catene alberghiere, grandi e piccole, si rifiutavano di accettare prenotazioni a loro nome. Chissà perche….

Il 7 settembre 1978, dopo aver trascorso la serata con Paul McCartney e sua moglie Linda, Keith Moon ritornò a casa con la sua fidanzata, Annette Walter-Lax, e prese 32 pastiglie di clometiazolo prescritte nella sua terapia contro la tossicodipendenza quando già 6 erano fatali. Iniziò a guardare, a letto, il film “L’abominevole dottor Phibes“, chiese ad Annette di cucinargli una bistecca e delle uova e poco dopo morì nel sonno quella stessa notte, all’età di trentadue anni.
 

 

Gli Who restano probabilmente il più grande gruppo dal vivo di sempre.” (Eddie Vedder dei Pearl Jam)

 

Stefano Leto – Onda Musicale

 

 

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Tags: Pearl Jam, The Who, Eddie Vedder, Pete Townshend, Paul McCartney, Keith Moon, John Entwistle, Quadrophenia, Linda
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