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Robben Ford: chitarrista in equilibrio fra blues e fusion

Robben Ford è uno dei massimi chitarristi fusion di sempre. E quando si tratta di fusion non ci si deve riferire semplicemente a un raffinato stile strumental-borghese di colto pop-funk venato di rock.

Ma a un sofisticato genere che ha come matrice il jazz, e quindi una importantissima e adulta radice musicale: se non si padroneggia la grammatica e la sintassi jazz non si può tessere un serio discorso di musica fusion. Questa è la ragione per cui anche grandi chitarristi rock non hanno accesso a questo genere. 

Coevo e affine come stile a Larry Carlton, Ford iniziò la sua carriera nei primi ’70 (mettendosi in luce con i L.A. Express di Tom Scott), poi fondò i grandi Yellowjackets, al tempo stesso continuando a collaborare con molti altri artisti (dopo la metà degli ’80 finanche ingaggiato da Miles Davis).

Conseguì ancor più successo negli ultimi anni del decennio a cavallo dei ’90 quando, dopo qualche esitazione, proseguì la sua carriera solistica tingendo il suo stile ancor più di blues. Tutto il decennio dei 90 e parte del successivo lo vide tra i massimi protagonisti, continuando sin ad oggi a essere un rispettatissimo musicista.

Le sue coordinate stilistiche sono all’impronta di una eccezionale fluidità esecutiva che non significa necessariamente velocità ed estrema affabulazione, ma un’articolazione da cui scaturisce un peculiare modello di legatura nel portamento delle frasi melodiche, insieme con un equilibratissimo senso tra dissonanza/consonanza-tensione/risoluzione armonica nei sinuosi archi melodici o, in contrapposizione, negli incisivi interpolamenti a mo’ di chiose.

Infatti, Ford è magistrale nell’alternare nell’improvvisazione l’approccio orizzontale e quello verticale, ossia tra quello comunemente usato dai bluesman e rocker e quello dai jazzisti: tra una scala per l’intera sequenza accordale (la classica maggiore e/o pentatonica) e l’uso specifico di diverse scale e/o arpeggi in precisi cambi di accordi.

Tra i migliori esempi del suo chitarrismo, il brano Revelation contenuto nell’ottimo disco solista “Talk to Your Daughter” del 1988 che ne accelerò l’ascesa; magistrale anche l’esposizione del tema.

Leggi la nostra intervista a Robben Ford (LINK)

(fonte: di Carlo Pasceri – link)

— Onda Musicale

Tags: Jazz, Fusion, Intervista, Robben Ford
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