Recensioni e Interviste

I Bfolk Brothers hanno pubblicatoil loro primo album “Unalome” su tutti i digital store. L’intervista

copertina

Un EP di cinque canzoni anticipato dai brani “Prayer”, “So I Dance” e “Feel The Country”.

Un’intervista con i Bfolk Brothers in occasione della pubblicazione del loro primo album “Unalome”.

Come nascono i Bfolk Brothers? Qual è stato il percorso che vi ha portato alla formazione attuale?

“Il progetto Bfolk Brothers nasce dalle ceneri di due altre formazioni che vedevano il sottoscritto (Richie Halfs/Riccardo Mezzi), Stefano Rippa (Steven Ribbs) e Marco E. Colombo (Mark Hermann) tra le proprie fila. Questi due progetti sono stati un progressivo avvicinamento a quello che siamo oggi musicalmente, come band. Potremmo dire che musica e persone sono la costante, il resto è l’evoluzione artistica (sperando che dopo 14 anni insieme ci sia stata…).”

Il vostro sound è un mix di rock, blues e country. Quali sono state le principali influenze che vi hanno guidato nella definizione del vostro stile?

“Ciascuno di noi tre ha i propri punti di riferimento, rinvenibili principalmente nella musica rock inglese e americana dagli anni ‘60 e ‘70 in avanti. Cerchiamo di coniugare l’anima hard rock e blues di Mark Hermann, quella blues e western di Richie e la musicalità catchy anni ‘80 a 360º di Steven… il risultato potete sentirlo su brani come “Feel The Country” o “Unalome”, che ci sembra includano quei tre ingredienti con un buon bilanciamento.”

Unalome è descritto come un viaggio emotivo. Potete raccontarci come è nata l’idea di questo EP e qual è il messaggio principale che volete trasmettere?

“I brani che compongono l’EP sono stati scritti in momenti diversi, a distanza di mesi l’uno dall’altro. Quando abbiamo scritto quella che oggi è “Unalome”, la title track, abbiamo riflettuto sul motivo per cui le canzoni avessero assunto forme e generi così diversi durante la fase di scrittura e arrangiamento. In un batter d’occhio avevamo la soluzione: quelle canzoni rappresentavano una elaborazione interiore, un alternarsi di emozioni che finivano proprio con quell’ultimo brano che, ne eravamo certi, avrebbe chiuso e rappresentato il lavoro. Una rapida ricerca su Internet ci ha dato un nome che incarnasse quel significato e la tracklist quale diretta conseguenza.”

La title track, Unalome, sembra avere un significato profondo per voi. Cosa rappresenta questa canzone nella vostra carriera e nella vostra vita personale?

“Ci fa piacere si percepisca questo attaccamento. Oltre a essere la canzone più recente tra quelle dell’EP (Prayer risale al 2019, la bozza di Feel The Country probabilmente è ancora più vecchia) è stata completamente rimaneggiata anche studio durante le riprese. Per noi rappresenta un modo più maturo di approcciarsi alla vita e alla musica, essenziale e senza eccessi. Il testo descrive quel confine sottile tra stabilità e incertezza con cui siamo obbligati a confrontarci in certe fasi della vita.”

Tra i brani del vostro EP, c’è qualcuno a cui siete particolarmente legati? Se sì, perché? Avete già in mente nuovi progetti o collaborazioni per il futuro?

“Crediamo che “Unalome” ricopra un posto speciale nel nostro cuore. È stata arrangiata tutta d’un fiato, decidendo in fase di registrazione delle voci di cambiare tonalità. Ognuno di noi ha portato la propria visione, che si è amalgamata in quello che sentite oggi. In futuro ci piacerebbe tornare a scrivere dei pezzi nuovi (forse sta già succedendo…), magari con sonorità più blues. Vorremmo creare un nuovo “viaggio” per i nostri fan, restando coerenti, ma con l’aggiunta di tocco che, pur non essendo predominante in Unalome, in realtà ci caratterizza molto. E poi suonare, sempre e comunque, ovunque.” I Bfolk Brothers sono su Instagram e Spotify.

— Onda Musicale

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