I CCS, acronimo di Collective Consciousness Society, sono stati un super gruppo rock britannico attivo negli anni ’70.
Nati dalla fertile scena musicale londinese di quegli anni, i CCS si distinsero per un sound ricco e variegato, che spaziava dal rock progressivo al soul, passando per il funk e l’art rock.
La formazione e gli inizi
Formatisi nel 1970, i CCS erano composti da musicisti di grande talento e esperienza, provenienti da diverse band della scena londinese. Tra i membri più importanti ricordiamo Alexis Korner, figura di riferimento del blues britannico, e Jim Lawless, un poliedrico musicista che aveva già collaborato con artisti del calibro di Jimi Hendrix.
La band si distinse subito per la sua attitudine eclettica e per la capacità di fondere elementi di generi musicali apparentemente distanti. Il loro sound era caratterizzato da arrangiamenti complessi, improvvisazioni e un forte impatto ritmico.
Il loro stile musicale
Lo stile dei CCS era un mix di rock progressivo, soul, funk e blues, con influenze che spaziavano dal jazz alla musica classica. La band era particolarmente apprezzata per la sua sezione ritmica, guidata da Jim Lawless, e per le armonie vocali complesse. I loro album erano spesso concettuali e sperimentali, e includevano lunghe suite strumentali e brani con testi poetici e introspettivi.
Le 10 migliori canzoni dei CCS
- The River (dal primo album, 1970): un brano epico che mostra la capacità della band di creare atmosfere dense e suggestive.
- Whole Lotta Love (dal secondo album, 1972): una reinterpretazione della celebre canzone dei Led Zeppelin, che dimostra la versatilità dei CCS.
- The Best Band in the Land (dall’album omonimo, 1973): brano che celebra la passione per la musica e la voglia di fare festa.
- I’m So Glad (dal primo album, 1970): cover della celebre canzone di Skip James, riarrangiata in chiave blues-rock, eseguita anche dai Cream.
- Feelin’ Alright (dal secondo album, 1972): un brano funk con un groove irresistibile e un testo ironico.
- Sweet Mary (dal primo album, 1970): una ballata delicata e malinconica.
- I Can’t Quit You Baby (dal secondo album, 1972): un’altra cover, questa volta di Led Zeppelin, interpretata in modo originale.
- The Witch (dall’album omonimo, 1970): brano psichedelico con un’atmosfera oscura e misteriosa.
- I’m a Road Runner (dal secondo album, 1972): brano rock’n’roll che mostra il lato più energico della band.
- Somebody’s Watching Me (dal secondo album, 1972): un brano con un testo inquietante e un arrangiamento complesso.
Il declino dei CCS
Nonostante il talento e l’originalità, i CCS non riuscirono mai a ottenere il successo commerciale sperato. Le tensioni interne alla band e le difficoltà a trovare un pubblico fedele portarono allo scioglimento del gruppo nel 1974. Nonostante la breve durata, i CCS hanno lasciato un’impronta significativa sulla scena rock britannica. La loro musica, un mix di rock progressivo, soul, funk e blues, ha influenzato numerosi artisti e continua ad essere apprezzata dagli appassionati del genere.
Formazione dei CCS
- Alan Parke
- Alexis Korner
- Jim Lawless
- John Cameron
- Peter Thorup
- Tony Coe
Album studio dei CCS
- 1970 – CSS
- 1972 – CSS
- 1973 – The Best Band in the Land