Elisa “Erin” Bonomo, cantautrice di Alternative Rock con il 2018 fa partire il suo tour partendo il 6 gennaio da Cittadella, passando a Trieste il 12 gennaio dove è stata intervistata dal nostro giornale.
Elisa si presenta come cantautrice e chitarrista di origine veneziana. Comincia a comporre a 12 anni prevalentemente in lingua inglese passando all’italiano all’età di 20 anni. Il suo primo EP, autoprodotto e in lingua inglese, si chiama “Once in a blue moon” (2007).
Negli anni successivi si trasferisce a Padova, collaborando come speaker e autrice per una web-radio universitaria, RadioBue, scrivendo uno spettacolo teatrale assieme all’attrice Grazia Raimondo, “BlackOut!”, incentrato sul tema del precariato e dell’immigrazione, e pubblicando un demo autoprodotto con lo stesso nome, “BlackOut!” (2009).
Chitarra elettrica, looper, harmonizer, tastiera e voce, si esibisce a Suoni di Marca 2016 aprendo il palco a Daniele Silvestri e successivamente viene inserita nella compilation delle Indiemood Sessions in esclusiva su Rockol con i Mellow Mood, Alessandro Grazian, IACAMPO, C+C=Maxigross.
Come ti definiresti?
«Mi definisco duale, nel senso che in tutte le cose che faccio, dalla musica alla vita che conduco, sono debole, ma allo stesso tempo forte, sono ricca e allo stesso tempo povera, sono vuota e sono piena e credo che sia la mia forza e la mia debolezza, ma debolezza con l’eccezione positiva perché dalla vulnerabilità riesco sempre a tirare fuori il lato migliore che ho. Non ho mai una definizione unica.»
Qual è il tuo genere e a che gruppo o musicisti ti ispiri?
«In questo momento sto facendo Alternative Rock, però ho sempre molta difficoltà a farmi delle etichette. Diciamo che questo è il mio genere di riferimento, però sono sempre molto aperta a tutti i generi musicali.»
Come hai cominciato a cantare?
«Ho cominciato a cantare da molto, molto piccola quando mio papà metteva i vinili o le musicassette, grossomodo anni ’80, e io mi divertivo a trovare delle linee melodiche su delle canzoni già composte. Era una cosa che mi divertiva molto e che mi sembrava molto facile creando un mondo che era solamente mio in cui mi divertivo moltissimo.»
Com’è andato il concerto di questa sera al MAST?
«Spero bene, perché a me è piaciuto tantissimo. Ho visto molta partecipazione e molta affluenza. Devo dire che tornare qui e sempre molto emozionante perché Trieste mi accoglie veramente come una figlia e come una seconda casa. E’ stato molto bello sentire battere le mani sulle mie canzoni. Tendo spesso a non guardare le persone perché mi emoziono, ma quello che ho sentito emotivamente è stato veramente molto bello e molto forte.»
Come sta procedendo il tuo tour?
«Il tour sta procedendo molto bene, passo dopo passo vedo che le date stanno cominciando ad arrivare. Sono autoprodotta quindi è un cammino abbastanza tortuoso, ma molto appagante, molto ricco e molto formativo. Dopo il tour il mio progetto è di scrivere il mio prossimo album. Anzi, in realtà è già scritto e bisogna solo mettersi sotto e cominciare a creare le basi la preproduzione e a capire dove voglio arrivare per il prossimo album, quindi il mio progetto è fare musica, scriverla, produrla per altri, ascoltarla e quindi vivere di questa.»
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