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Cannibal Corpse: i pionieri del death metal estremo

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Cannibal Corpse

La storia dei Cannibal Corpse è una delle più iconiche, curiose e influenti nel panorama del metal estremo.

Nati alla fine degli anni ’80, la band dei Cannibal Corpse ha ridefinito i confini del death metal, diventando un punto di riferimento per il genere grazie al loro sound brutale, ai testi provocatori e alla dedizione alla musica estrema. La loro carriera, lunga oltre tre decenni, è costellata di album seminali, controversie e una base di fan fedelissima in tutto il mondo. Complessivamente hanno pubblicato 15 album in studio e venduto oltree 2 milioni di dischi in tutto il mondo.

Le origini: la nascita di un mito del death metal

I Cannibal Corpse furono fondati nel 1988 a Buffalo, New York, da un gruppo di musicisti appassionati di metal estremo. La formazione originale comprendeva Chris Barnes (voce), Bob Rusay (chitarra), Jack Owen (chitarra), Alex Webster (basso) e Paul Mazurkiewicz (batteria). Fin dall’inizio, la band si distinse per il loro approccio senza compromessi al death metal, caratterizzato da riff potenti, ritmi frenetici e testi espliciti, spesso ispirati a film horror e tematiche splatter.

Il loro debutto, “Eaten Back to Life” (1990), pubblicato dalla Metal Blade Records, segnò l’inizio di una carriera destinata a lasciare il segno. L’album combinava il thrash metal degli anni ’80 con un’estetica più oscura e violenta, anticipando il sound che avrebbero perfezionato negli anni successivi. Tracce come “Shredded Humans” e la title track “Eaten Back to Life” divennero immediatamente classici del genere.

L’ascesa: controversie e successo internazionale

Con il loro secondo album, “Butchered at Birth” (1991), i Cannibal Corpse consolidarono la loro reputazione come una delle band più estreme del momento. I testi, ancora più graphic e violenti, e le copertine degli album, spesso censurate in diversi paesi, attirarono l’attenzione dei media e delle autorità. Nonostante le controversie, la band continuò a guadagnare popolarità, soprattutto tra i fan del metal più estremo.

Il successivo “Tomb of the Mutilated” (1992) è considerato uno dei loro capolavori. Contiene brani iconici come “Hammer Smashed Face”, che divenne un inno del death metal grazie alla sua combinazione di riff devastanti e ritmi incalzanti. Questo periodo segnò anche l’apice della collaborazione con Chris Barnes, la cui voce gutturale e i testi macabri contribuirono a definire il sound della band.

Il cambio di formazione e l’era George “Corpsegrinder” Fisher

Nel 1995 Chris Barnes lasciò la band per divergenze artistiche e fu sostituito da George “Corpsegrinder” Fisher, ex cantante dei Monstrosity. Questo cambio segnò una nuova era per i Cannibal Corpse. Fisher portò una nuova energia e una voce ancora più potente, che si adattava perfettamente al sound sempre più tecnico e aggressivo della band.

Con Fisher alla voce, i Cannibal Corpse pubblicarono album come “Vile” (1996), “Gallery of Suicide” (1998) e “Bloodthirst” (1999), che consolidarono la loro posizione come una delle band più importanti del death metal. La loro musica divenne più complessa, con riff intricati e strutture musicali sempre più elaborate, senza mai perdere la brutalità che li aveva resi famosi.

Lo stile musicale: brutalità e tecnica

I Cannibal Corpse sono noti per il loro stile musicale estremo, che combina elementi del death metal classico con influenze thrash e un approccio tecnico sempre più raffinato. Le loro canzoni sono caratterizzate da:

  • Riff potenti e veloci: spesso in tonalità minore, con un uso massiccio di palm muting e tremolo picking.
  • Batteria aggressiva: con blast beat, doppia cassa e ritmi complessi.
  • Linee di basso intricate: Alex Webster è considerato uno dei bassisti più talentuosi del metal, con uno stile che unisce velocità e melodie.
  • Voci gutturali: George Fisher è famoso per la sua capacità di eseguire growl profondi e scream acuti con incredibile precisione.

I testi dei Cannibal Corpse, spesso ispirati a film horror, storie di serial killer e tematiche splatter, sono un elemento distintivo della band. Nonostante la loro natura esplicita, sono sempre stati concepiti come una forma di intrattenimento, senza alcuna intenzione di promuovere violenza reale.

Le canzoni più note

Tra le canzoni più celebri dei Cannibal Corpse, oltre a “Hammer Smashed Face”, possiamo citare:

  • “Stripped, Raped and Strangled” (da “The Bleeding”, 1994)
  • “I Cum Blood” (da “Tomb of the Mutilated”, 1992)
  • “Make Them Suffer” (da “Kill”, 2006)
  • “Evisceration Plague” (da “Evisceration Plague”, 2009)
  • “Scourge of Iron” (da “Torture”, 2012)

Queste tracce rappresentano solo una piccola parte del vasto catalogo della band, che conta oltre 15 album in studio e numerosi EP e live.

L’eredità dei Cannibal Corpse

Oggi, i Cannibal Corpse sono considerati una delle band più influenti e longeve del death metal. Hanno mantenuto una coerenza artistica impressionante, continuando a pubblicare album di alta qualità come “Red Before Black” (2017) e “Violence Unimagined” (2021). La loro dedizione alla musica estrema e la loro capacità di evolversi senza tradire le proprie radici li hanno resi un punto di riferimento per nuove generazioni di musicisti e fan.

I Cannibal Corpse non sono solo una band: sono un’istituzione nel mondo del metal, un simbolo di dedizione, passione e brutalità musicale. La loro storia continua a ispirare e a spingere i confini del genere, dimostrando che il death metal è più vivo che mai.

La formazione attuale dei Cannibal Corpse

  • Alex Webster – basso (1988-presente)
  • Paul Mazurkiewicz – batteria (1988-presente)
  • Rob Barrett – chitarra (1993-1997, 2005-presente)
  • George “Corpsegrinder” Fisher – voce (1995-presente)
  • Erik Rutan – chitarra, cori (2021-presente; tunista 2019-2020)

— Onda Musicale

Tags: Death Metal/Metal
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