Jeff Healey è stato uno dei chitarristi più innovativi e talentuosi della storia della musica moderna, noto non solo per il suo straordinario virtuosismo, ma anche per il suo approccio unico allo strumento.
Nato il 25 marzo 1966 a Toronto, in Canada, Jeff Healey perse la vista all’età di un anno a causa di un raro cancro agli occhi chiamato retinoblastoma. Nonostante questa sfida, sviluppò una passione per la musica fin dalla tenera età, dimostrando un talento innato per la chitarra. La sua tecnica di suonare lo strumento appoggiato sulle gambe, con le corde rivolte verso l’alto, divenne il suo marchio di fabbrica e contribuì a creare un suono distintivo e immediatamente riconoscibile.
L’inizio fu molto precoce
Jeff Healey (al secolo Norman Jeffrey Healey) iniziò a suonare la chitarra all’età di tre anni, e già durante l’adolescenza si esibiva in locali e club di Toronto. La sua abilità nel fondere blues, rock e jazz gli valse rapidamente una reputazione come musicista eccezionale. Negli anni ’80, formò la Jeff Healey Band, con Joe Rockman al basso e Tom Stephen alla batteria. Il trio attirò l’attenzione del produttore musicale Greg Ladanyi, che li aiutò a firmare un contratto con la Arista Records.
Il debutto della band, See the Light (1988), fu un successo immediato
Grazie soprattutto al singolo Angel Eyes, una ballata rock che raggiunse il quinto posto nella Billboard Hot 100. L’album conteneva anche altre tracce memorabili come Confidence Man e My Little Girl, che mostrarono la versatilità di Jeff Healey nel passare dal blues più crudo a melodie più accessibili. Il disco fu certificato platino e valse a Healey una nomination ai Grammy Awards.
Non solo musica
Oltre alla sua carriera musicale, Jeff Healey apparve anche nel film Road House (1989), interpretando il ruolo di un chitarrista di nome Cody. La sua presenza nel film contribuì a consolidare la sua fama internazionale, e la colonna sonora includeva alcune delle sue canzoni. Questo periodo segnò l’apice della sua popolarità, con Jeff Healey che si esibiva in tournée in tutto il mondo e collaborava con artisti del calibro di George Harrison, B.B. King e Stevie Ray Vaughan.
Negli anni ’90, Healey continuò a pubblicare album con la sua band, tra cui Hell to Pay (1990) e Feel This (1992)
Hell to Pay fu particolarmente acclamato, grazie a collaborazioni con artisti come Mark Knopfler, che suonò nella traccia I Think I Love You Too Much, e George Harrison, che contribuì con la chitarra in While My Guitar Gently Weeps. Questi album dimostrarono la capacità di Healey di attraversare generi musicali, dal blues al rock, con una maestria tecnica e una profondità emotiva che pochi potevano eguagliare.
Tuttavia, verso la fine degli anni ’90, Jeff Healey iniziò a dedicarsi sempre più alla sua prima passione: il jazz tradizionale
Nel 2000, pubblicò Among Friends, un album che celebrava il jazz degli anni ’20 e ’30, un genere che aveva sempre amato e che suonava regolarmente nel suo club, Healey’s, a Toronto. Questo interesse per il jazz portò alla creazione della Jeff Healey’s Jazz Wizards, una band con cui esplorò il repertorio classico del jazz con lo stesso entusiasmo e talento che aveva portato al blues e al rock.
Nonostante il suo amore per il jazz, Jeff Healey non abbandonò mai completamente il blues e il rock
Nel 2008, poco dopo la sua morte, venne pubblicato Mess of Blues, un album che segnò un ritorno alle sue radici blues-rock. L’album fu accolto con grande entusiasmo dai fan e dalla critica, dimostrando che Healey era ancora al topo della sua forma artistica. Nel 2006 appare anche nell’album Gillan’s Inn nella canzone dei Deep Purple When A Blind Man Cries.
La sua morte
Jeff Healey morì il 2 marzo 2008, all’età di 41 anni, a causa di un cancro: il Retinoblastoma che si era riformato l’anno precedente. Healey era sposato e aveva due figli. La sua scomparsa lasciò un vuoto enorme nel mondo della musica, ma il suo lascito continua a vivere attraverso le sue registrazioni e l’influenza che ha avuto su generazioni di chitarristi.
Le collaborazioni di Jeff Healey con artisti leggendari come George Harrison, B.B. King e Mark Knopfler rimangono pietre miliari della sua carriera, dimostrando la grande stima e l’ammirazione che i suoi colleghi avevano per lui. La sua capacità di fondere generi musicali, la sua tecnica rivoluzionaria e la sua passione per la musica hanno fatto di Jeff Healey un’icona.