Mick Tucker è stato uno dei batteristi più talentuosi e influenti della scena glam rock britannica degli anni ’70.
Nato il 17 luglio 1947 a Harlesden (Londra), Mick Tucker ha iniziato a suonare la batteria da adolescente, sviluppando una passione per la musica che lo avrebbe portato a diventare un pilastro della band Sweet. Con il suo stile energico, la sua tecnica impeccabile e il suo carisma sul palco, Mick Tucker ha contribuito a definire il sound del glam rock, lasciando un’impronta indelebile nella storia della musica.
Gli inizi: dalla passione alla professione
Mick Tucker inizia a suonare la batteria da giovanissimo, ispirato dai grandi batteristi del rock and roll e del rhythm and blues. Negli anni ’60, entra a far parte di diverse band locali, affinando la sua tecnica e costruendosi una reputazione come musicista affidabile e talentuoso. È durante questo periodo che incontra Brian Connolly, il futuro cantante degli Sweet, con cui forma una forte amicizia e una collaborazione destinata a durare per anni.
La nascita dei Sweet
Nel 1968 Mick Tucker e Brian Connolly fondano gli Sweet, inizialmente conosciuti come The Sweetshop. La band, completata da Andy Scott (chitarra) e Steve Priest (basso), si afferma rapidamente come una delle realtà più interessanti della scena glam rock britannica. Gli Sweet combinano melodie orecchiabili, riff potenti e un’estetica stravagante, diventando un punto di riferimento per il genere.
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Mick Tucker è il motore ritmico della band, con una tecnica che unisce precisione e potenza. La sua capacità di passare da ritmi veloci e aggressivi a momenti più melodici e riflessivi è una delle chiavi del successo degli Sweet. Tracce come “Ballroom Blitz”, “Fox on the Run” e “Block Buster!” mostrano il suo talento nel creare groove irresistibili e nel sostenere l’energia della band.
Le collaborazioni e l’evoluzione musicale
Oltre al suo lavoro con gli Sweet, Mick Tucker ha collaborato con diversi artisti e progetti musicali. Dopo lo scioglimento della band negli anni ’80, ha continuato a suonare in varie formazioni, mantenendo viva la sua passione per la musica. Ha anche partecipato a reunion della band, portando il sound degli Sweet a nuove generazioni di appassionati.
La tecnica di Mick Tucker
Mick Tucker è un batterista che unisce tecnica e feeling in modo straordinario. La sua tecnica si basa su una solida conoscenza del rock classico, con un uso sapiente dei fill e dei ritmi sincopati, che conferiscono al suo suono un’espressività unica. Tuttavia, ciò che lo distingue è il suo approccio moderno e sperimentale.
Uno degli aspetti più distintivi del suo stile è l’uso del doppio pedale, che gli permette di creare ritmi veloci e incalzanti, perfetti per il glam rock. La sua batteria è spesso in primo piano, con assoli potenti e groove irresistibili, che dimostrano la sua padronanza dello strumento. Un altro elemento chiave del suo sound è l’uso del tone, che Mick modella con grande attenzione per ottenere un suono caldo e avvolgente. Questo lo rende particolarmente adatto ai contesti live, dove la sua energia e il suo carisma possono esprimersi al massimo.
Mick Tucker, un musicista in continua evoluzione
Mick Tucker è un musicista che ha saputo mantenere la propria identità pur evolvendosi costantemente. La sua musica, fatta di energia, emozione e sperimentazione, ha influenzato una nuova generazione di artisti, dimostrando che il glam rock può essere ancora vivo e rilevante. Con oltre 40 anni di carriera, Mick continua a essere un punto di riferimento per chi cerca musica autentica e senza compromessi.
La sua scomparsa
Mick Tucker muore il 14 febbraio 2002 a Welwyn Garden City per euna leucemia. Aveva 54 anni. È sepolto in una tomba anonima nel cimitero di Chorleywood House. Una panca di legno con una targa di ottone finanziata dai fan come dedica a Tucker è posizionata anche nelle vicinanze della tomba. Cinque anni prima gli era stata diagnosticata la leucemia e aveva ricevuto un trapianto di midollo osseo da suo fratello per combattere la malattia. Aveva infezioni ricorrenti prima di soccombere alla malattia all’ospedale di Welwyn Garden City nell’Hertfordshire, nel sud-est dell’Inghilterra.