Sir Elton John ha annunciato: “Il prossimo tour sarà l’ultimo“. La popstar, che ha compiuto 70 anni lo scorso marzo, ha annunciato in diretta video dai suoi canali social che i prossimi concerti saranno gli ultimi e dopo di che si ritirerà dalle scene.
“Non smetterò di fare musica, continuerò a scrivere canzoni e a fare dischi ma le mie priorità oggi sono cambiate. Ho figli, voglio essere parte della loro vita e accompagnarli alle partite di calcio“, ha detto “Rocket Man” in un evento-spettacolo a New York. Addio Yellow Brick Road è il titolo del “tour della pensione” di Elton John: oltre 300 date in vari paesi del mondo a partire da Allentown, Pennsylvania, e che continueranno a tenere il leggendario musicista impegnato fino al 2020.
Gucci sarà partner del tour, anche grazie all’amicizia con lo stilista Alessandro Michele. “Sarà un modo di dire grazie, e di andare via con un ‘bang‘. Un modo di far dire alla gente, ‘ho visto l’ultimo tour ed era fantastico”, ha detto.
Due tweet, a distanza di qualche ora uno dall’altro: nel primo si legge “vedrete finalmente dove si nasconde il futuro“, nel secondo “Il passato incontra il presente”, in entrambi un appuntamento, le 18.30, ora italiana, sul suo sito, eltonjohn.com per uno “speciale annuncio“.
Il Daily Mirror sostiene che la decisione sarebbe stata presa in seguito al peggioramento delle condizioni di salute del musicista che, lo scorso aprile, contagiato da un’infezione rara, ha rischiato di morire.
“Non smetterò di creare ma smetterò di viaggiare. La mia vita è cambiata, ho dei figli e questo è un periodo importante della loro vita, non voglio che loro sentano la mia mancanza e io non voglio sentire la loro. L’anno scorso ho avuto un’infezione ma ora le mie condizioni di salute sono buone” ha detto Elton John.
Settant’anni lo scorso 25 marzo, cinquanta di carriera, Elton John, nato Reginald Kenneth Dwight da mamma casalinga e papà pilota della Royal Air Force, conta trentotto dischi d’oro e trentuno di platino, oltre quattrocento milioni di album venduti in tutto il mondo e suo è pure il singolo più venduto nella storia, Candle in the Wind1997.
Lui che, all’inizio della carriera, a fine anni Sessanta, diceva: “Non voglio essere una grande star. Non posso sopportare quell’aspetto dell’essere musicista. Ciò che voglio fare è soltanto suonare qualche concerto alla settimana e isolarmi, comporre e basta“.
E se nella tiepida Inghilterra dei pub e piccoli club dove il giovane John si affaccia sulla scena musicale, prima con i Bluesology e poi con Empty Sky il suo esordio da solista, sembrava quasi possibile perpetrare quell’intento, fare musica rimanendo nell’anonimato, l’illusorietà del progetto è immediatamente evidente dal primo viaggio di Elton John negli Stati Uniti, dove il musicista va per promuovere non il primo, rifiutato dal mercato statunitense, ma il suo secondo album, Elton John, del 1970.
Il 25 agosto di quell’anno è la prima delle sei serate al Troubadour, locale di 300 posti a Los Angeles. Elton John, 23 anni, è seduto al pianoforte. Guardandolo, il pubblico si aspetta di assistere a un concerto intimista, acustico.
Quei trecento spettatori non sanno che l’uomo Elton John, tranquillo, timido, avrebbe subito una trasformazione non appena poggiati i piedi sul palco e sarebbe diventato l’incarnazione del Rock ‘n’ Roll.
Il momento folgorante per tutti è quello preciso in cui John calcia via lo sgabello del piano e inizia a suonare e cantare.
“Ci trovammo di fronte un incrocio tra Jerry Lee Lewis e Leonard Cohen” aveva commentato così la sorpresa Neil Diamond, compositore che quella sera aveva introdotto John sul palco. Alla fine di quelle sei serate, i giornali statunitensi scrivono che ad essersi esibito al Troubadour è quella che diventerà una delle principali stelle della musica Rock. Ma è solo l’inizio: quando Elton John torna negli Stati Uniti per il suo secondo tour, a novembre del 1970, è un animale da palcoscenico.
Nello show di Santa Monica si esibisce in un vero e proprio strip-tease: “Avevo quattro strati di abiti addosso e gli stivali argentati con delle stelle. Un berretto, con in cima un cappello a cilindro. Poi me lo sono levato, insieme a una tuta. Ho tolto anche quella e sotto ne avevo un’altra, ancora diversa. Mi sono spogliato del tutto e sono rimasto con dei collant viola“. (fonte www.repubblica.it – link)
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