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Coco Schwab, una figura fondamentale nella vita di David Bowie

Coco Schwab e David Bowie

Coco Schwab, il cui vero nome è Corinne Schwab, è stata una figura fondamentale nella vita di David Bowie, uno degli artisti più influenti del panorama musicale.

Nata nel 1947 a New York da padre francese, il fotografo Éric Schwab, e da madre psicoterapeuta, Coco Schwab entrò nel mondo di David Bowie negli anni ’70, diventando la sua assistente personale e, col tempo, una delle persone più vicine a lui fino alla sua morte nel 2016.

Il loro incontro avvenne nel 1973, quando Coco Schwab rispose a un annuncio pubblicato dalla MainMan, la compagnia di management di Bowie, che cercava una “girl Friday” (assistente) per un ufficio frenetico. Inizialmente impiegata come segretaria, fu presto notata da Bowie stesso, che la volle al suo fianco come assistente personale durante il tour americano del 1974. Da quel momento, la loro relazione si trasformò in qualcosa di molto più profondo di un semplice rapporto lavorativo. David Bowie la descrisse come la sua “migliore amica” e le attribuì il merito di avergli salvato la vita in più occasioni, soprattutto durante gli anni ’70, quando lottava contro la dipendenza da cocaina e una profonda depressione.

Coco Schwab: molto più di un’assistente

Coco Schwab non era solo un’assistente: era una confidente, una protettrice e, per molti versi, una figura materna che compensava l’assenza emotiva della madre di Bowie, Peggy Jones. Durante il periodo berlinese di Bowie, a partire dal 1976, fu lei a organizzare la vita quotidiana dell’artista, trovandogli un appartamento e aiutandolo a riprendersi dalla spirale autodistruttiva in cui era caduto. Si dice che gli portasse succo d’arancia e gli accendesse la sigaretta ogni mattina, un gesto semplice ma simbolico della sua dedizione. La sua influenza era tale che alcuni, come l’ex moglie di Bowie, Angie, la consideravano una presenza ingombrante, accusandola persino di aver contribuito alla fine del loro matrimonio.

Un legame solido

Nonostante le speculazioni su una possibile relazione romantica – alimentate anche da Angie e da alcuni osservatori dell’epoca – Bowie sottolineò che il loro legame andava “oltre il sesso“, radicandosi in un’amicizia profonda e in una fiducia assoluta. Coco Schwab rimase al suo fianco per oltre 40 anni, gestendo non solo la sua carriera ma anche la sua vita privata, tenendo lontani gli “irritanti” e diventando una sorta di filtro tra Bowie e il mondo esterno. Il produttore Tony Visconti la definì una “guardiana“, mentre altri la vedevano come una presenza quasi autoritaria, ma sempre mossa dall’intento di proteggere l’artista.

David Bowie le dedicò la canzone “Never Let Me Down” nel 1987, un tributo emotivo in cui esprimeva la gratitudine per il suo sostegno nei momenti più bui

Dopo la morte del cantante, avvenuta il 10 gennaio 2016, si scoprì che le aveva lasciato 2 milioni di dollari nel testamento, un riconoscimento tangibile della sua importanza. Coco Schwab non ha mai cercato i riflettori, preferendo rimanere nell’ombra, ma il suo ruolo è stato essenziale nel plasmare la vita e la carriera di uno degli artisti più rivoluzionari del XX secolo. Ancora oggi, poco si sa della sua vita privata dopo la scomparsa di Bowie, ma il suo nome resta indissolubilmente legato alla leggenda del “Duca Bianco“.

— Onda Musicale

Tags: Tony Visconti
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