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Grand Funk Railroad: la rivoluzione Hard Rock made in USA

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Grand Funk Railroad

Il Michigan storicamente è noto per aver prodotto tra i migliori gruppi americani hard rock, qualcuno ai più sconosciuti Oltreoceano, qualcun altro destinato a lasciare un’impronta indelebile nella storia della musica internazionale. I Kiss cantavano “Detroit Rock City” nello stesso decennio in cui una band di Flint avrebbe fatto parlare di sé fino ai giorni nostri: i Grand Funk Railroad.

In un periodo in cui i gruppi inglesi facevano la voce grossa, capitanati da Led Zeppelin, Who, Uriah Heep, Deep Purple, i Grand Funk Railroad rappresentano la risposta americana allo strapotere di Sua Maestà.

In attività dal 1969, la band nel suo periodo di massimo splendore era formata da:

  • Mark Farner (chitarra, voce): il leader carismatico, noto per le sue potenti performance vocali e la sua abilità alla chitarra
  • Mel Schacher (basso): con il suo stile molto incisivo e groove pesante, è stato una delle colonne portanti della band
  • Don Brewer (batteria, voce): la sezione ritmica della band è sempre stata un punto di forza, e Brewer ha portato anche la sua voce in alcuni brani

Nel corso degli anni, la formazione della band è cambiata diverse volte, ma questi tre membri sono stati quelli che hanno definito il suono classico di Grand Funk Railroad.

Il loro stile musicale

E’ difficile definire a compartimenti stagni quale sia lo stile dei Grand Funk Railroad o a quale sound si ispiri maggiormente perché negli anni la band ha avuto la capacità di mischiare molti generi e influenze musicali, mantenendosi sempre fedeli alla loro base di hard rock: funk, disco music, blues, rock ‘n roll, rock psichedelico, pop-rock.

La costante era comunque sempre rappresentata da pochi ma incisivi elementi caratterizzanti i loro componimenti:

  • riff potenti
  • sezione ritmica groovy
  • armonizzazioni vocali
  • tappeti di hammond
  • capacità di improvvisazione

La potenza sonora dal vivo

Forti della loro gigantesca discografia, i Grand Funk Railroad sono quindi una band leggendaria che ha lasciato un profondo segno nella storia dell’hard rock, non solo grazie all’infinita serie di capolavori in studio, ma soprattutto per l’impressionante energia sprigionata nelle esibizioni live.

Tra gli album dal vivo più iconici c’è sicuramente il “Live Album” del 1970.

Con brani come “Inside-Looking Out” e “T.N.U.C.“, che dimostrano la loro abilità tecnica e la potenza sonora, Live Album è il primo album dal vivo che, sebbene non sia il più recente, rappresenta sicuramente uno dei concerti più iconici che ha fissato il loro status nella storia del rock.

Caught in the Act: un capolavoro dal vivo che cattura l’energia della band

Uno dei migliori esempi di questa energia e capacità di coinvolgere il pubblico dal vivo è rappresentato dall’album “Caught in the Act”  del 1975. Registrato al Forest Hills Tennis Stadium di New York, l’album è una testimonianza di quanto raccontato finora. Gli spettatori presenti hanno potuto vivere un’esperienza unica, e il disco riesce a restituire in modo sorprendente quell’atmosfera elettrica, sopravvissuta al tempo e ai cambiamenti.

Basta la coppia di brani di apertura formata da Footstompin’ music/Rock ‘n roll soul per venire completamente investiti da tutta la potenza sonora a disposizione del power trio, ma sarebbe riduttivo esaltare brani rispetto ad altri, perché l’intera setlist è una cavalcata senza pause o cali di intensità dalla prima all’ultima nota.

L’importanza delle esibizioni dal vivo

Sebbene la band avesse già ottenuto un enorme successo commerciale con dischi come “Closer to Home”, “E-pluribus funk” e “We’re an American Band”, l’album dal vivo rappresenta l’apice nella loro carriera, un momento in cui si unisce la potenza del sound con la chimica speciale che si sviluppa tra una band e il suo pubblico.

Da sempre e per sempre, le esibizioni dal vivo sono la cartina tornasole di quanto una band è o è stata grande. Per quanto si riesca ad essere creativi e innovativi in studio, è il palco il vero giudice incaricato di consegnare alla storia una band rispetto ad altre.

La qualità delle esibizioni dal vivo di Grand Funk è stata fondamentale nel loro successo e “Caught in the Act” è un disco che incapsula perfettamente ciò che rendeva unica la band: un mix di rock duro, melodie indimenticabili e la capacità di entrare in simbiosi con il pubblico che poche altre band possono vantare.

Per chiunque voglia approfondire l’universo dei Grand Funk Railroad, sicuramente questo album è la prima tappa di un lungo viaggio lungo la grande rotaia del funk. Un documento che immortala la band nella sua forma più pura, senza filtri e né compromessi.

Album in studio dei Grand Funk Railroad

  • 1969 – On Time
  • 1969 – Grand Funk
  • 1970 – Closer to Home
  • 1971 – Survival
  • 1971 – E Pluribus Funk
  • 1972 – Phoenix
  • 1973 – We’re an American Band
  • 1974 – Shinin’ On
  • 1974 – All the Girls in the World Beware!!!
  • 1976 – Born to Die
  • 1976 – Good Singin’, Good Playin’
  • 1981 – Grand Funk Lives
  • 1983 – What’s Funk?

— Onda Musicale

Tags: Deep Purple/The Who/Led Zeppelin/Kiss/Uriah Heep
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