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Telex: elettronica, ironia e un tocco di genio

La band belga dei Telex

Oggi vi raccontiamo la storia di una band che ha segnato la musica elettronica con un tocco di ironia e innovazione: i Telex, un trio belga che nasce a Bruxelles nel 1978.

I Telex nascono dall’incontro di Marc Moulin, Dan Lacksman e Michel Moers che si uniscono con un’idea chiara in mente: creare qualcosa di diverso, qualcosa di europeo, lontano dal rock tradizionale e dalle chitarre. Scelgono di usare solo strumenti elettronici, un approccio radicale per l’epoca, e si lasciano ispirare da pionieri come i Kraftwerk, ma con un’attitudine più giocosa e irriverente.

Cominciano la loro avventura musicale con il primo album Looking for Saint Tropez, che esce nel 1979

Tra i brani spicca “Moskow Diskow“, un singolo che diventa un successo internazionale grazie al suo ritmo disco sintetico e al suo testo bilingue. La band si diverte a a mischiare generi: prendono il punk, il disco e la sperimentazione elettronica e li fondono in cover come “Twist à St. Tropez” dei Les Chats Sauvages, che rendono molto minimalista, o “Rock Around the Clock” di Bill Haley, che viene rallentata fino a farla sembrare un sogno elettronico. Non si prendono troppo sul serio: scelgono di reinterpretare anche “Ça Plane Pour Moi” di Plastic Bertrand in modo svogliato e meccanico, quasi a voler scherzare con il punk.

Nel 1980, il loro manager li convince a partecipare all’Eurovision Song Contest, un evento che sembra lontanissimo dal loro stile

Scrivono “Euro-Vision“, una canzone allegra ma ironica, con testi volutamente banali che parlano del concorso stesso. Sperano di arrivare ultimi, ma il Portogallo assegna loro dieci punti e finiscono diciassettesimi su diciannove partecipanti. Sul palco, il pubblico non sa come reagire: restano fermi, scattano una foto alla platea confusa e se ne vado tra i mormorii della gente. È un momento che racconta al meglio i Telex: un gruppo che ama provocare, ma senza mai alzare troppo la voce.

Continuano il loro percorso con Neurovision nel 1980, ma è con il terzo album, Sex, del 1981, che fanno un passo in avanti. Nasce la collaboraziobne con gli Sparks, il duo americano formato dai fratelli Ron e Russell Mael, che scrivono i testi per i Telex. La loro ironia tagliente si sposa perfettamente con i loro suoni elettronici essenziali e vivaci. Non suonano mai dal vivo, però: preferiscono restare nell’ombra, una scelta che anticipa l’anonimato di tanti artisti techno futuri, ma che all’epoca sembra strana.

Dopo Sex, pubblicano Birds and Bees nel 1982 (riedizione di More Than Distance) e poi Looney Tunes nel 1988 con Atlantic Records

Qui cambiano un po’ direzione: usano campionamenti e un humor ancora più evidente, come in “Temporary Chicken“, una storia assurda di un uomo che si veste da pollo per lavoro. Nel 1989 i Telex rivisitano il loro passato con Les Rythmes Automatiques, dove remixano i vecchi brani in stile house, un genere che ormai devono a loro stessi e ad altri pionieri come loro.

Una lunga sosta

I Telex si fermano per quasi vent’anni, ma tornano nel 2006 con How Do You Dance, un album che mescola pezzi originali e cover, come “On the Road Again” dei Canned Heat. Collaborano anche con altri artisti: remixano “A Pain That I’m Used To” dei Depeche Mode e “Minimal” dei Pet Shop Boys, portando il loro suono in nuove direzioni. Quando Marc Moulin muore nel 2008 (per un cancro alla gola), Dan Lacksman e Michel Moers decidono di chiudere il capitolo creativo dei Telex, ma non prima di pubblicare Ultimate, una raccolta che celebra la loro storia.

«[…] now that we are only two of us, Telex future is its past
and the name is definitly “vintage” in all meanings»

Dan Lacksman & Michel Moers

Nel 2021, tornano con This Is Telex, una compilation su Mute Records che include inediti come “Dear Prudence” dei Beatles e “The Number One Song in Heaven” degli Sparks. È un modo per ricordare chi sono stati i Telex e chi sono ancora: un gruppo che ha influenzato il synth-pop e la techno senza mai prendersi troppo sul serio.

Album in studio dei Telex

  • 1979 – Looking For St. Tropez
  • 1980 – Neurovision
  • 1981 – Sex
  • 1984 – Wonderful World
  • 1986 – Looney Tunes
  • 2006 – How Do You Dance?

— Onda Musicale

Tags: Depeche Mode, Pet Shop Boys, Canned Heat
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