“Let Go” è il nuovo brano del songwriter Gianfranco Torrisi.
“Let Go” è un brano che parla di speranza, che esorta a credere in se stessi e soprattutto parla di proteggere i propri sogni e fare di tutto per poterli realizzare nonostante le difficoltà che la vita ci pone davanti.
Cosa ti ha spinto a pubblicare finalmente la tua musica da solista?
Avevo già brani in cantiere da un po’ di tempo che ancora non avevo ne registrato o eseguito in pubblico, ma, il 24 Agosto 2024 ho avuto la grande opportunità di aprire il concerto di ‘Ermal Meta’ nella tappa del “Buona Fortuna tour” presso l’anfiteatro di Zafferana Etnea (CT). Tutto ciò ha segnato il debutto dal vivo dei miei brani originali da solista. Questa esperienza mi è servita da grande stimolo facendomi capire che ciò che sto scrivendo magari ha un valore e può funzionare, permettendomi di acquisire una maggiore passione e consapevolezza di me e di ciò che voglio fare. Dunque la decisione di registrare e iniziare a pubblicare i propri lavori da cantautore a tutti gli effetti.
Qual è stata la parte più difficile da scrivere?
Le strofe a livello metrico sono state le più difficili, non è stato facile trovare le giuste parole che facessero senso, quadrando con la linea melodica delle strofe.
Quanto ha influito il tuo background jazzistico sulla struttura di “Let Go”?
Beh posso dire che sicuramente un genere come il Jazz se praticato, studiato in un determinato modo ma anche solo ascoltato, alla lunga ti apre la mente oltre le orecchie! È come se permettesse di raggiungere una maggiore ‘elasticità mentale’ durante la composizione ma soprattutto nell’improvvisazione. L’arte dell’improvvisazione fondamentalmente è comporre in tempo reale, si lavora molto sul pensiero e sulla creatività, quando acquisisci padronanza di questa cosa è più probabile che ti vengano fuori delle melodie sempre fresche ed avrai più spunto a crearne. Ovviamente il mio brano non c’entra niente col Jazz in termini di genere, ma siccome la melodia è nata proprio così dall’improvvisazione sul giro armonico, posso dire che probabilmente il background jazzistico, per quello che sono oggi, influisce tanto. Chiaramente non sto dicendo che bisogna obbligatoriamente fare un percorso Jazz altrimenti non si possono scrivere brani! C’è chi non ha mai studiato jazz ed ha fatto grandi cose, io posso parlare per la mia esperienza personale e sicuramente non è stato un male, anzi un ulteriore arricchimento del mio linguaggio.Giusto per fare un esempio italiano, “Lucio Dalla”, etichettato come cantautore Pop, ha scritto alcune delle canzoni più belle della discografia italiana, egli era un grande cultore del Jazz, amava il Jazz e lo suonava pure. Tutto ciò confluiva nella composizione dei suoi brani e si sente, ma il genere è etichettato come Pop e non Jazz.
Qual era il concetto visivo che volevi trasmettere con il video di “Let Go”?
Sensazione di libertà e freschezza, contatto con la natura e nuovi orizzonti. Qualcosa di semplice diretto e senza artifici.
Hai dovuto fare molte riprese prima di ottenere il risultato desiderato?
Onestamente la preoccupazione era il meteo, perché abbiamo registrato il videoclip nel mese di Ottobre e qui pioveva a giorni alterni, in più temevamo la poca luce perché dovevamo registrare nel pomeriggio e ad ottobre iniziava a far buio prima, invece poi tutto è filato liscio ed in mezzo pomeriggio siamo riusciti a fare le riprese che ci servivano.
Hai già in mente altri singoli da pubblicare?
Si certo, devo solo registrarli professionalmente, successivamente deciderò se pubblicare altri singoli o direttamente un primo EP.