La band Il Giardino dei Semplici nasce a Napoli nel giugno 1974, un periodo di fermento musicale in cui la scena italiana vedeva l’emergere di complessi pop e rock influenzati sia dalla tradizione melodica che dalle nuove correnti internazionali.
La band Il Giardino dei Semplici viene fondata dal batterista Gianni Averardi, già attivo nell’orchestra di Totò Savio, e dal chitarrista e cantante Gianfranco Caliendo, che si incontrano casualmente nel capoluogo partenopeo. Averardi, con un passato da musicista nella formazione Campanino, aveva un sogno: creare una band napoletana che potesse competere sul panorama nazionale. A loro si uniscono presto Andrea Arcella (tastiere, programming e cori) e Luciano Liguori (basso, voce solista e cori), formando il nucleo originario del gruppo.
La scelta del nome
Il nome “Il Giardino dei Semplici” viene suggerito dal produttore Giancarlo Bigazzi, fiorentino, che si ispira all’Orto Botanico di Firenze, noto come “Giardino dei Semplici” per la coltivazione di erbe medicinali. Questo nome riflette la semplicità e la genuinità che la band vuole trasmettere, unite a una raffinatezza musicale. Grazie all’intervento di Bigazzi e Savio, già noti nel mondo discografico italiano, il gruppo ottiene un contratto con la CBS, una delle principali etichette dell’epoca. Inizialmente, la band si esibisce allo Shaker Club di Napoli con il nome provvisorio “Alti e Bassi”, ma è con il nuovo nome che inizia a prendere forma il loro percorso professionale.
Il debutto e il successo immediato (1975-1976)
Il 1975 segna l’esordio ufficiale del Giardino dei Semplici. Dopo mesi di prove e concerti locali, il gruppo registra il suo primo 45 giri nello studio Ortophonic di Roma: “M’innamorai” / “Una storia”, pubblicato a fine aprile sotto la produzione di Bigazzi e Savio. Il brano “M’innamorai” partecipa al Festivalbar 1975, ottenendo un successo strepitoso e raggiungendo il 7º posto nelle classifiche italiane. La canzone, con il suo testo romantico e le armonie vocali caratterizzate dai falsetti, diventa un simbolo della vena melodica del gruppo, conquistando il pubblico giovanile dell’epoca.
Pochi mesi dopo, a novembre, esce il secondo singolo
“Tu, ca nun chiagne”, una rivisitazione in chiave pop-rock dell’omonima canzone napoletana del 1915, scritta da Libero Bovio ed Ernesto De Curtis. Questo brano segna una svolta: utilizzato dalla Rai come sigla per un ciclo di film di Francesco Rosi, vende oltre un milione di copie, ottenendo il disco d’oro e posizionandosi al 3º posto nelle classifiche. La fusione tra tradizione napoletana e sonorità moderne diventa il marchio di fabbrica del gruppo, che si distingue per la capacità di reinterpretare il patrimonio musicale partenopeo con uno stile fresco e accattivante.
Nel 1976 esce il primo album omonimo, “Il Giardino dei Semplici”
Il disco include i due singoli precedenti insieme a brani come “Angela” (rielaborazione di un pezzo tradizionale napoletano del Settecento) e “Basta avere lei“. L’album è un successo e dà il via al primo tour nazionale, con 176 date in tutta Italia, consolidando la popolarità della band. Nello stesso anno, il singolo “Vai” / “Tamburino” partecipa al Festivalbar ’76, confermando il loro status di fenomeno musicale.
Il trionfo a Sanremo e il picco degli anni ’70 (1977-1979)
Il 1977 è un anno cruciale: Il Giardino dei Semplici debutta al Festival di Sanremo con il brano “Miele”, scritto da Bigazzi e Savio. La canzone, dal testo poetico e dalle melodie avvolgenti, si classifica al 4º posto ma diventa il singolo più venduto della manifestazione, un altro grande successo commerciale. La partecipazione a Sanremo consacra la band come una delle realtà più importanti della musica italiana, con un seguito di fan sempre più vasto, soprattutto tra le teenager.
Nello stesso anno esce l’album “Le Favole del Giardino”, che esplora sonorità più morbide e armoniche, con un uso prominente del mellotron e delle voci corali. Il tour di supporto è un trionfo, nonostante un incidente al braccio di Gianfranco Caliendo richieda l’intervento di un chitarrista aggiuntivo. Nel 1978, la band pubblica “Concerto in La Minore (dedicato a lei)”, un brano scritto da Caliendo e Averardi, che diventa un altro classico del loro repertorio.
Gli anni ’70 si chiudono con una serie di hit come “Tu, tu, tu” e “Silvie”, che mantengono alta la popolarità del gruppo. La loro formula – voci soliste, falsetti corali e una vena romantica – si rivela vincente, portando le vendite complessive a milioni di dischi.
Gli anni ’80: cambiamenti e sperimentazioni
Con l’arrivo degli anni ’80 il panorama musicale cambia e il gruppo si adatta. Nel 1980 Gianni Averardi lascia la band per seguire altri progetti, sostituito da Tommy Esposito (batteria, percussioni e cori), che porta nuove influenze e un approccio più moderno alla ritmica, con l’uso di batterie elettroniche. Album come “E amiamoci” (1980) e “Giallo” (1981) mostrano una transizione verso sonorità più contemporanee, pur mantenendo il loro stile distintivo.
Nel 1982 esce “Carnevale da buttare”, un singolo che ottiene un grande successo e segna un avvicinamento alla new wave italiana. La band collabora anche con Peppino Di Capri nell’album “Juke-Box“, contribuendo a un classico della musica partenopea. Nel 1986, dopo anni con una major, decidono di rescindere il contratto per prodursi in proprio, una scelta rischiosa ma dettata dal desiderio di maggiore libertà creativa.
Nel 1993 pubblicano “Otto Quarantotto & Ventisette”, un disco in napoletano con sonorità acustiche ed etniche, che vede la partecipazione di artisti come Valentina Stella e Daniele Sepe. Questo lavoro rappresenta una delle sperimentazioni più audaci della loro carriera.
Gli anni ’90 e 2000: consolidamento e progetti speciali
Nel 1997 esce “Settelune”, una raccolta con tre inediti (“Mani“, “Male d’amore” e la title track), che celebra i loro successi reinterpretandoli in chiave moderna. Nel 1998, Caliendo fonda una scuola di canto moderno a Napoli, che diventa un punto di riferimento per giovani talenti in Campania. L’anno successivo, la band partecipa al progetto benefico “Un’onda nel mare”, prodotto da Tommy Esposito, insieme a nomi come Peppino Di Capri e Gigi D’Alessio.
Nel 2000 pubblicano “Canta e cammina”, un concept-album religioso con testi di Monsignor Bruno Forte e musiche del gruppo e di Monsignor Filippo Strofaldi. Presentato al Meeting dei Giovani a Pompei davanti a una folla enorme, l’album ottiene un buon successo nonostante sia autoprodotto. Nel 2001 partecipano al Festival di Napoli con “T.V.B.”, scritto da Caliendo, e nello stesso anno Esposito e Caliendo collaborano al successo di “Turu Turu”, interpretato da Francesco e Giada, terzo posto a Sanremo nella categoria Giovani.
Nel 2005, per il trentennale della carriera, tengono un concerto memorabile al Palapartenope di Napoli davanti a 4.500 spettatori, con la partecipazione straordinaria di Averardi e del sassofonista Pino Ciccarelli. Dall’evento nascono un album live e un DVD.
Gli anni 2000: rinnovamento e celebrazioni
Nel 2012 Gianfranco Caliendo lascia il gruppo per motivi personali, sostituito da Savio Arato (chitarre, voce e cori). Questo cambio segna una rinascita creativa: nel 2013 esce “Argento vivo”, un album di inediti che mescola pop-rock moderno e influenze anglosassoni, accolto positivamente da critica e pubblico. Dal disco vengono estratti videoclip come “Grande grande” (sigla di “Tifosi Napoletani“), “Abbracciami” e “I love you“, girato a Londra.
Nel 2014 celebrano il quarantennale con il concerto “Canta e cammina” al Palapartenope, mentre nel 2015 festeggiano i 40 anni con un evento all’Auditorium Rai di Napoli, accompagnati da ospiti illustri. Nello stesso anno, Tommy Esposito co-scrive “Grande amore”, brano con cui Il Volo vince Sanremo, un successo internazionale che porta ulteriore prestigio alla band. Esce anche la biografia “Quella sera che inventai il tuo nome”, scritta con Carmine Aymone, accompagnata da un CD live.
Nel 2020 Il Giardino dei Semplici pubblicano “Concept – Aria Acqua Terra Fuoco”
Un doppio album in vinile e CD con 20 brani, accompagnato da un’opera grafica di Lello Esposito. Il disco, diviso in quattro sezioni tematiche, rappresenta un ritorno alle origini con uno sguardo al futuro. Nel 2021 Caliendo pubblica l’autobiografia “Memorie di un Capellone”, che ripercorre la storia della band fino al 2012 e la sua carriera solista.
Nel 2024 Il Giardino dei Semplici celebra i 50 anni di carriera con il tour “50”, partito il 15 marzo da Napoli. Il concerto ripercorre i loro grandi successi, emozionando generazioni di fan. Con oltre 4 milioni di dischi venduti, 2.000 concerti e 30 milioni di streaming, la band resta una delle realtà più longeve e amate della musica italiana, fedele alla sua identità romantica e alla tradizione napoletana, ma sempre pronta a rinnovarsi.
Formazione attuale de Il Giardino dei Semplici
- Andrea Arcella: tastiere, piano, sintetizzatori, programming, voce, cori (1974-oggi)
- Luciano Liguori: basso elettrico e acustico, voce solista, cori (1974-oggi)
- Savio Arato: chitarre elettriche e acustiche, voce, cori (2012-oggi)
- Tommy Esposito: batteria, percussioni, drum programming, voce, cori (1980-oggi)