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Intervista a Kill Ref, fuori con l’album “Cronache di un apparente movimento”

Cronache di un apparente movimento

Un nuovo capitolo definitivo: un album dal titolo “Cronache di un apparente movimento“, disponibile su tutte le piattaforme digitali, Bandcamp, CD e vinile.

Dopo la pubblicazione del singolo “FIlemone e Bauci” e del videoclip per la regia di Antonio Zannone, torna il progetto che vede insieme Kill Ref & HI Fi Ensemble, per un nuovo capitolo definitivo: un album dal titolo “Cronache di un apparente movimento”, disponibile su tutte le piattaforme digitali, Bandcamp, CD e vinile.

Un disco complesso e stratificato di influenze musicali, inclassificabile per i tempi degli algoritmi e delle playlist di Spotify, qui ritroviamo il paradigma elettronico, con cui tutti gli strumenti provano di continuo a coniugarsi tra loro spinge questo progetto ad esplorare sempre inaspettati percorsi sonori.  

Abbiamo parlato proprio con Kill Ref, sia discografico che artista, che musicista, e tante altre cose. Abbiamo chiesto come ha fatto a far stare insieme tutto, ed ecco com’è andata! 

Quanto, nella tua esperienza, è importante collaborare con altri artisti per farsi pubblicità e allargare quindi la propria community? Hai mai lavorato con qualcun altro, in quest’ottica?

Può risultare decisivo collaborare con altri, con il side-effect di condividere e corroborare i rispettivi canali di comunicazione. Restare in rete significa rimanere in un invisibile radar della propria scena musicale.  Non ho mai collaborato con altri solo con questo fine, ma nella mia etichetta discografica, soprattutto nelle prime releases, ne ho constatato gli effetti.

Sei anche un discografico. Come vivi questo doppio ruolo, di artista e “manager”?

Difficile avere la lucidità di cambiare prospettiva da cui fare scelte imprenditoriali, oltre che artistiche. Ma spesso mi capita di astrarmi e di ascoltare la mia musica e quella della mia etichetta KR/LF come un’ estraneo, come un comune ascoltatore di Tidal, Spotify o Bandcamp e questo mi fa sentire e percepire tutto in maniera più semplice: se emoziono e mi metto in moto a distanza tempo ascoltando le mie, le nostre releases, allora sono sulla rotta giusta.

Come mai in un primo momento della comunicazione, quando avete pubblicato il vostro primo singolo “Filemone e Bauci”, che ci ha introdotto a questo nuovo album, avete deciso di non mostrarvi in volto?

Il singolo ha un legame intenso con la storia che lo sottende, nonché con il relativo cortometraggio diretto dal regista Antonio Zannone uscito di lì a breve, prima dell’intero album. Non era importante mostrarci, era fondamentale, piuttosto, mostrare la bellezza e raccontarla.

Cosa determina o meno il fatto che sia il momento giusto per pubblicare un disco? Il 2024 era il momento giusto per “Cronache di un apparente movimento”?

Una lunga e stanca gestazione sonora con un’ improcrastinabile maturazione. Si era arrivati al punto di farlo uscire e lanciarlo nel cosmo, un po’ indipendentemente dagli studi di settore; anche perché un disco del genere sarebbe rimasto sempre appannaggio di un lento e complesso ascolto.

E che ci puoi dire del 2025?

Qualche possibile esibizione dal vivo nel Lazio e a Roma, ed un ep spin-off del disco. 

— Onda Musicale

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