Negli anni ’60 Londra era il cuore pulsante della rivoluzione musicale globale. La cosiddetta “Swinging London” era un crogiolo di creatività, dove il rock si mescolava a nuove influenze, dando vita a sonorità rivoluzionarie.
In questo contesto nacquero The Nice, una band che, pur avendo una carriera relativamente breve, lasciò un’impronta indelebile nella storia della musica, diventando uno dei precursori del progressive rock.
Nascita della band: un incontro al servizio di P.P. Arnold (1967)
I The Nice nacquero nel 1967 come backing band per la cantante soul P.P. Arnold (leggi la nostra intervista del 2017), soul singer americana che si stava afferming sulla scena londinese. La formazione iniziale includeva Keith Emerson (tastiere), Lee Jackson (basso e voce), David “Davy” O’List (chitarra) e Ian Hague (batteria), presto sostituito da Brian “Blinky” Davison. Il gruppo fu assemblato dal manager Andrew Oldham, noto per il suo lavoro con i Rolling Stones, che vide in questi giovani musicisti un potenziale esplosivo.
Fin dalle prime esibizioni, i The Nice si distinsero per la loro energia e per l’approccio eclettico. Tuttavia, non erano destinati a rimanere nell’ombra di P.P. Arnold. La loro performance al 7th National Jazz and Blues Festival di Windsor, nell’agosto 1967, segnò un punto di svolta: nonostante fossero stati inseriti all’ultimo minuto per sostituire i Pink Floyd, rubarono la scena con un set esplosivo, annunciato da fuochi d’artificio. Fu chiaro che i The Nice erano molto più di una semplice band di supporto.
Il significato del nome: un omaggio ironico?
Il nome “The Nice” è avvolto da un alone di mistero. Non esiste una spiegazione ufficiale univoca, ma si ritiene che fosse un riferimento ironico al termine inglese “nice” (gentile, piacevole), in netto contrasto con l’energia provocatoria e l’attitudine ribelle della band. In un’epoca in cui i nomi delle band erano spesso audaci o psichedelici (Pink Floyd, The Who), scegliere un nome apparentemente innocuo come “The Nice” potrebbe essere stato un gioco deliberato per spiazzare il pubblico, riflettendo il loro spirito anticonformista. Alcuni membri, in interviste successive, hanno suggerito che il nome fosse semplicemente un’idea estemporanea, priva di significati profondi, ma la sua semplicità contribuì a renderlo memorabile.

Precursori del progressive rock
I The Nice sono considerati tra i precursori del progressive rock, un genere che negli anni Settanta avrebbe dominato la scena musicale con band come Yes, Genesis ed Emerson, Lake & Palmer. Il loro suono era un’amalgama unica di rock psichedelico, jazz, blues e musica classica, con un’enfasi senza precedenti sull’organo Hammond, suonato magistralmente da Keith Emerson. Dopo l’uscita del chitarrista Davy O’List nel 1968, la band si trasformò in un trio, con l’organo che assunse un ruolo ancora più centrale, sostituendo spesso la chitarra come strumento solista.
Le loro composizioni spaziavano da riletture di classici (come Rondo di Dave Brubeck o America di Leonard Bernstein) a brani originali che rompevano le convenzioni della forma-canzone pop. Le performance dal vivo erano caratterizzate da virtuosismi tecnici, improvvisazioni estese e gesti teatrali, come Emerson che “maltrattava” il suo organo, arrivando a colpirlo o a incendiare simboli (celebre il rogo di una bandiera americana durante l’esecuzione di America, gesto che causò polemiche negli Stati Uniti). Questa fusione di generi e l’ambizione di abbattere le barriere tra musica “colta” e popolare fece dei The Nice un punto di riferimento per il nascente movimento progressive.
I primi passi discografici: The Thoughts of Emerlist Davjack (1967)
Il debutto discografico dei The Nice avvenne con l’album The Thoughts of Emerlist Davjack (1967), pubblicato per la Immediate Records. Il titolo, un gioco di parole con i nomi dei membri (Emerson, O’List, Jackson, Davison), rifletteva il loro spirito ludico. L’album conteneva brani come Flower King of Flies e Rondo, che mostravano già la loro capacità di fondere rock psichedelico con elementi classici e jazz. Sebbene non fosse un successo commerciale immediato, l’album ricevette elogi per la sua originalità e pose le basi per il loro sviluppo artistico.
L’evoluzione: Ars Longa Vita Brevis e l’addio di O’List (1968)
Nel 1968 i The Nice pubblicarono Ars Longa Vita Brevis, un album più ambizioso che includeva una suite omonima di oltre 19 minuti, ispirata alla musica classica e arricchita da un’orchestra. Fu in questo periodo che Davy O’List lasciò la band, ufficialmente per “divergenze musicali“, anche se voci di tensioni personali circolavano. Come trio, i The Nice trovarono una nuova identità, con Emerson che assunse un ruolo ancora più dominante. Il singolo America, una rilettura strumentale del brano di Bernstein, divenne uno dei loro pezzi più celebri, raggiungendo le classifiche britanniche e consolidando la loro reputazione di provocatori.
Il successo e le tensioni: Nice e Five Bridges (1969-1970)
L’album Nice (1969) segnò il loro apice creativo. Conteneva versioni live di Hang On to a Dream (di Tim Hardin) e She Belongs to Me (di Bob Dylan), dilatate in lunghe jam che mettevano in mostra la loro abilità improvvisativa. Tuttavia, le tensioni interne cominciavano a emergere, in particolare tra Emerson e Jackson, il cui stile vocale limitato era visto da alcuni come un punto debole.
Nel 1970 uscì Five Bridges, un progetto ambizioso che vedeva i The Nice collaborare con un’orchestra sinfonica, diretta da Joseph Eger. L’album, registrato dal vivo a Newcastle, includeva una suite ispirata ai ponti della città e riletture di brani classici come la Patetica di Čajkovskij. Raggiunse il secondo posto nelle classifiche britanniche, ma per Emerson rappresentava il limite del potenziale della band. Sentiva che i Nice avevano esaurito la loro spinta innovativa.
La fine dei The Nice e la nascita degli ELP (1970)
All’inizio del 1970 Keith Emerson era già in contatto con Greg Lake dei King Crimson per formare un nuovo progetto. Durante un tour negli Stati Uniti con i Nice, Emerson annunciò la sua intenzione di lasciare la band. La notizia fu un duro colpo per Jackson e Davison, aggravato dal fallimento della Immediate Records, che lasciò i The Nice senza royalties significative. L’ultimo concerto importante dei Nice avvenne nel febbraio 1970, con una performance orchestrale al fianco della Los Angeles Philharmonic, diretta da Zubin Mehta.

Dopo lo scioglimento, Emerson fondò gli Emerson, Lake & Palmer (ELP), che portò le idee dei Nice a un livello di successo globale. Jackson e Davison tentarono di proseguire con altri progetti, come il gruppo Refugee con Patrick Moraz, ma senza raggiungere lo stesso impatto. I Nice si riunirono brevemente nel 2002-2003 per due tour celebrativi, ma la morte di Davison nel 2008 e il suicidio di Emerson nel 2016 posero fine a ogni possibilità di reunion.
Nonostante la loro breve esistenza, i The Nice ebbero un impatto profondo
Furono tra i primi a dimostrare che il rock poteva essere un’arte complessa, capace di dialogare con la musica classica senza perdere la sua energia viscerale. La loro influenza si ritrova in band come ELP, Genesis e Yes, ma anche in artisti successivi che hanno abbracciato l’eclettismo e il virtuosismo. Album come Five Bridges e Ars Longa Vita Brevis rimangono punti di riferimento per gli appassionati di progressive rock.
The Nice: una fiamma breve ma intensa
I The Nice furono una meteora nella storia della musica, ma la loro luce continua a brillare. Con il loro mix di provocazione, virtuosismo e sperimentazione, hanno aperto nuove strade per il rock, dimostrando che i confini tra generi potevano essere superati. Per chi non li conosce, ascoltare brani come America o Rondo è un invito a scoprire una band che osò sognare in grande, lasciando un segno indelebile nella Swinging London e oltre.
Formazione
- Lee Jackson – basso, voce (1967-1970, 2002-2003)
- Keith Emerson – organo Hammond, pianoforte (1967-1970, 2002-2003)
- Brian Davison – batteria, percussioni (agosto 1967-1970, 2002-2003)
Membri precedenti
- Ian Hague – batteria (maggio-agosto 1967, solo dal vivo)
- Davy O’List – chitarra, tromba, flauto, voce (1967-1968)
Album in studio dei The Nice
- 1968 – The Thoughts of Emerlist Davjack
- 1968 – Ars Longa Vita Brevis
- 1969 – Nice (in parte registrato dal vivo)
- 1971 – Elegy (in parte registrato dal vivo)