Gli UK sono stati una delle band più influenti e innovative della scena progressive rock britannica, attivi principalmente tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80.
Formatisi nel 1977, gli UK rappresentano un supergruppo che ha riunito alcuni dei musicisti più talentuosi del panorama musicale dell’epoca, combinando elementi di progressive rock, jazz fusion e art rock per creare un suono unico e sofisticato.
Origini e formazione degli UK
Gli UK nascono in un periodo di transizione per il progressive rock, quando il genere, dopo il suo apice negli anni ’70 con band come Yes, Genesis e King Crimson, stava affrontando critiche per la sua complessità e un crescente interesse per il punk e la new wave. La band si forma grazie all’incontro di musicisti già affermati: John Wetton (basso, voce), precedentemente con King Crimson e Uriah Heep; Eddie Jobson (tastiere, violino), ex membro dei Roxy Music e collaboratore di Frank Zappa; Bill Bruford (batteria), leggendario batterista di Yes e King Crimson; e Allan Holdsworth (chitarra), virtuoso della chitarra noto per il suo lavoro nella fusion e con i Soft Machine.
L’idea alla base era quella di creare una band che potesse mantenere la complessità e l’ambizione del progressive rock, ma con un approccio più moderno, influenzato dal jazz-rock e da sonorità più accessibili. La combinazione di talenti così diversi ha dato vita a un suono che spaziava da intricate composizioni strumentali a melodie vocali accattivanti, distinguendo gli UK da molte altre band coeve.
Il loro stile musicale
Il genere musicale degli UK è principalmente progressive rock, ma con forti influenze di jazz fusion e art rock. La loro musica si caratterizza per:
- Complessità tecnica: gli arrangiamenti degli UK sono ricchi di virtuosismi, con sezioni strumentali intricate e cambi di tempo che riflettono l’eredità del progressive rock.
- Influenza jazz: l’approccio di Holdsworth alla chitarra e le ritmiche di Bruford introducono elementi di jazz fusion, con improvvisazioni e un groove più fluido rispetto al prog tradizionale.
- Melodie accessibili: la voce potente e melodica di Wetton, insieme alle tastiere atmosferiche di Jobson, rende molte canzoni degli UK più immediate rispetto ad altre band progressive, avvicinandole a un pubblico più ampio.
- Uso del violino elettrico: Jobson, unico nel suo stile, integra il violino elettrico in modo prominente, aggiungendo una dimensione sonora distintiva.
Questa fusione di generi ha permesso agli UK di distinguersi in un’epoca in cui il progressive rock stava perdendo terreno, creando un ponte tra la complessità degli anni ’70 e le sonorità più moderne degli anni ’80.
La loro discografia
La discografia degli UK è relativamente breve, con due album in studio e un album dal vivo pubblicati durante la loro attività principale, ma il loro impatto è stato significativo. Di seguito, un’analisi dei loro lavori principali e delle canzoni più rappresentative.
UK (1978)
Il loro album di debutto, UK, pubblicato nel 1978, è considerato un capolavoro del progressive rock tardo anni ’70. Prodotto con grande cura, l’album combina la potenza emotiva di Wetton, il virtuosismo di Holdsworth e Bruford, e le texture ricche di Jobson. Le canzoni più note includono:
- “In the Dead of Night”: brano di apertura, parte di una suite omonima, è probabilmente la canzone più iconica dei UK. Con un riff di tastiera memorabile, un assolo di chitarra fluido di Holdsworth e la voce intensa di Wetton, il brano cattura l’essenza del suono della band. La struttura complessa, con sezioni contrastanti, è un esempio perfetto del loro stile progressive.
- “Thirty Years”: una ballata atmosferica che mette in evidenza la capacità di Wetton di trasmettere emozioni profonde, supportata da un lavoro di violino e tastiere di Jobson che crea un paesaggio sonoro evocativo.
- “Alaska/Time to Kill”: altro pezzo forte dell’album, che inizia con un’introduzione strumentale guidata dal pianoforte e dal violino di Jobson, per poi evolversi in una sezione più rock con testi introspettivi.
L’album riceve critiche entusiastiche per la sua freschezza e innovazione, anche se alcuni critici notano che la complessità potrebbe risultare eccessiva per un pubblico abituato a sonorità più semplici.
Danger Money (1979)
Dopo l’uscita di Bruford e Holdsworth, gli UK si riformano come trio con l’aggiunta di Terry Bozzio (batteria), ex collaboratore di Frank Zappa. Il secondo album, Danger Money, è più orientato verso un suono diretto e meno sperimentale, ma mantiene l’identità progressive della band. Tra i brani più noti:
- “Danger Money”: La title track è un pezzo energico con un riff di tastiera prominente e un testo che riflette temi di ambizione e rischio. La batteria potente di Bozzio aggiunge una dimensione più aggressiva.
- “Rendezvous 6:02”: Una delle canzoni più amate dai fan, con una melodia accattivante e un’atmosfera malinconica. Il brano mostra il talento di Wetton come cantante e paroliere, con un arrangiamento che bilancia accessibilità e complessità.
- “Nothing to Lose”: Un brano più radiofonico, con un ritmo vivace e un ritornello memorabile, che rappresenta il tentativo della band di raggiungere un pubblico più ampio.
L’album, pur non raggiungendo l’impatto del debutto, è ben accolto e consolida la reputazione dei UK come band di talento.

Night After Night (1979)
L’album dal vivo Night After Night, registrato durante un tour in Giappone, cattura l’energia degli UK sul palco. Include versioni estese di brani come “In the Dead of Night” e “Danger Money“, oltre a una nuova composizione, “Night After Night“, che mette in luce il loro interplay strumentale. L’album è un testamento della loro abilità dal vivo, con Jobson che passa agilmente tra tastiere e violino, e Wetton che domina la scena con la sua presenza vocale.
Scioglimento della band
Dopo Danger Money e il tour successivo, le tensioni interne e le divergenze creative portano allo scioglimento degli UK nel 1980. Wetton si unisce agli Asia, un altro supergruppo che ottiene grande successo commerciale negli anni ’80, mentre Jobson continua a lavorare come solista e collaboratore. Bozzio torna a collaborare con vari artisti, tra cui i Missing Persons.
Negli anni successivi gli UK si riuniscono brevemente in diverse formazioni. Nel 2011 Wetton e Jobson riformano la band con nuovi membri, pubblicando album come Reunion: Live in Tokyo (2013) e continuando a esibirsi dal vivo. Tuttavia, la morte di Wetton nel 2017 segna la fine definitiva dell’attività della band.
Hanno lasciato un’impronta profonda nel progressive rock
La loro capacità di combinare virtuosismo tecnico con melodie accessibili ha influenzato band successive, in particolare nel filone del neo-prog degli anni ’80 e ’90. Gruppi come Marillion e IQ devono molto al suono degli UK, così come alcune band di progressive metal che hanno ripreso la loro fusione di complessità e potenza.
Inoltre, i membri degli UK hanno continuato a plasmare la musica in modi diversi: Wetton con gli Asia, Bruford con i suoi progetti jazz e progressive, Holdsworth come pioniere della chitarra fusion, e Jobson come produttore e compositore. La loro musica rimane un punto di riferimento per gli appassionati di progressive rock e brani come “In the Dead of Night” e “Rendezvous 6:02” sono considerati classici del genere.
Una band che incarna l’ambizione e l’innovazione del progressive rock
Una formazione capace di spingere i confini del genere senza perdere di vista l’emozione e la melodia. La loro discografia, seppur limitata, è un tesoro per gli amanti della musica complessa e ben eseguita. Per chi non li conosce, gli UK offrono un viaggio musicale che combina virtuosismo, emozione e un suono che rimane fresco anche a distanza di decenni.
Ultima formazione degli UK
- Eddie Jobson – tastiere, violino (1977-1980; 2011-2015)
- John Wetton – voce, basso (1977-1980; 2011-2015)
- Virgil Donati – batteria (2013-2015)
- Alex Machacek – chitarra (2011-2015)
Membri precedenti
- Bill Bruford – batteria (1977-1978)
- Terry Bozzio – batteria (1979-1980)
- Allan Holdsworth – chitarra (1977-1978)
- Marco Minnemann – batteria (2011-2013)