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Hurts: un intenso viaggio nel synth-pop britannico

Hurts

Gli Hurts sono un duo musicale britannico che ha combinato melodie accattivanti, testi emotivi e un’estetica raffinata.

Formatisi a Manchester nel 2009 gli Hurts di Theo Hutchcraft (voce) e Adam Anderson (polistrumentista) hanno conquistato il pubblico europeo con il loro sound distintivo e la loro presenza scenica impeccabile.

Nascita e primi passi degli Hurts (2005-2009)

La storia degli Hurts inizia in un contesto tanto casuale quanto cinematografico. Nel novembre 2005, Theo Hutchcraft (nato il 30 agosto 1986 a Richmond, North Yorkshire) e Adam Anderson (nato il 14 maggio 1984 a Manchester) si incontrano fuori dal 42nd Street, un nightclub di Manchester. Entrambi si trovano lì mentre i loro amici sono coinvolti in una rissa. Troppo ubriachi per partecipare, i due iniziano a parlare di musica, scoprendo di condividere gusti simili, tra cui l’amore per il pop elettronico, il new wave e artisti come Depeche Mode e Tears for Fears.

Nei mesi successivi, Theo e Adam iniziano a collaborare a distanza, scambiandosi testi e demo via e-mail

Nel marzo 2006 formano la loro prima band, chiamata Bureau, un quintetto che si esibisce per la prima volta al The Music Box di Manchester. Bureau si evolve poi in Daggers, un progetto che guadagna un seguito locale e attira l’attenzione di produttori come Biff Stannard e Richard X. Tuttavia, dopo un’esibizione deludente a Londra nel settembre 2008, Theo e Adam decidono di sciogliere il gruppo per concentrarsi su un progetto più personale e intimo. Durante una pausa a Verona, in Italia, i due scoprono un genere che chiamano “Disco Lento”, un’ispirazione che plasma il loro futuro suono.

Il 30 gennaio 2009 i Daggers si scioglgono ufficialmente, e Theo e Adam adottano il nome Hurts. Il nome, semplice ma evocativo, riflette il tema centrale della loro musica: il dolore emotivo, l’amore non corrisposto e le difficoltà personali. In un’intervista, Theo ha spiegato che “Hurts” rappresenta “qualcosa di universale, un sentimento che tutti provano”. Il nome è anche un richiamo alla vulnerabilità che permea i loro testi, spesso intrisi di malinconia e introspezione.

Il successo di Happiness (2009-2011)

Dopo aver adottato il nome Hurts il duo registra un video amatoriale per il brano “Wonderful Life”, con una ballerina reclutata tramite un annuncio in un ufficio postale di Manchester. Caricato su YouTube il 21 aprile 2009, il video diventa virale, superando negli anni i 38 milioni di visualizzazioni. Questo successo inaspettato attira l’attenzione delle case discografiche, e nel luglio 2009 gli Hurts firmano con Major Label e RCA Records.

Il loro singolo di debutto, “Better Than Love”, esce nei primi mesi del 2010 e ottiene un discreto successo nel Regno Unito

Tuttavia, è “Wonderful Life” a consacrarli, grazie anche a un remix di Arthur Baker che entra nelle classifiche di Danimarca e Austria. Il brano, con il suo ritmo pulsante e il ritornello memorabile, diventa un inno synth-pop e apre la strada al loro album di debutto, Happiness, pubblicato il 6 settembre 2010.

Happiness vende oltre due milioni di copie in tutto il mondo, raggiungendo la top 10 in diversi paesi europei, tra cui Regno Unito, Germania e Svizzera. L’album mescola synth-pop con elementi di new wave e pop orchestrale, con testi che esplorano temi di amore, perdita e redenzione. Brani come “Stay” e “Sunday” consolidano la loro reputazione, mentre la loro estetica – completi eleganti, video in bianco e nero, atmosfere noir – li distingue nel panorama musicale. Il 31 ottobre 2011, esce un’edizione deluxe di Happiness, con b-side, rarità e un DVD del loro concerto a Berlino.

L’evoluzione con Exile e Surrender (2012-2015)

Dopo il trionfo di Happiness, gli Hurts iniziano a lavorare al loro secondo album, Exile, annunciato il 14 dicembre 2012 e pubblicato l’11 marzo 2013. Anticipato dal singolo “Miracle”, l’album esplora sonorità più oscure e cinematografiche, pur mantenendo il cuore synth-pop del duo. Exile riceve critiche positive per la sua ambizione, anche se alcuni fan trovano il sound meno immediato rispetto al debutto. Il successivo Exile Tour, partito da Colonia il 14 marzo 2013, tocca tutta l’Europa, concludendosi a Glasgow il 2 aprile.

Nel 2015, gli Hurts pubblicano Surrender, il loro terzo album, che segna un ritorno a melodie più luminose e accessibili. Brani come “Some Kind of Heaven” e “Lights” mostrano influenze pop più marcate, mentre il duo sperimenta con elementi di R&B e dance. L’album raggiunge ancora una volta la top 10 in diversi paesi, ma il suo impatto commerciale è leggermente inferiore rispetto ai precedenti. Tuttavia, Surrender dimostra la versatilità del duo e la loro capacità di evolversi senza perdere la propria identità.

Desire e Faith (2017-2020)

Il quarto album, Desire (2017), continua il percorso di sperimentazione, con un sound più elettronico e influenze tropicali in brani come “Beautiful Ones”. L’album riceve critiche miste: alcuni lodano la sua freschezza, altri lo considerano meno coeso rispetto ai lavori precedenti. Nonostante ciò, Desire mantiene gli Hurts rilevanti, con tour che riempiono teatri e festival in tutta Europa.

Queste le parole di Theo Hutchcraft:

Presenta echi di tutti i tre gli album precedenti. […] Ci sono tutte queste strade che abbiamo percorso in passato, prendi un po’ da lì, un po’ da qui. Ma nel complesso volevamo solo fare un disco pop grande e potente e questa è sicuramente la direzione su cui siamo, quindi è bello. […] Siamo stati solo un po’ più personali su questo disco. Penso che spesso i nostri dischi siano molto aperti e personali, ma penso che sia stato interessante esplorare parti diverse di me stesso e raccontare storie diverse. Penso che sia qualcosa che mi è sempre piaciuto e brani come Wonderful Life, Rolling Stone, tutte quelle, sono tutte storie. Abbiamo imparato ad aprici e abbiamo esperienze differenti; voglio dire: abbiamo le esperienze più strane”

Nel 2020 esce Faith, il loro quinto album, considerato da molti un ritorno alle origini. Con brani come “Voices” e “Redemption”, gli Hurts ritrovano la loro cifra stilistica: melodie drammatiche, testi intensi e un’atmosfera oscura. Faith è accolto positivamente dalla critica, che apprezza la maturità artistica del duo. L’album riflette anche le difficoltà personali di Theo e Adam, con testi che affrontano depressione e resilienza.

Gli anni recenti (2021-Oggi)

Dopo Faith, gli Hurts si prendono una pausa dalle pubblicazioni, concentrandosi su tour e progetti collaterali. Nel 2021, la loro discografia conta cinque album in studio, un EP e oltre venti singoli, con un totale di 23 video musicali. Sebbene non abbiano pubblicato nuovi album dopo il 2020, il duo rimane attivo sui social media e continua a esibirsi dal vivo, mantenendo una base di fan fedeli in Europa e oltre.

Nel 2023, in occasione del decimo anniversario di Exile, gli Hurts organizzano una serie di concerti celebrativi in Europa, eseguendo l’album per intero. Questi eventi confermano la loro capacità di mantenere un legame forte con il pubblico, grazie a performance cariche di emozione e un’estetica sempre curata. Al momento, non ci sono annunci ufficiali su un sesto album, ma Theo e Adam hanno lasciato intendere in interviste recenti di essere al lavoro su nuovo materiale, con un possibile ritorno al sound di Happiness.

Il loro genere musicale

Gli Hurts sono principalmente un duo synth-pop, con un sound che richiama gli anni ’80 ma con una sensibilità moderna. La loro musica combina sintetizzatori, ritmi elettronici e melodie vocali potenti, spesso accompagnate da arrangiamenti orchestrali. Influenzati da band come Depeche Mode, New Order e Pet Shop Boys, gli Hurts incorporano elementi di new wave, pop orchestrale e, in alcuni casi, R&B e dance. Il loro stile è caratterizzato da un equilibrio tra accessibilità pop e profondità emotiva, con testi che esplorano temi universali come l’amore, il dolore e la redenzione.

Il significato del loro nome

Il nome “Hurts” è stato scelto per il suo impatto emotivo e la sua universalità. In inglese, “hurts” significa “fa male” o “dolori”, un riferimento diretto ai temi centrali della loro musica: le ferite emotive, le relazioni complicate e la vulnerabilità umana. Theo Hutchcraft ha dichiarato in un’intervista che il nome è stato scelto perché “rappresenta qualcosa di crudo e autentico, un sentimento che tutti possono comprendere”. Il nome si sposa perfettamente con la loro estetica drammatica e il loro approccio lirico, che spesso invita l’ascoltatore a confrontarsi con le proprie emozioni.

Gli Hurts hanno ridefinito il synth-pop per una nuova generazione

E lo hanno fatto portando un’eleganza visiva e sonora che li distingue dai contemporanei. La loro capacità di combinare melodie accattivanti con testi profondi li ha resi una delle band più amate del panorama europeo. La loro influenza si vede in artisti più recenti che adottano un approccio simile, mescolando pop elettronico con un’estetica curata e temi emotivi.

Inoltre, gli Hurts hanno dimostrato che il successo può essere raggiunto senza compromettere l’integrità artistica. La loro decisione di mantenere una formazione a due e di controllare ogni aspetto della loro produzione – dalla musica ai video – riflette il loro approccio DIY (do it yourself), pur operando nel contesto di major discografiche.

— Onda Musicale

Tags: Depeche Mode, Pet Shop Boys, New Wave
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