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David Bowie: non solo un trasformista ma una vera icona “glam rock”

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Con la sua musica, i suoi personaggi e, più in generale, la teatralità della sua esistenza, David Bowie ha trasformato la sua vita in una vera e propria opera d’arte.

Egli ha saputo cogliere diverse sfumature del pensiero umano e della società in cui viveva, tramutando il tutto in opere musicali che nulla hanno da invidiare alle più ricercate sceneggiature teatrali. David Bowie non era solo un’icona rock, nascondeva in sé una filosofia. Individuare tutti i messaggi inviatoci dallo Starman è impresa assai ardua, ma con il sostegno del libro La filosofia di David Bowie – testo a cui mi sono ispirato per la stesura di questo articolo e che consiglio vivamente -, possiamo far luce su alcuni punti decisamente interessanti.

Le trasformazioni di David Bowie. Come è ben noto, David Bowie ha vestito i panni di numerosi personaggi: Major Tom, Ziggy Stardust, il Duca bianco, Halloween Jack, ecc… Questa sua mania di “nascondersi” dietro una maschera nacque dall’incontro con Lindsay Kamp – il celebre mimo inglese – che lo formò in senso teatrale quando David Bowie era ancora semplicemente David Jones. Kemp insegnò a Bowie proprio a liberarsi dalla paura e dalle costrizioni, accettando la frammentazione del suo personaggio come un inevitabile passaggio al fine di crearsi un’identità.

Questa sua indole trasformista gli consentì, quindi, di “lasciare liberi l’angelo e il demone che portava dentro di sé“, con l’obiettivo di esprimere più liberamente il suo spirito artistico. Era l’espediente teatrale per affrontare tematiche di ogni tipo: ogni maschera possiede una propria personalità, un proprio carattere e qualcosa di unico su cui riflettere. Proprio come Prospero, il Duca di Milano protagonista di La Tempesta di Shakespeare, che si trova di fronte a problemi relativi alla sua figura di uomo, padre, duca e scienziato (la figura di Prospero ispirò Bowie nella creazione dell’alter ego Il Duca bianco).

David Bowie, un amante della letteratura. I riferimenti letterari nelle opere di Bowie sono numerosi, così come lo sono i messaggi filosofici e sociali: il tema del viaggio e dello spostamento, ereditato dallo scrittore beat Jack Kerouac di On the road, in pezzi come Hang Onto YourselfSubterraneans e I Dig everything; il senso di isolamento del Maggiore Tom perso nello spazio di Space Oddity, o la figura dell’alieno/messia/bisex Ziggy Stardust, in un’atmosfera fantascientifica in stile Dick Asimov; l’ambientazione distopica alla 1984 di Orwell nell’album Diamond Dogs; la “riscrittura” di una Berlino frammentata nella sua trilogia berlinese con “Low“, “Heroes” e “Lodger“, con chiari rimandi alle descrizioni della Berlino prebellica di Isherwood; il racconto della Londra artistica degli anni Settanta, vista attraverso gli occhi del Buddha delle periferiedi Kureishi; la compresenza e la simultaneità di pulsazioni e idee contrarie nel mondo post 11 settembre (Heathen); la lettura del presente in favore di una scoperta del surreale (Reality); infine, i riferimenti biblici e la celebrazione della vita e della morte in Blackstar.

Questi sono solo alcuni degli argomenti affrontati dal cantante inglese, che mai risultò banale negli argomenti trattati nelle sue opere.

La filosofia di David Bowie. Bowie fu un avido lettore, capace di catturare l’essenza dell’arte altrui e sfruttarla a suo piacimento, sia nelle sue opere che nella cura del suo (dei suoi) personaggio. La sua immagine venne affiancata più volte a quella di Oscar Wilde – scrittore esteta dell’Inghilterra del secondo Ottocento -, “la prima popstar“, “un’icona culturale che mise tutto il suo genio nella vita e solo il suo talento nelle opere, nel disperato tentativo di tradurre la sua vita in un’opera d’arte“.

Proprio come Wilde, infatti, David Bowie si dedicò completamente alla scrittura della sua vita come opera d’arte. Ecco, dunque, qual è con tutta probabilità la filosofia di Bowie: far della propria vita uno spettacolo teatrale introspettivo e al tempo stesso estrospettivo, capace di comunicare e catturare, capace di coinvolgere le persone fino a farle diventare parte integrante dello show.

(Le frasi tra virgolette e in corsivo sono state prese dal libro La filosofia di David Bowie.)

Articolo di Geraldo Baldassarre per R3M.IT
 
 

— Onda Musicale

Tags: David Bowie/Berlino/Heroes/Ziggy Stardust
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