A poche settimane dal ballottaggio delle elezioni presidenziali in Brasile, dopo la vittoria mancata di poco al primo turno del candidato di estrema destra Jair Bolsonaro, arriva una nuova voce di protesta contro quello che potrebbe diventare il nuovo Presidente della Repubblica.
Ma non è un suo sfidante diretto, bensì quella del musicista e attivista pacifista Roger Waters, storico bassista dei Pink Floyd. Infatti, lo scorso martedì, durante il concerto di San Paolo in Brasile Roger Waters, ha mandato in onda sullo schermo la scritta rossa “Resistere al neofascismo” a cui è seguita una nuova schermata con i nomi dei presidenti e leader politici di alcuni Stati, definiti “Neofascismi in ascesa” con nomi di leader politici quali Trump, Le Pen, Farage, senza risparmiare il candidato brasiliano Jair Bolsonaro.
Già lo scorso anno la posizione Waters era stata da lui stesso rimarcata con questa affermazione: “Non vi interessa la politica? Allora andate ai concerti di Kate Perry” (leggi l’articolo)
Immediatamente ci sono stati applausi ma anche molti fischi e voci di protesta, in un Paese che nell’era del dopo-Lula sembra estremamente diviso. Roger Waters, comunque, durante la serata, ha ricordato al pubblico che si avvale del diritto, in quanto attivista, di protestare pacificamente e invita a riflettere se valga la pena vivere in un Paese in cui la dittatura militare viene considerata un bene: ed ha evocato, inoltre, lo spettro delle dittature militari e dei colpi di stato in Sud America.
Roger Waters, che non ha mai nascosto il suo impegno politico, è fatto così. Prendere o lasciare. D’altronde, Waters si era espresso più o meno in questi terminigià lo scorso anno nei confronti di chi lo critica di fare politica con la sua musica: “Faccio musica di un certo tipo più o meno da 50 anni e trovo sorprendente che qualcuno si sorprenda ancora“.
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