Ha già fatto notizia l’imminente uscita dell’edizione italiana della biografia aggiornata dei Pink Floyd, scritta dalla mano sapiente ed autoironica di Nick Mason, (leggi l'articolo) unico membro della band ad aver vissuto ogni periodo di questa meravigliosa realtà.
L’edizione in lingua originale. La versione inglese aggiornata nel 2017 del libro scritto da Nick Mason è disponibile ad oggi solo nella versione paperback (13×20 cm) con copertina flessibile e non è attualmente disponibile nel formato da tavolo con copertina rigida.
Il libro è stampato in bianco e nero con 4 inserti di 16 pagine di immagini a colori, l’ultimo dei quali contiene foto più recenti. La stessa biografia ha subito dei rimaneggiamenti in tutti i capitoli, con aggiunte o correzioni di fatti alla luce degli ultimi avvenimenti, oltre ad avere un capitolo in più, dedicato alla reunion per il Live 8, alla partecipazione di Mason alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra, alla mostra al V&A e a tanto altro.
L’edizione in lingua italiana. Fra le varie decisioni da prendere, c’era quella relativa alla copertina. Le alternative erano essenzialmente tre: ispirarsi ai lavori di Storm, scegliere una foto di repertorio fra quelle disponibili o creare un nuovo concept.
Le riflessioni sorte intorno al concept della copertina sono state varie. Creare una copertina torghersiana non ci sembrava giusto, essendo il suo stile una sorta di marchio di fabbrica della maggior parte degli artwork floydiani. Scartata, dunque, la prima ipotesi, abbiamo passato in rassegna le foto di repertorio, alcune che ritraggono i membri della band, altre che si ispirano alle copertine dei loro album, come, a tal proposito, la foto che ritrae Algie nell’edizione in lingua originale. Questo, però, avrebbe implicato il tagliar fuori inevitabilmente un membro o l’altro del gruppo. Ed anche questo sembrava davvero ingiusto.
Nel periodo in cui riflettevamo sulle possibili alternative per la copertina e lavoravamo al testo, c’era un’idea che mi ronzava da giorni per la testa. Nella mia mente scorrevano lente immagini di Nick seduto alla sua scrivania, con la sua bella batteria rosso Ferrari, che sorseggiava un té, rileggendo quanto scritto e che macchiava inesorabilmente i suoi fogli, scarabocchiando ai bordi mentre annotava correzioni e commenti… Un’immagine molto simile a quella che stavo vivendo io in prima persona, sotto molti aspetti: intima, calda, privata, “dietro le quinte”.
Così ho pensato al titolo…. Inside Out. Perché Nick ha scelto proprio questo titolo? Inside Out… Alla rovescia. Ho immaginato che Nick avesse voluto “rivoltare” la band come un calzino, mostrando il dentro, proprio gli aspetti intimi della band, al di là dello scintillio del favoloso mondo rock and roll dell’immaginario collettivo da cui tutti noi veniamo abbagliati. E subito mi sono venuti in mente i retroscena raccontati nel libro, che, come dice Robert Sandall del Sunday Times, sono “Tutt’altro che un inno ai potenti Floyd”. Così… ho pensato che sarebbe stato possibile, in qualche modo, “rivoltare il libro”… una pagina del libro fuori… e la copertina (rigorosamente rosa) sotto.
Così l’idea: E SE FACESSIMO UNA NON-COPERTINA? Del resto, l’unica persona degna di farla era Storm e Storm non c’è…. Il libro NON PUO' avere una copertina.
La cosa assurda è che, sebbene non avessimo voluto intenzionalmente ispirarci a Storm, l’idea mi è sembrata così irriverente da ricordarmi proprio lui, che ha messo in primo piano una mucca col sedere ben in vista su uno degli album che più adoro dei Pink Floyd. Ma non è l’unica copertina thorgersiana che mi è venuta in mente…. Pensando alla NON-COPERTINA non potevo non pensare alla sua folle, pazzesca idea per la cover dell’album Wish You Were Here. Quel folle genio, ispirandosi al tema dell’album, l’ASSENZA, aveva ideato una NON-COPERTINA dell’album. Gli Hipgnosis, infatti, scelsero di nascondere l’intera copertina in una pellicola di plastica nera… e con quel bollino al centro, sembrava quasi che il vinile fosse fuori…. E la copertina dentro.
Alla rovescia, appunto. NO Storm, NO copertina…. Assenza…. Alla rovescia… una pagina bianca, con uno scorcio di copertina sotto.Sembra quasi dire «Ceci n'est pas une couverture», della serie «Ceci n'est pas une pipe», la Trahison des Images (il tradimento delle immagini) di René Magritte, l’artista surrealista tanto amato da Thorgerson. Alcuni l’hanno definita anonima, e per certi versi è proprio così, volutamente.
E per questo è ricca di significati e a me non può che rievocarli tutti quando la guardo. Un mio personale omaggio, semplice e snello, sincero e devoto al Mason autore di questa splendida biografia e all’irriverente, geniale, pazzesco Storm. (Per il link al libro, clicca QUI).
Teresa Montersarchio