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Un disco per il week end: “Nevermind” dei Nirvana (1991)

Ricordo una volto quando, in occasione del mio compleanno, invitai qualche amico a casa per festeggiare. Tra questi uno di loro, con tanto di camicia di flanella e All Star ai piedi, mi portò in dono Nevermind dei Nirvana.

Incuriosito da questo CD ci mettemmo tutti ad ascoltarlo ed è un’autentica folgorazione! Rabbia, poesia, amore, disperazione, passione, paranoia, tutto è mischiato e riverniciato con sonorità elettriche e testi incazzati come vuole la migliore tradizione grunge.

Detto questo basta con i preamboli e partiamo subito con l’analisi delle tracce:

Smells Like Teen Spirit: è da un’imitazione dei “colleghi” Pixies, quattro power chords ed una notte di bravate con Kathleen Hanna (Bikini Kill) che Kurt Cobain trae ispirazione per uno dei singoli più famosi del mondo. Amata da legioni di nuovi fan, che si sono riscoperti tali grazie a “Smells …”, ed odiata dallo stesso Cobain, tanto da parodiarla nei concerti, il testo prende spunto dalla sua stessa vita e dalle sue esperienze tra coetanei. Non per niente la frase della canzone here we are now, entertain usera una sorta di cavallo di battaglia di Cobain quando andava alle feste rivolgendosi ai padroni di casa mentre il Teen Spirit del titolo era un profumo per adolescenti molto in voga all’epoca. Hanna infatti, dopo una notte brava, scrisse su un muro che Kurt puzzava di Teen Spirit non sapendo che gli avrebbe fornito una grande ispirazione. So che la conoscete tutti, o almeno l’avete ascoltata una o due volte, e che buona parte dei chitarristi ha scelto l’iconico riff iniziale per muovere le prime note distorte sulla propria sei corde quindi non mi dilungherò ulteriormente.

PS sia il brano che il famoso video sono stati, e credo saranno, parodiati. Un esempio? Chiedete a Weird Al Yankovic ed alla sua Smells Like Nirvana.

In Bloom: la chitarra distorta di Cobain apre le danze seguita a ruota dalla batteria di Grohl ed il basso di Novoselic.

Sell the kids for food è il primo verso cantato quasi sottovoce per poi lasciar spazio ad un alternarsi di sonorità distorte ed arrabbiate ad altre più tranquille e tristi. Pare infatti che il testo parli di una confusione sessuale di Cobain, un pensiero che l’ha angustiato sin dalla più tenera età mentre il video, al pari di alcune parti del testo, è un’accusa pesante alle tv ed ai finti alternativi che cantano questi brani senza capirli.

Come as You Are: poche note con il chorus bastano a far capire la potenza poetica ed espressiva di questo iconico brano il cui video riprende la copertina con una rivoltella che “nuota” in una piscina. Questa stupenda poesia, perché è di questo che si tratta, è stata però oggetto di una lunga polemica legale con il gruppo inglese dei Killing Joke che ha accusato i Nirvana di plagio proprio per il riff appena accennato poco fa. Dopo la morte di Cobain (5 aprile 1994) la band inglese ha lasciato cadere l’accusa per rispetto della band in lutto. Tra le varie cover di questo brano troviamo James Brown, non quello che avete visto in Blues Brothersma bensì l’irlandese The King, ed anche il musicista brasiliano Caetano Veloso a dimostrazione della bellezza struggente di questo testo. Ascoltatevelo a tutto volume! Fatevi questo regalo!

Breed: grezzo, veloce ed aggressivo è un brano che sa catturare l’ascoltatore sin dal primo istante, soprattutto grazie alla batteria di uno scatenatissimo Grohl, e che avrebbe dovuto essere incluso nel primo album della band (Bleach” del 1989), ma venne tolto per mancanza di posto. Il pezzo mostra inoltre una più che discreta carica di paranoia e nichilismo visto l’ossessivo ripetersi del verso I don’t care” ripetuto come un mantra distorto ed elettrico.

Lithium: questa volta a dettare le prime linee melodiche è il malinconico basso di Novoselic seguito dalle taglienti parole di Cobain che narrano delle pene di un uomo che, dopo la morte della fidanzata, trova rifugio in Dio e nelle medicine. Paradossalmente in tutta la canzone non si sente mai la parola Lithium” (il litio viene usato per curare il disturbo bipolare e stabilizzare l’umore). Pare inoltre che, inizialmente, Cobain non volesse fare tutte le sovraincisioni vocali, ma quando gli dissero che Lennon, suo autentico mito, lo faceva quando era nei Beatles allora è stato facile convincerlo.

I’m so happy because today I’ve found my friends/They’re in my head/I’m so ugly,
but that’s okay, ‘cause so are you/We’ve broken our mirrors/Sunday morning is
everyday for all I care(And I’m not scared/Light my candles in a daze”

Polly: altro brano che avrebbe dovuto essere contenuto in Bleach, ma questa volta acustico (non per niente verrà riproposto anche nel famoso MTV Unplugged in New York) anche se non esente da un contenuto piuttosto esplicito. Pare che Cobain si sia ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto dove, una ragazzina di quattordici anni, è stata stuprata e torturata da un maniaco mentre tornava a casa dopo essere stata ad un concerto punk – rock. La crudezza del testo, visto con gli occhi del manico, contrasta la strofa iniziale che recita Polly wants a cracker.

Territorial Pissings: stavolta Novoselic apre le danze con una frase distorta ed inquietante per poi lasciare spazio alla ruvida voce di Cobain che, accompagnato dalla fida chitarra, ha optato per una registrazione più grezza dal vivo per far capire la potenza della band. In questo brano è decisamente udibile l’influenza di Courtney Love, un po’ in stile John Lennon – Yoko Ono, nella strofa “non ho mai incontrato un uomo saggio. Se sì allora è una donna”. Breve e cattiva come un pugno in faccia!

Drain You: chitarra leggermente effettata prima di passare alla consueta distorsione e si parte verso una sorta di strana e cupa canzone d’amore tra due bambini nella quale uno “prosciuga” l’altro. Il finale pieno di feedback ed altri rumori simili non fa altro che esaltare tale grottesca situazione.

Lounge Act: Novoselic riprende subito le redini tessendo la sua linea di basso anche se, all’inizio, Cobain l’aveva definita come un scialbo pezzo lounge e da qui trasse ispirazione. Verità e paranoia si mischiano come in un letale veleno servito in una bottiglia di vino scadente in un sacchetto di carta come quello dei drugstore americani di tanti film.

Stay Away: la rullata di Grohl ed il basso di Novoselic creano un impenetrabile muro di suono sostenuto dalla chitarra di Cobain che si scaglia a mille contro i pecoroni, qui visti come scimmie, che seguono i dettami della moda e soprattutto della religione. Infatti il brano si chiude con la provocatoria e selvaggia “God is gay”.

On a Plain: alienazione sociale e blocco dello scrittore, la genesi di questo pezzo è stata abbastanza lunga e travagliata, che aspettate ad alzare il volume?

Something in the Way: brano conclusivo acustico e decisamente toccante. Qui Cobain descrive la vita sotto un ponte dove tutti gli animali che ha “catturato sono diventati domestici”e mangia “pesce perché non ha sentimenti”. Come molte altre canzoni avrebbe dovuto essere registrata nell’apposito studio, ma dopo prove su prove Cobain non era affatto soddisfatto soprattutto perché Grohl “picchiava” troppo sulla batteria. Preso dallo sconforto e dalla stanchezza Cobain esce dallo studio, si butta su un divanetto esterno, afferra la chitarra e comincia a cantare questa malinconica ballata dicendo che voleva suonasse così. Che fare? Semplice, portare lì tutti i microfoni e registrarla all’esterno! Breve ed intensa, scivola via come un brivido gelido lungo la schiena.

Giudizio sintetico: album amato/odiato è comunque un tassello della storia del rock, come si sul dire a Roma “stacce”, e va ascoltato almeno una volta nella vita. Rispolveratelo!

Copertina: è una tra le più famose e parodiate del mondo, cercate la “versione Simpson” per credere, e vede un neonato nella piscina attirato da un amo con infilato sopra una banconota da un dollaro. Tale bambino, Spencer Elden, ha poi ricreato la scena con lui ormai venticinquenne (leggi qui l’articolo).

Etichetta: Geffen Records

Formazione: Kurt Cobain (voce e chitarra), Krist Novoselic (basso e voce) e Dave Grohl (batteria, percussioni e voce)

— Onda Musicale

Tags: John Lennon, Krist Novoselic, Nirvana, The Beatles, Dave Grohl, Nevermind, Courtney Love, The Blues Brothers
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