Lo sceneggiatore, regista e illustratore di Los Angeles, Todd Alcott, ha realizzato una nuova serie di stampe a colori, dall’aspetto retrò, per celebrare la vita creativa e i maggiori successi di una delle rock star più iconiche di tutti i tempi, David Bowie.
Heroes, Starman, Space Oddity, Under Pressure, sono solo alcuni tra i titoli leggendari di Bowie, che rimarranno per sempre nella storia della musica e del rock, cui Alcott si è ispirato per creare una serie di illustrazioni, che ricordano le copertine di vecchie riviste e di fumetti degli anni cinquanta e sessanta. Come Captain Rocket e Weird Science, ideate con giornaletti vintage, di cui altera digitalmente il testo e le immagini, trasformandoli in mashup originalissimi di musica, letteratura e disegno.
E quale miglior protagonista, per queste “graphic novel” intergalattiche, se non l’eccentrico Bowie, il messia glitterato della rivoluzione musicale, l’extraterrestre caduto sulla terra, il genio metamorfico, la starlette d’avanguardia che, tra ballate spaziali e glam rock, punk, new wave, synth-pop, dark-gothic, neo-soul e dance, con un look eccentrico e vistoso. E con l’ostentata artificiosità e l’estetica futurista, le scenografie apocalittiche e sfavillanti, ha letteralmente sconvolto le sacre regole del rock.
Così “Space Oddity”, successo del 1969, diventa la copertina di un racconto di fantascienza, “Under Pressure”, fortunata collaborazione tra Bowie e i Queen, quella di un romanzo d’avventura, e come dimenticare Life on Mars? o Ziggy Stardust, l’alter ego con i capelli arancioni, un alieno dall’apparenza androgina che impersona l’ultima rock star di un mondo sull’orlo dell’apocalisse.
Queste le parole di Todd Alcott:
Bowie vestito da alieno androgino, salì sul palco e disse al suo pubblico: “Non siete soli, datemi le vostre mani”, non riesco a pensare ad un gesto più comprensivo per un disadattato. Non importa quanto tu sia strano nella tua comunità, troverai sempre qualcuno come te a un concerto di Bowie. Durante un periodo della mia vita, quando mi sentivo incredibilmente isolato e solo, Bowie era uno degli artisti chiave che mi faceva sentire parte di un mondo più grande, un continuum artistico.”