Il 9 ottobre si celebrano gli 80 anni dalla nascita di John Lennon (Liverpool, 9 ottobre 1940) e l’8 dicembre invece i 40 dalla sua morte, avvenuta per mano di Mark David Chapman.
Infatti, la sera dell’8 dicembre del 1980 l’uomo spara cinque colpi di pistola all’ex Beatles fuori dalla sua abitazione, il Dakota Building a New York. John sta rientrando a casa insieme a sua moglie Yoko Ono quando trova ad attenderlo il suo assassino, un giovane fan ossessionato dai Beatles. Chapman è talmente ossessionato dalla figura di John Lennon che quasi si identifica in lui anche se è convinto che John abbia tradito la sua generazione e i suoi ideali. Per questo decide di punirlo.
Alle 22.51, va davanti casa sua a New York e dopo aver pronunciato la storica frase “Hey, Mr. Lennon” gli spara contro cinque colpi di pistola. Solo quattro vanno a segno. Purtroppo bastano ad ucciderlo. Inutile la corsa disperata all’ospedale, dove John Lennon muore poco dopo il ricovero. (qualcuno sostiene sia morto nell’auto della Polizia che lo accompagna all’ospedale).
Mark Chapman è appostato davanti alla sua casa da oltre quattro ore, tanto che quando Lennon esce per la prima volta si fa addirittura autografare la copertina del disco “Double Fantasy”, ultimo album dell’artista.
Gloria Hiroko Abe, la moglie di Mark Chapman, in un’occasione ha dichiarato che il marito le aveva già rivelato le sue intenzioni due mesi prima dell’omicidio in occasione di un viaggio a New York. (leggi l’articolo) Lei non gli aveva creduto. I due si sposano nel 1979, diciotto mesi prima dell’omicidio di John Lennon e, pare, che Chapman si sia innamorato di lei per i suoi lineamenti orientali in quanto Gloria ha origini Giapponesi e gli ricorda Yoko Ono.
Stando alle dichiarazioni pubblicato sul Mirror, Gloria Hiroko Abe ha affermato che il marito non aveva messo in pratica la minaccia al tempo della sua prima dichiarazione proprio a causa del suo amore per lei. Inoltre, ha poi aggiunto che il marito aveva gettato la pistola che aveva pensato di utilizzare per compiere tale gesto.
Eppure, non appena quell’ 8 dicembre la notizia fa il giro del mondo, Gloria capisce che è stato suo marito ad uccidere John Lennon. “la notte dell’8 dicembre 1980 è stata una delle notti più buie di tutta la mia vita. Ricordo che era un lunedì. Ero tornata a casa dal lavoro, preparato la cena e stavo guardando ‘La casa nella prateria’. Nello show Mary aveva appena scoperto che sarebbe diventata cieca quando, all’improvviso, delle parole attraversarono il fondo dello schermo: ‘John Lennon è stato ucciso a New York da un maschio caucasico’. La mia vita è cambiata drasticamente quella notte” ha commentato la donna.
“In quel momento ero diventata Mrs Mark David Chapman, la moglie di un assassino e non di uno qualunque, ma di uno la cui vittima era conosciuta ed amata da milioni di persone nel mondo” ha proseguito la donna che spera nella liberazione del marito, dopo 40 anni dietro le sbarre. Dovra però attendere ancora. Gloria Hiroko, 69 anni, ha poi aggiunto “non importa per quanto tempo Mark rimarrà in prigione. Lo aspetterò”.
La donna ha poi concluso affermando “gli ho creduto quando ha detto che doveva crescere come adulto e come marito ed aveva bisogno di tempo per pensare alla sua vita. Voleva che io mi sacrificassi stando sola per un breve periodo così avremmo potuto avere un matrimonio lungo e felice assieme. Ha detto che aveva gettato la pistola nell’oceano ed io gli avevo creduto. Ma mi ha mentito”.
Gloria Hiroko Abe ha rilasciato un’intervista al Daily Mail in cui racconta che suo marito è una persona molto amabile e di sentirsi molto vicina, più di chiunque altro, a Yoko Ono. La donna (che vive alle Hawaii) ha il permesso per vedere Mark Chapman 44 ore all’anno e afferma che “fare sesso in prigione è bellissimo. Trascorriamo il nostro tempo mangiando pizza e guardiamo la televisione.”
Intanto l’assassino, che oggi ha 65 anni, ha chiesto la libertà condizionata per l’undicesima volta e la sua richiesta è stata ancora una volta rifiutata. Per fare una nuova richiesta dovranno passare altri due anni. Le motivazioni della Commissione giudicante di questo ulteriore diniego non sono state rese note. Nell’udienza del 2018 (la decima sua richiesta di scarcerazione) l’uomo aveva affermato di provare un senso di vergogna per il suo omicidio. Nella circostanza Yoko Ono si era detta molto preoccupata che Chapman, uscendo di prigione, potesse fare del male a lei e ai figli di John Lennon e quindi si era detta contraria alla sua scarcerazione.
La stessa commissione nel 2018 aveva accompagnato il rifiuto alla concessione della libertà vigilata con queste parole: “qualcuno potrebbe tentare o riuscire a fargli del male per rabbia o vendetta, o per le stesse ragioni che hanno portato Chapman a colpire John Lennon, cioè per diventare famoso.”
Dal 2000, avendo scontato il minimo della pena prevista (20 anni) ha la facoltà di chiedere la libertà vigilata. Ci ha provato già undici volte, inutilmente.
Ma tracciamo un breve profilo dell’assassino di John Lennon.
Mark David Chapman nasce a Fort Worth, in Texas, il 10 maggio 1955. La sua è un’infanzia e un’adolescenza segnate dalla violenza del padre, un sergente della Air Force, e dal bullismo ne segnano l’equilibrio emotivo. Il rifugio di Mark sono le canzoni dei Beatles. Ne diventa un fan sfegatato, li adora, come molte persone negli anni 60.
Negli anni 70 i Beatles si separano e Chapman inizia ad avere i primi problemi seri. Soffre di tossicodipendenza e nel 1977 tenta il suicidio, che gli comporta una diagnosi di depressione clinica e il ricovero in un ospedale psichiatrico. Una volta dimesso si trasferisce da sua madre che vive ad Honolulu (alla Hawaii) e diventa una guardia giurata. La sua ossessione per i Beatles aumentano a dismisura.
Nel frattempo (nel 1979) sposa Gloria Hiroko Abe, una donna di origini giapponesi che gli ricorda tanto Yoko Ono. Inizia poi ad interpretare in maniera folle le letture che fa, arrivando a trasportarle nella vita reale. C’è un libro che più di tutti segna la sua storia ed è “Il giovane Holden” di Salinger. L’uomo, infatti, comincia a trasportare il comportamento del protagonista del libro nella sua vita, nella realtà. Si sente come Holden Caufield, con l’esigenza di rigettare e purificare una società che lui giudica ipocrita.
E chi potrebbe essere, secondo la mente distorta di Mark Chapman, più ipocrita di uno dei suoi miti di sempre? Chi più di quello che ha sciolto i Beatles, che ha tradito i suoi ideali. Chi meglio di Lennon che in “Imagine” canta “Imagine no possessions, I wonder if Yoo can” ma che “possiede uno yacht, molte case e milioni di dollari ottenuti vendendo dischi ai fan che credono alle sue bugie”?
Il resto, purtroppo, è storia.
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