“La psichiatria ci permette di correggere i nostri difetti confessando quelli dei nostri genitori” Lawrence Johnstone (docente)
Non di rado, le esteriorizzazioni artistiche più plateali sono influenzate da certune visioni del mondo alterate dalla mente.
Un detto antico recita per l’appunto: “La ménte mente”. E molti grandi artisti, dal settore letterario a quello musicale, hanno confessati i loro disagi, talvolta coincidenti con un male di vivere, talvolta con disturbi causati da azioni violente ricevute.
Affidiamoci ai dati. Stando alla ufficialità di wordometers.info, solo da gennaio 2020 a oggi sono stati registrati già 797.267 suicidi, gesto estremo di chi rifiuta la vita per i più disparati motivi ma che di base, come psicologicamente sviscerato, cela radici profonde, per lo più cagionate da eventi esterni mal interiorizzati dalla vittima.
In un nostro precedente articolo (L’irrefrenabile voglia del baratro, i sali di litio dai Nirvana agli Evanensce), abbiamo già parlato dei disturbi bipolari trattati da alcuni testi di rock band particolarmente famose, come gli Evanenesce o i Nirvana. Aggiornando un po’ l’elenco, non possiamo non ricordare anche il celebre Axl Rose, frontman e pianista dei Guns ‘N‘ Roses.
Mick Wall, uno dei giornalisti musicali più famosi in Gran Bretagna, redasse, nell’ormai lontano 2008, una biografia non autorizzata sul cantautore statunitense, in cui ripercorreva una serie di eventi che meglio permettono di comprendere non solo le tematiche talvolta affrontate dai suoi testi ma anche le sue scelte esistenziali, come la sua ciclica volontà di sparire dai riflettori facendo perdere di sé ogni traccia, per poi tornare sui palchi totalmente cambiato non solo nello stile musicale ma anche nell’estetica.
Il suo vero nome è William Bruce Rose. Nacque, nel febbraio del ’62, a Lafayette, cittadina statunitense dell’Indiana, dallo scozzese William Rose Senior e dalla tedesca naturalizzata statunitense Sharon E. Lintner.
All’età di soli due anni, William Bruce venne rapito e violentato dal padre, dopo una sequela di litigi con la moglie, vittima di abusi continui. Così costei, dopo circa due anni, decise di denunziare il tutto alle autorità, ponendo fine al suo primo matrimonio e alle sevizie che lei e il figliolo ricevevano.
Il nuovo compagno della madre, Stephan Bailey, fu un uomo particolarmente severo e altrettanto violento: clinicamente affetto da psicosi sessuali, perpetrò ripetute violenze al piccolo William, che ora aveva trasmutato il suo cognome da Rose a Bailey.
Siamo negli anni in cui la psichiatria statunitense inizia a diffondersi, lanciando messaggi in realtà non sempre chiari e codificati. Senza entrare eccessivamente nello specifico, non di rado si sono verificate – e si verificano… – ulteriori violenze da parte di organi esterni, soprattutto statali, su chi ha già subito violenze domestiche, a mo’ di scherno. Una società malata vittima della televisione, del bullismo, e della ghettizzazione per il violentato. Il pesce grande che mangia il pesce piccolo insomma. Ed ecco che l’adolescente William viene costantemente fermato, schedato e pestato, proprio dalle forze dell’ordine, contribuendo alla nascita in lui di un sentimento anti-statale, anti-sistemico e anti-istituzioanle, spesso sfociato in forti parole, come quelle contenute in One in a Million, in cui si arrivano a pronunziare espressioni come “Negri e polizia, proprio così, non ho bisogno di comprare nessuna collanina”.
All’età di diciassette anni, per dar sfogo alla sua passione musicale, oltre a creare una band, muterà il suo nome. Recupererà il cognome biologico – Rose – in un personale tentativo di telemachia, e muterà il nome William nel decisamente più noto Axl. ‘Axl’, come il nome della sua prima band.
Attorno ai diciotto anni compì un ulteriore passo: abbandonare la casa paterna per andare a Los Angeles, in quegli anni città ideale per chi ambiva a diventare un’artista di successo. Fu qui che si ricongiunse al suo amico di infanzia Izzy Stradlin e conobbe uno dei chitarristi più noti della scena musicale, Slash.
Ma le ferite delle violenze subite lo condizioneranno per sempre. Nel triennio ’91-’93 è sposato con ls supermodella Stephanie Seymour, apparsa in Don’t Cry e Sweet Child On Mine. Diverse le denunzie di talune sue compagne dell’epoca circa suoi comportamenti molesti.
A ventisei anni gli viene diagnosticato un disturbo bipolare che, come accadde già con Kurt Cobain dei Nirvana, venne curato con i sali di litio. La terapia al litio venne però dichiarata inefficace dallo stesso Axl, oggigiorno propenso, e sostenitore, della medicina omeopatica.