Immaginate l’Inghilterra di fine anni sessanta, una straordinaria terra caratterizzata da eleganza e raffinatezza, ma anche una terra capace di sfornare generi e sottogeneri musicali di ogni tipo, vera e propria fornace di idee artistiche.
Siamo nel Kent, molto vicini a Londra, più precisamente a Canterbury, un piccolo capoluogo di contea caratterizzato da una vena creativa assolutamente incredibile.
La Canterbury Scene
La musica, la nostra dea, la nostra musa. A Canterbury la gente è molto schiva e riservata, parla poco, in compenso suona molto. In questo affascinante contesto, nasce una delle correnti musicali più eccellenti, clamorose e straordinarie di tutti i tempi: la Canterbury Scene. In molti associano questa particolare corrente al rock progressivo tipico di quegli anni, ma in realtà questo genere di musica si sposa in modo magico con elementi molto specifici, come il jazz e l’elettronica, creando un connubio perfetto con una sorta surreale di rock psichedelico.
I Wilde Flowers
Se questa straordinaria idea musicale è stata registrata e proposta agli archivi discografici di tutto il mondo, lo dobbiamo principalmente a un gruppo nato da una scissione importante, quella all’interno dei Wilde Flowers. Un gruppo formato da quattro ragazzi coraggiosi e talentuosi, ambiziosi e sognatori, quattro ragazzi in grado di dare vita a un progetto destinato a rimanere nella memoria dei buoni intenditori di musica: il progetto Caravan.
I Caravan sono stati e sono tuttora un gruppo senza eguali. Irriverenti e spavaldi, nel 1968 decidono di segnare per sempre la storia del mondo rock. Un prog senza precedenti il loro, miscelato perfettamente tra pop, jazz, elettronica e sperimentale.
Oltre a Richard e Dave Sinclair, autentici pionieri del gruppo, la formazione Caravan osserva l’avvento di Pye Hastings alla chitarra e Richard Coughlan alla batteria.
Il primo album della band inglese, l’omonimo Caravan è un lavoro di indubbio valore artistico, influenzato da un prog in rampa di lancio e uno già stampato marchio di casa, un rock psichedelico di eccelsa qualità.
In The Land Of Grey And Pink
Tuttavia il successo vero e proprio arriva nel 1971. In The Land Of Grey And Pink diventa in pochi anni uno dei capolavori assoluti del rock progressivo, lasciando sempre più spazio a sperimentazione e romanticismo, sciogliendo nella musica una polvere di jazz assolutamente stellare.
Una lettura interessante
A questo proposito, colgo l’occasione per proporvi la lettura dell’intervista rilasciata al nostro giornale da Lelio Camilleri, uno dei più grandi studiosi Caravan. (leggila a questo LINK) Una splendida chiacchierata dove Lelio, con estrema semplicità, ci illustra più da vicino le cronache del grigio e del rosa, sottoponendo alla nostra attenzione le mille sfumature musicali che caratterizzano questi magnifici ragazzi.
I Caravan, quattro personaggi pieni di speranze e risorse
Le loro tracce mescolano insieme fantasy e immaginazione, unite a uno stile musicale inconfondibile. A mio modesto parere, una rilevante importanza nel progetto riveste la collocazione artistica di Jimmy Hastings, fratello di Pye, che con i suoi virtuosismi al flauto diventa parte essenziale della melodia del gruppo capitanato da Richard Sinclair.
Da un punto di vista musicale e poetico, siamo di fronte a un gruppo straordinario. Capace in poco tempo di diventare un esempio per la nascita del progressive anni settanta, capace di rendere attuali e suggestive le atmosfere magiche di testi fantastici e creativi.
Senza dubbio, il progetto Caravan rappresenta un apice fiabesco senza precedenti, dove i livelli qualitativi sono altissimi, rappresentati eccezionalmente da un grande tastierista come Dave Sinclair e da un grande chitarrista, ironico e sferzante, come Pye Hastings.
Gli album successivi
a In The Land Of Grey And Pink, lasciano sempre più spazio al pop, sacrificando un po’ quella componente sperimentale che caratterizzava i primi lavori della band inglese, segnando un po’ la discesa naturale del gruppo, diretto ormai verso divisioni interne e nuovi progetti.
Senza dubbio, la grande notorietà dei Caravan a livello internazionale ha inciso sul fattore Canterbury Sound. Come spesso avviene, l’incontro con il grande pubblico non è sempre salutare per la vena artistica di musicisti e cantanti, ponendo in primo piano non più l’obiettivo musicale, ma la commercializzazione del prodotto.
Consigliandovi ardentemente l’ascolto di due album in particolare, l’omonimo Caravan e In The Land Of Grey And Pink, vi lascio con delle parole pronunciate da Richard Sinclair, che disegnano in modo perfetto il cerchio del pensiero Caravan:
Ho lasciato il gruppo quando si è orientato verso il pubblico. Quando la musica si è evoluta in direzione pop-rock, ho sentito il bisogno di fare altro, così ho formato gli Hatfield and the North. Non sono bravo a scrivere musica per le masse”
Stay Tuned.