Il protagonista della storia di oggi è uno dei chitarristi più eclettici e fantasiosi del rock: Tom Morello, allievo di Joe Satriani e fondatore dei Rage Against The Machine, poi confermatosi con gli Audioslave e con un sacco di altri progetti su cui si è gettato a capofitto nel tentativo (vano) di placare la sua sete di sperimentazione con la chitarra.
Tom Morello è un artista non comune, impossibile da inquadrare in un genere, capace di spaziare dal rock più duro dei RATM, al folk tradizionale americano del progetto solista The Nightwatchman, senza disdegnare le collaborazioni hip-hop con DJ e rapper in The Atlas Underground.
Qualche settimana fa abbiamo parlato di lui su Onda Musicale, in occasione dell’uscita del suo nuovo EP da solista (link): approfittiamo dell’occasione per conoscere un po’ meglio il suo stile.
Newyorkese D.O.C., laureato ad Harvard in Scienze Politiche, da sempre impegnato in battaglie civili contro le ingiustizie, non ultima la sua polemica contro Trump, nei primi anni 90 Morello va in California, conosce Zack de La Rocha, e con lui decide di fondare un gruppo Crossover, il genere che mette insieme rock e rap, generi che fino ad allora si erano sempre guardati in cagnesco.
È l’atto di nascita dei Rage Against The Machine: i testi inquieti e di rottura di Zack de la Rocha hanno bisogno di suoni sporchi e cattivi, in grado di raccontare la rabbia del sottoproletariato urbano americano contro l’ordine costituito di cui il gruppo è portavoce.
Tom Morello decide di tirar fuori quei suoni senza far ricorso all’elettronica: niente computer o sintetizzatori, solo chitarra e pedali. Il risultato di questa ricerca è una miriade di suoni improbabili, in cui lo strumento risulta quasi irriconoscibile.
Tom sviluppa tecniche assolutamente non convenzionali: c’è un rapido maneggiamento dello switch dei pickup per rendere un effetto di tremolo, o l’elaborazione del feedback degli amplificatori con il pedale di whammy, o ancora l’estrazione del jack della chitarra per appoggiarlo alle corde.
In questa fase creativa la sua pedaliera comprende solo uno wah-wah Dunlop Cry Baby, il DigiTech WH-1 Whammy, e il Boss DD-2 Digital Delay. Tutto il resto è inventiva e fantasia. Nel 1993 una rivista, Melody Maker definisce così lo stile di Morello nei Rage Against The Machine: “Tom Morello è in grado di tirar fuori ogni tipo di suono dalla chitarra: caduta di bombe, sirene della polizia, scratch di dischi di vinile, elicotteri in volo, qualunque cosa.”
Dal punto di vista della strumentazione, Morello non si è mai affezionato particolarmente all’una o all’altra marca di chitarre, anche se ha una leggera predilezione per le Fender, che modifica sia dal punto di vista tecnico, mediante l’aggiunta della componentistica necessaria alla sua tecnica esecutiva, sia da quello estetico, mediante adesivi, disegni e scritte a testimonianza del suo impegno politico. Niente compromessi invece sull’amplificazione: sempre e solo un Marshall 50 watt JCM 800 2205 a sormontare un cabinet Peavey 4×12.
Una strumentazione molto semplice, quasi scarna: in una intervista di qualche anno fa, l’artista disse che la strumentazione ha avuto un ruolo marginale nella sua musica. (leggi l’articolo) Questo il suo racconto sui primi anni con i Rage Against the Machine: “stavo cercando la mia sonorità, e ad un certo punto mi sono arreso: questo è il suono che ho” decidendo di abbandonare definitivamente la corsa alla strumentazione, e iniziando a lavorare solo sulla tecnica, che diventeràil suo marchio di fabbrica e sulla quale si è costruito la fama di chitarrista fuori dagli schemi.
Salvatore Leo – Onda Musicale