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Neil Young: il cantautore pubblica un lungo post sui disordini al Congresso americano

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Neil Young (nato in Canada ma con cittadinanza americana) ha pubblicato un post sul proprio sito Web nel quale invita a non demonizzare i sostenitori del presidente uscente USA che lo scorso 5 gennaio hanno provocato disordini – durante i quali hanno perso la vita cinque persone, tra le quali un agente di polizia – facendo irruzione nel Campidoglio della capitale americana.

“La tristezza e la compassione mi hanno colpito, la scorsa notte, mentre guardavo i miei compagni americani raccontare le loro storie – ha scritto leader dei Crazy Horse parlando dei partecipanti alle proteste – Va oltre i miei sentimenti che il nostro presidente abbia tradito la gente, esagerato e amplificato la verità per fomentare l’odio. Il risentimento del partito democratico tra gli insurrezionalisti al Campidoglio era dilagante. Non abbiamo bisogno di questo odio. Abbiamo bisogno di discussioni e soluzioni. Rispetto per le convinzioni reciproche. Non odio”.

“E’ stato devastante osserva il doppio standard, il modo in cui le persone sono state trattate nelle recenti manifestazioni di Black Lives Matter, rispetto all’altro giorno”, ha proseguito Young, riferendosi alla durezza con la quale sono state contenute le proteste dei manifestanti per i diritti civili rispetto al blando schieramento di forze dell’ordine disposto in occasione della marcia su Washington dei sostenitori di Trump: “Non c’è posto qui per il suprematismo bianco. Le persone hanno bisogno l’una dell’altra per essere veramente libere. L’odio non troverà mai la libertà”.

“Ho saputo che alcune delle persone che hanno preso d’assalto il Campidoglio erano poliziotti, che sono riusciti a entrare senza problemi mostrando i loro distintivi”, spiega il rocker nella nota: “Sono rimasto scioccato nel vedere la bandiera confederata sventolare all’interno della Camera; la distruzione e la mancanza di rispetto. Ma soprattutto mi sentivo male per le persone. Con i social media, le questioni vengono trasformate in armi psicologiche e utilizzate per raccogliere odio a sostegno di una parte o dell’altra. Questo è ciò che Donald J. Trump ha come eredità.”

La scorsa estate Young aveva deciso di fare causa a Donald Trump per avere usato, senza il suo consenso, la canzone “Rockin’ in the free world” durante i suoi comizi elettrorali. (leggi l’articolo)

 

 

— Onda Musicale

Tags: Neil Young/Donald Trump/Crazy Horse
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