Musica

La musica classica? Un toccasana per il nostro corpo

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Da oggi ci sono delle ottime notizie per gli amanti della musica classica. Da alcuni studi effettuati nel Regno Unito sembra che la musica classica abbia un profondo impatto sul ritmo cardiaco e sulla pressione arteriosa.

Infatti, secondo quanto emerge da una ricerca condotta presso la prestigiosa università inglese di Oxford, sembra che  alcune opere di musica classica siano perfettamente in sintonia con il ritmo naturale del nostro corpo, in particolare con il battito cardiaco.

A questo proposito i cardiologi britannici, guidati dal professor Peter Sleight, hanno esaminato l’impatto dei diversi tipi di musica sulla pressione arteriosa e sulla frequenza cardiaca per scoprire che questi ritmi musicali  sono particolarmente efficaci nel ridurre la pressione di chi li ascolta e, inoltre,  funzionano come un potente strumento terapeutico.

Questo almeno vale per Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e Beethoven, mentre per ritmi più veloci, come le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, sembra che venga prodotto un effetto contrario.

Il responsabile di questa ricerca, che è durata oltre 20 anni, il professor Peter Sleight, ha dichiarato: “Il ritmo naturale del corpo è la chiave per il potere della musica. Un ritmo che alcuni compositori, in particolare Verdi, sono riusciti a replicare nelle loro composizioni”.

Il metodo adottato dalla equipe medica è piuttosto semplice. I ricercatori hanno fatto ascoltare sei diversi stili musicali in ordine del tutto casuale a 12 studenti di medicina che non conoscevano la musica classica. La stessa cosa è avvenuta per 12 studenti del Conservatorio.

Durante l’esperimento, avvenuto rigorosamente in cuffia, i ricercatori hanno analizzato la risposta del loro ritmo cardiaco e la pressione arteriosa e sanguigna. Hanno scoperto  che le risposte cardiovascolari ai sei stili musicali diversi erano simili fra i partecipanti al test, con risposte maggiori da parte degli studenti del conservatorio.

Precedenti e diversificati studi  hanno inoltre evidenziato che la musica potrebbe migliorare il recupero di pazienti che hanno delle patologie di tipo cardiaco, come i test avvenuti all’Università di Nis, in Serbia, dove sono stati sottoposti ad esperimenti dei pazienti dividendoli in tre gruppi.

Ad un primo gruppo è stata fatta fare attività fisica ad un secondo è stata fatta ascoltare mezzora di musica a loro piacimento combinata ad attività fisica di 30 minuti. Un terzo gruppo ha ascoltato musica senza fare alcun tipo di attività fisica.

I risultati sono che chi ascoltava musica e faceva attività fisica ha ottenuto un miglioramento nella funzione cardiaca calcolabile circa nel 39% in più rispetto agli altri due gruppi.

“Sappiamo che lo stress può giocare un ruolo molto importante nella malattia cardio-vascolare – afferma il professor Pearson – così l’effetto calmante della musica può avere un certo potenziale come terapia. Tuttavia, come sottolinea il professor Sleight, è necessaria una prova più solida prima di vedere i cardiologi che prescrivono come terapia ai loro pazienti una dose di Taylor Swift o mezzora di Vivaldi al giorno.”

Stefano Leto

 

— Onda Musicale

Tags: Taylor Swift
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