Musica

17 anni fa moriva Lucio Battisti: l’Italia piange ancora il suo poeta

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Il cantautore Lucio Battisti

Il 9 settembre 1998 si spegneva all’ospedale San Paolo di Milano Lucio Battisti, il poeta, compositore e polistrumentista che, insieme a Mogol, regalò alla musica italiana dei capolavori senza tempo ricchi di emozioni, genialità e profondi sentimenti.

Raccontare Lucio Battisti è quasi impossibile. Si rischia di passano le ore, i giorni le settimane ad arrovellarsi il cervello nel tentativo di trovare la giusta chiave di scrittura per esprimere, con semplici parole, una figura tanto complicata quanto semplice come quella dell’artista rietino.

Ti renderai immediatamento conto che nulla sarà mai in grado di omaggiare un uomo, un cantante, un artista dalle mille sfaccettature quale era Lucio Battisti.

Il cantautore sabino non era solito rilasciare interviste, anzi era piuttosto schivo e riservato, quasi geloso della sua vita privata, per una ragione molto semplice. Lucio Battisti comunicava con il pubblico, con i suoi ascoltatori, a modo suo, con il suo stile. Lo faceva con le sue canzoni, i suoi testi, la sua voce, i suoi concerti e i suoi dischi.

Il suo successo inizia nel 1965, grazie all’incontro con Giulio Rapetti, in arte Mogol, il più grande paroliere italiano di tutti i tempi. Questo sodalizio regalerà alla musica italiana, a tutti noi, alcuni tra i più bei testi di sempre, eseguiti da Lucio in maniera esemplare, quasi magistrale se si pensa cha all’inizio della sua carriera la sua voce era stata giudicata non adatta, per nulla commerciale.

Le canzoni di Lucio Battisti erano canzoni d’amore, canzoni che erano in grado di mettere a nudo le corde più nascoste dell’anima di qualsiasi ascoltatore, come “Pensieri e Parole” o la splendida “il mio canto libero”, testo scritto da Mogol dopo la separazione dalla moglie , dove l’amore è urlato, sviscerale, senza remore. Quasi sottovoce.

La veste dei fantasmi del passato, cadendo lascia il quadro immacolato. E s’alza un vento tiepido d’amore, di vero amore. E riscopro te, dolce compagna che, non sai domandare ma sai, che ovunque andrai, al fianco tuo mi avrai”.

Nel 1970 arriva quello che, probabilmente, è il suo più grande successo: Emozioni. Il brano è la sintesi dell’inarrivabile capacità di Battisti di usare la voce per esprimere sentimenti che scavano nella profondità dell’anima umana e che mette a nudo tutto te stesso:” E stringere le mani per fermare, qualcosa che è dentro me, ma nella mente tua non c’e’….. tu chiamale se vuoi emozioni.

Lucio Battisti si spegne il 9 settembre del 1998, ma il poeta rietino  continua a raccontare emozioni che appaiono immortali a chiunque abbia avuto la fortuna di ascoltare e amarle.

Grazie Lucio, puoi chiamarle, se vuoi, emozioni. Ovunque tu sia.

Stefano Leto

— Onda Musicale

Tags: Mogol/Milano/Lucio Battisti/Emozioni
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