Il disco è stato pubblicato dalla band il 30 novembre 1979 ed ha avuto un successo clamoroso tanto da risultare in breve tempo il più venduto in America l’anno successivo.
Il concept album, nato da un’idea del bassista Roger Waters, è stato accompagnato da una tourneè imponente e dal film omonimo diretto dal regista Alan Parker e con la partecipazione di Bob Geldof nel ruolo del protagonista, Pink.
Il disco è l’undicesimo lavoro dei Pink Floyd ed è basato sulla storia di un personaggio immaginario che si chiama Pink il quale costruisce un muro mentale intorno a se a causa di una serie di traumi di tipo psicologico e di disagi infantili segnati, in modo particolare, dalla morte del padre e dalla iper-protettività della madre, ma anche dall’eccessiva autorità del sistema scolastico britannico dell’epoca.
Durante le lunghe fasi della lavorazione vi furono degli attriti fra Waters e il tastierista Richard Wright che portarono al suo allontanamento dalla band. Richard Wright partecipò come semplice musicista alla successiva tourneè.
Il disco ha avuto un successo planetario, specie se si considera che è un disco doppio. I tour che seguirono furono un autentica apoteosi anche grazie all’impiego massiccio di effetti scenici sul palco, considerati molto innovativi per quell’epoca.
Per molti fans dela progressive band britannica The Wall è stato l’ultimo disco della band, anche se in realtà, nel 1983, è stato pubblicato “The Final Cut”, dal titolo piuttosto significativo. Nel disco vengono trattati temi come la guerra nelle isole Falkland e il pericolo di un conflitto nucleare.
Al disco non seguì alcun tour, proprio per la ragione che la formazione stava “esplodendo” a causa della personalità impositiva di Waters, il quale abbandonò i Pink Floyd nel mese di dicembre del 1985.
“Eravamo consapevoli che prima o poi Roger ci avrebbe comunicato che sarebbe andato via. Sia io che David Gilmour ci aspettavamo quel momento già da tempo – dichiarò il batterista Nick Mason – e sapevamo che saremmo comunque andati avanti lo stesso. Diciamo che per certi versi è come quando è morto Stalin, c’è voluto un po’ di tempo per recuperare da quella situazione, un periodo che è durato tre o quattro anni.”
A proposito del suo abbandono, Roger Waters dichiarò: “Restare nei Pink Floyd sarebeb stata una colossale perdita di tempo.”
Per quanto riguarda la storia del disco pare che tutto iniziò durante un concerto della band, allorchè Roger Waters sputò addosso ad uno spettatore troppo esuberante perchè lo infastidiva. L’episodio lo segnò così tanto che Waters si chiese come era potuto succedere, immaginando una barriera fra gli spettatori e il palco, un a sorta di muro.
Stefano Leto